tag:blogger.com,1999:blog-10805580.post113679643609502271..comments2023-10-23T23:08:04.484+02:00Comments on Baldrus MC : Unknownnoreply@blogger.comBlogger5125tag:blogger.com,1999:blog-10805580.post-1137080802079748232006-01-12T16:46:00.000+01:002006-01-12T16:46:00.000+01:00Comprendo il tuo punto di vista, Baldrus. E posso ...Comprendo il tuo punto di vista, Baldrus. E posso essere d'accordo con te. Ma l'illuminazione che uso su B. è un'altra -ed altre saranno quindi le ombre.<BR/>Più che essere marcio sino al midollo, B. è pervaso di una sensibilità quasi morbosa -è quanto ad es. più colpiva Proust- B. non è il semplice libertino accecato dai sensi, né un junkie ante litteram: è uno che lavora duramente e che scrive in alessandrini, in una forma poetica molto raffinata e cesellata. E che era conscio del suo valore come poeta (Saint-Beuve, cui si dovevavo le sue bocciature all'Accademia, che pure diceva di essergli amico, non ha probabilmente capito mai nulla della sua opera). Può essere antipatico -ha mai voluto altro?; può provocare indignazione, rabbia... o rifiuto. Se guardiamo la bellissima foto che gli fece Nadar ci rendiamo conto che (credo) mai avremmo potuto amare un uomo simile... Ma pur dalle sue "alte sfere", ammantato dei suoi simboli, B. è uno che guarda in basso -e che sa già ben vedere le conseguenze umane del capitalismo: lui, il borghese, è colui che getta lo sguardo più acuto negli anfratti della società borghese che si formava ed escludeva; non chiudeva gli occhi sulle miserie, sopratutto dell'anima, dell'umanità, né le romanzava (alla Hugo -uno stupendo affrescatore). Il suo essere rivoluzionario (artisticamente) e conservatore (politicamente) non sono tanto una contraddizione quanto i versi della stessa medaglia. La sua è una ricerca di purezza artistica perchè una purezza morale non la poteva trovare. Possiamo attaccarlo moralmente -ma con la morale non riusciremo mai a leggerlo.<BR/><BR/>malineAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-10805580.post-1137057043627593772006-01-12T10:10:00.000+01:002006-01-12T10:10:00.000+01:00Su Baudelaire credo che non avrà mai fine la discu...Su Baudelaire credo che non avrà mai fine la discussione sul binomio uomo/artista. Quanto sono un'unità indissolubile, quanto l'artista assolve le miserie dell'uomo? Sartre ha letteralmente maciullato Baudelaire in un libro feroce. Mette in ridicolo tutte le miserie dell'uomo, le incredibili viltà, le ipocrisie e i compiacimenti di un uomo che impersona fino ai limiti estremi la mostruosità del borghese. Baudelaire, il dandy, è rivoluzionario coi conservatori, conservatore coi rivoluzionari; con gli atei dice che è un gesuita; coi credenti bestemmia. Se va sulle barricate coi rivoluzionari lo fa per "fucilare il generale Aupick", il patrigno che non lo capisce e gli porta via la madre. Ma non va mai fino in fondo: il sedicente antiborghese piagnucola una candidatura all'Accademia. Come uomo non è Rimbaud, che è coerente, anche nella scelta del commercio di armi (quello degli schiavi non è stato mai accertato, io personalmente non ci credo), che corrisponde a un addio definitivo della poesia; Rimbaud è integro, Baudelaire è marcio fino al midollo. Però è stato un poeta eccelso, anche se la sua grandezza sta nell'accettazione del fascino del male, che diventa il compagno dell'uomo non in rivolta, ma l'uomo corrotto. Io, che sono un moralista, mi ribello a questa visione, però non ne nego affatto la grandezza poetica. Il limite imperdonabile del libro distruttivo di Sartre è che nella dissezione inserisce anche l'opera poetica. E qui era meglio se taceva, perché la sua opera - la sua di Sartre - non vale una virgola cancellata di quella di B.<BR/><BR/>Grazie per la foto. In effetti vorrei sperimentare un po' l'accostamento testo/immaginiAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-10805580.post-1137013066044847882006-01-11T21:57:00.000+01:002006-01-11T21:57:00.000+01:00Infatti Baldrus. Come cantava De André "dal letame...Infatti Baldrus. Come cantava De André "dal letame nascono i fior".<BR/>Non credo però tanto che il nostro si compiaccia del dolore e dell'odio -quanto che voglia evaderne ma ad un livello squisitamente e puramente estetico -al contario di un Rimbaud appunto, che finisce però per commerciare (pare) in armi e schiavi; ma da contraltare fanno poi i suoi rapporti col patrigno, la madre, la sua Jeanne ed un mondo accademico che gli preferisce davvero delle mezze calzette -e ci sono pagine di Proust molto belle su questo. Anche lui è uno di quelli che ci mostra i lati bui della nostra anima -dicendoci non di vergognarcene ma di metterceli di fronte: e lui lo ha fatto con la poesia.<BR/>Nell'apertura dei Fleur du mal, nel "Au lecteur" scrive: "L'ignoranza e il peccato, la lesina e l'errore/ ci regnano in cuore, sfibrano i nostri corpi,/e i nostri graziosi rimorsi li sfamiamo/ come un mendicante dà da mangiare ai suoi insetti." E conclude col celebre "Hypocrite lecteur, - mon semblable, - mon frère!"<BR/><BR/>maline<BR/><BR/>P.s.: molto bella la foto!Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-10805580.post-1137010339298600522006-01-11T21:12:00.000+01:002006-01-11T21:12:00.000+01:00Vero, maline, ma Van Gogh mostra certamente i mang...Vero, maline, ma Van Gogh mostra certamente i mangiatori di patate con stile tragico, però viveva in mezzo a loro nel Borinage, ne condivideva la miseria, e i suoi quadri sono pervasi di compassione. Dico compassione, non moralismo. Rimbaud invece è un ragazzo in rivolta. Invece Baudelaire, a diferenza di loro, si compiace in tutto: nel dolore, nell'odio. Sguazza nel letame, lo mangia e lo beve. Questo non toglie che i Fiori del Male sia un libro (del male) di enorme qualità poetica.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-10805580.post-1136988333256071212006-01-11T15:05:00.000+01:002006-01-11T15:05:00.000+01:00La scrittura è un mezzo di purificazione -anche pe...La scrittura è un mezzo di purificazione -anche per l'odio: Céline ne sa qualche cosa e noi con lui. Alcuni riescono ad uscire dagli inferni, altri li trovano consoni al proprio modo di sentire. E spesso più a questi che ai primi dobbiamo dire grazie.<BR/>Baudelaire l'arrogante, lo snob, l'albatro, il dandy che faceva attenzione al vestire e ai tintinnanti gioielli che risvegliavano i sensi... Baudelaire che per primo canta l'uomo della massa, della città, l'individuo senza identità che non sia in un lampo subito sommerso. Le pagine che scrive sui belgi e che citi sono terribili sì (baudelairianamente terribili), eppure... che volti avevano ad esempio i mangiatori di patate raffigurati da van Gogh? O, per rimanere in ambito letterario, che scriveva Rimabud, anche se in aqltri toni, della provincia (di cui era figlio) e dell'insopportabilità della gente che ci viveva -e della sua voglia di scapparne? <BR/>L'odio è forse l'evasione impossibile, l'impotenza, la bestemmia ripetuta -il "crénom" che Baudelaire, colpito dall'afasia, ripeteva e che era la sua ultima principesca rabbia contro l'universo.<BR/><BR/>malineAnonymousnoreply@blogger.com