tag:blogger.com,1999:blog-108055802024-03-07T20:06:39.614+01:00Baldrus MC Unknownnoreply@blogger.comBlogger384125tag:blogger.com,1999:blog-10805580.post-60015941799268412242014-10-06T13:14:00.000+02:002014-10-06T13:28:40.539+02:00Hong Kong, Italia<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMuA1bEAqwFEFUScmwdNpXWDHoEQoyWMTmI1MZm9ugXyckepbn6ZVzJnEuFOcJhSzHsJRc6XIorsY3ICBJOPqUk-QQBaTYApuWoJ2opU9o-XL7X-oUTDneC-XIbnuYHv6PyHJO/s1600/hong_kong_-_occupy-600x300.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMuA1bEAqwFEFUScmwdNpXWDHoEQoyWMTmI1MZm9ugXyckepbn6ZVzJnEuFOcJhSzHsJRc6XIorsY3ICBJOPqUk-QQBaTYApuWoJ2opU9o-XL7X-oUTDneC-XIbnuYHv6PyHJO/s1600/hong_kong_-_occupy-600x300.jpg" /></a></div>
Secondo le informazioni di cui disponiamo i giovani di Hong Kong stanno manifestando soprattutto per due obiettivi: possibilità di scegliere i candidati alle elezioni, che invece sono imposti dal regime, e libertà di stampa. I nostri media spingono, sostengono, appoggiano i giovani democratici che si oppongono al cattivo regime comunista cinese illiberale.<br />
<br />
E se volgessero lo sguardo in casa loro/nostra? Gli italiani possono scegliere i candidati alle elezioni? No. La legge-truffa della coppia Renzi-Berlusconi blinda le liste ancora più del Porcellum, nessuna preferenza, candidati imposti dai partiti. <br />
<a name='more'></a><br />
E la libertà di stampa? In Italia è solo virtuale. I giornali sono quasi tutti di proprietà di industriali-padroni, che li obbligano a una linea editoriale di assoluto sostegno al regime. Per non parlare della televisione, tutta, schierata in modo apologetico e staliniano col governo. Non esiste uno spiraglio, una voce critica, niente. E' persino peggio della televisione cinese. Dov'è la libertà?<br />
<br />
Magari ci fossero anche da noi delle manifestazioni come a Hong Kong!<br />
<br />
<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-10805580.post-54686884420814895832014-09-25T13:32:00.001+02:002014-09-25T13:35:39.848+02:00Against the Troika<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWuch8xdpP0_KEIbSWCQnaOmCg-oc6ng0MprFSYdM5HNN2w82RSc3oxAMl_srf8pIvdqt0lv6pvPf_ftzxDEFWiaggUP9ZhfcAU9N4aLIzL9rP60nSN13ufJrTTqo7cK0GiRYD/s1600/Troika.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWuch8xdpP0_KEIbSWCQnaOmCg-oc6ng0MprFSYdM5HNN2w82RSc3oxAMl_srf8pIvdqt0lv6pvPf_ftzxDEFWiaggUP9ZhfcAU9N4aLIzL9rP60nSN13ufJrTTqo7cK0GiRYD/s1600/Troika.jpg" /></a></div>
Giochi sporchi, sporchissimi, luridi nel baraccone italiano. Dopo alcuni mesi di populismo e di annunci, il governo dei saltimbanchi, cioè ministri di paglia che fingono di governare, i cosiddetti “poteri forti” (banche internazionali, e la troika), stanno staccando la spina. Troppo poco operativo, non abbastanza massacratore. Renzi avrebbe ormai i giorni contati. La corsivista di <i>carmilla </i>lo dice da sempre, e io non ci credevo. Renzi è troppo populista, pensavo, e in Italia, si sa, il populismo paga sempre. <br />
<a name='more'></a>Ma basta che i media, ora asserviti, gli voltino le spalle (e ha iniziato il <a href="http://www.corriere.it/editoriali/14_settembre_24/nemico-specchio-f3e6ce3e-43a8-11e4-bbc2-282fa2f68a02.shtml"><b><i>Corriere</i></b></a>), per ribaltare gli umori popolari. Poi, andrà su Draghi, o chi per lui. Ovvero, un nuovo Monti. Vale a dire: nuovi, operativi massacri sociali, senza buffonate e discorsi a vanvera. Di nuovo sanità, pensioni, scuola. La devastazione di ciò che resta, forse il default stile Grecia. Non sto facendo l’apocalittico. E’ così che va. E’ questo il progetto.<br />
Intanto gli italiani inghiottono tutto, la distruzione del futuro per i propri figli, le proprie pensioni, tutto. Siamo (cioè, “sono”, io mi chiamo fuori questa volta) dipendenti della demagogia televisiva, senza un po’ di senso critico, né di coraggio.<br />
<br />
Intanto, quelli procedono. Ci tengono in pugno e lo sanno. <br />
Ci derubano, ci rovinano, tanto i voti arrivano sempre. <br />
<br />Unknownnoreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-10805580.post-68266662947144735792014-09-17T12:45:00.001+02:002014-09-18T21:56:28.859+02:00Un film che non tramonta mai<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEix6Kwv1dYp9y7G_i4_W1jlvF6zx6Vr3FmsscUIsV0D-TaB3guYRtShQWlmq1BCfW1jN9Emv2Gi8ym6hHPSWJBqVJ4GD2-1K4EqiLzvivuRT6oeoMw8YJaljUkBMim7qB6J38lt/s1600/pat_garrett_and_billy_the_kid.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEix6Kwv1dYp9y7G_i4_W1jlvF6zx6Vr3FmsscUIsV0D-TaB3guYRtShQWlmq1BCfW1jN9Emv2Gi8ym6hHPSWJBqVJ4GD2-1K4EqiLzvivuRT6oeoMw8YJaljUkBMim7qB6J38lt/s1600/pat_garrett_and_billy_the_kid.jpg" height="320" width="212" /></a></div>
Ho rivisto, per la terza o quarta volta, <i>Pat Garrett e Billy the kid</i>, di Sam Peckinpah, del 1973. Quarant’anni. E non ha perso un’oncia di interesse, né di attualità. E’ tutto ancora valido, tutto di prim’ordine, dalla colonna musicale di Bob Dylan alla storia ai personaggi allo stile. Insomma, un capolavoro che non si fa intaccare dal tempo. Forse perché è una storia epica, eroica, romantica e un po’ disperata, e queste cose non invecchiano mai. Kris Kristofferson è speciale, Bob Dylan è speciale e divertente, James Coburn è un gigante. E’ lui il personaggio principale, il più complesso. Ha “tradito” il suo passato perché vuole vivere, vuole invecchiare. Vuole avere un lavoro, un futuro. Per cui si rimette al servizio del padrone Chisum, per il quale è stato un pistolero, insieme a Billy, come sceriffo con l’incarico di catturare o uccidere il suo vecchio pard. Scende a patti – patti pesanti – con la realtà, sporca, puzzolente e pelosa. E lo sa. Ma va avanti, perché crede di non avere scelta. Anche il Kid crede di non avere scelta. Lui è un eroe, è dalla parte dei deboli e degli indifesi, contro Chisum, e per questo il suo destino è la morte. Pat Garrett è l’uomo del destino. Uccide il Kid perché "deve". Lo uccide quasi a tradimento, tanto non fa differenza. Uccide tutto ciò che ancora di eroico sopravvive in lui, uccide la sua giovinezza, uccide una parte di se stesso. E quando se ne va noi sappiamo che anche lui è morto. E' morto dentro, un morto che cammina. Anzi, che cavalca.<br />
In questo Pat Garret è l’uomo moderno.<br />
Come Baudealire. Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-10805580.post-55685264788038223482014-09-12T23:42:00.000+02:002014-09-12T23:45:06.442+02:00Sua Oscenità<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisMIsCrFPZZhprPDIYQeNfAF4lI5Stit9jEUBVwTAa2h7_RmPtoXANThyphenhyphenkZ6SDUQqGBvEskiyEuPIjcZ99ATMZ4HtE-1PVSXFrPooMNCT8CUFJFgokk1g_thiO8yYC5RyUDncx/s1600/Luca_Cordero_di_Montezemolo.gif" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisMIsCrFPZZhprPDIYQeNfAF4lI5Stit9jEUBVwTAa2h7_RmPtoXANThyphenhyphenkZ6SDUQqGBvEskiyEuPIjcZ99ATMZ4HtE-1PVSXFrPooMNCT8CUFJFgokk1g_thiO8yYC5RyUDncx/s1600/Luca_Cordero_di_Montezemolo.gif" /></a></div>
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<br />
<div class="MsoNormal">
27 milioni di € come “liquidazione” per l’uscita del nobile
Luca Cordero di Montezemolo dalla Ferrari. Un’oscenità vivente. Un’offesa a
tutte le difficoltà esistenziali di chi combatte per sopravvivere in una
società controllata dagli squali, dai ladroni legali e dai mafiosi
istituzionali. Da dove vengono questi soldi? Uno dice, cavoli loro, tanto è il
privato. Invece no. E’ tutto “olistico”, come ogni cosa o creatura che si muove
su questo pianeta. Quando la FIAT,
proprietaria della Ferrari, va in crisi, chi paga? L’INPS, con la cassa
integrazione. Cioè i pensionati, spennati dai governi-vampiro che rubano gli
euro ai vecchi per tutelare i superstipendi e i profitti dei padroni. Gli
orribili, tremebondi pagliacci televisivi che fingono di “governare” sono lì
apposta. E la FIAT
che se ne va dall’Italia per non pagare le tasse? <br />
<a name='more'></a></div>
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Non si può votare per costoro. Non ha senso. Non si può essere
eternamente succubi del ricatto: o con noi o è la rovina. Non si può continuare a essere vittime del terrorismo populista-mediatico. Non è possibile che un paese lavori con minuzia, con accanimento,
per la propria autodistruzione.</span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-10805580.post-84659286946544041592014-09-10T21:34:00.001+02:002014-09-10T21:36:13.656+02:00La sterminata famiglia dei bookinari<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNL0RfcjQYnA6Z__wUu7QvN8DVAuYOFRoP7_VVC5oW3gmAHMGkwr1CZbZEk41_dxbNXCckQEDMlsQp4G-z5MEkC3BtLjvYTeYmbN1bohbnZImA_FuNI8XZ5muHD4X5Oj7S5B6m/s1600/facebook.gif" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNL0RfcjQYnA6Z__wUu7QvN8DVAuYOFRoP7_VVC5oW3gmAHMGkwr1CZbZEk41_dxbNXCckQEDMlsQp4G-z5MEkC3BtLjvYTeYmbN1bohbnZImA_FuNI8XZ5muHD4X5Oj7S5B6m/s1600/facebook.gif" /></a></div>
Così anch'io ho una pagina facebook. L'ho scoperto per caso qualche giorno fa. Non l'ho aperta, almeno non in modo cosciente. Posso avere aperto una pagina facebook per sbaglio? O per caso? Eppure è lì. Ora cercherò di farla funzionare, essendo uno dei pochi in Italia a non averne una (cioé, <i>ero</i>: ora c'è!). Ho anche 2 amici, che non so come ci sono finiti. Qualcuno mi aiuterà a capirci qualcosa. Anche a mettere una foto. Comunque temo che il mio solito problema tornerà a farsi vivo: l'incapacità, o l'impossibilità di curarne regolarmente l'aggiornamento, che è la chiave per tenerla attiva a visitata (come questo blog). Poi dovrò anch'io procurarmi uno smarphone, così diventerò uno di quelli costantemente chini sul telefonino a digitare ossessivamente.<br />
Non l'ho fatto apposta, dannazione, ma ormai ci sono.<br />
<br />Unknownnoreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-10805580.post-56187852705093733972014-08-08T22:21:00.000+02:002014-08-08T22:21:00.453+02:00Jimi Hendrix in riviera<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj09tCs5BjTw69y53LDiEm1cLFEcihEQKrwUzTeWtw4FsXGCnwVOUqX_YGdY0-dxJFgzFKWkYYlwbv3Wec_YdQuONhyehWDug6XI2p17xA4vAxCJKzTF-z2QpUvO8FmC84XvRzU/s1600/Jimi-hendrix-copertina-web.gif" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj09tCs5BjTw69y53LDiEm1cLFEcihEQKrwUzTeWtw4FsXGCnwVOUqX_YGdY0-dxJFgzFKWkYYlwbv3Wec_YdQuONhyehWDug6XI2p17xA4vAxCJKzTF-z2QpUvO8FmC84XvRzU/s1600/Jimi-hendrix-copertina-web.gif" /></a></div>
E' uscito, è stampato.<br />
Ora Jimi si sposta in riviera, a <b>Punta Marina (RA).</b> <b>Martedì 12 agosto, al Bagno Pelo n.33, ore 21,30</b>, si terrà una serata dedicata a Jimi. Verrà proiettato un documentario sul concerto che Hendrix tenne a Bologna, nel maggio 1968 al Palasport. Il filmato è ricco di manifesti, foto, riprese rare in bianco e nero, interviste a vari personaggi, Carlo Verdone, Andrea Mingardi, Dodi Battaglia, tanti musicisti che in quell'anno erano molto giovani, scoprirono Jimi Hendrix e qualcuno ci suonò pure insieme, nel corso di lunghe jam session.<br />
<br />
Ci saremo anche noi, cioè io, e Jimi del libro, mio alter ego, a parlare del romanzo.<br />
Sia il documentario sia <a href="http://www.edizioniarianna.it/index.php?option=com_abook&view=book&catid=14%3Aromanzi&id=135%3Ail-mio-nome-e-jimi-hendrix&Itemid=55"><b><i>Il mio nome è Jimi Hendrix</i></b></a> sono stati presentati in anteprima al Biografilm Festival di Bologna, in giugno. <br />
<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-10805580.post-66849142380788282522014-08-01T22:09:00.002+02:002014-08-01T22:23:15.583+02:00CHI SARA'?<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXhR1TIczGAHcLKOrShqjY-bIt15yqwwZjPzXiiqNIQ2NzSvjKr6dhKft9vmR-sjciWGil78XBbcCNjsKfJitkJFQ4wu7rhDsgOD61ctDn5t-_0-W-h-Mvu3YuYm3_k3R93-r_/s1600/frida-kahlo.gif" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXhR1TIczGAHcLKOrShqjY-bIt15yqwwZjPzXiiqNIQ2NzSvjKr6dhKft9vmR-sjciWGil78XBbcCNjsKfJitkJFQ4wu7rhDsgOD61ctDn5t-_0-W-h-Mvu3YuYm3_k3R93-r_/s1600/frida-kahlo.gif" /></a></div>
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<br />
<div class="MsoNormal">
Riordinando libri e carte varie, si è aperto un quaderno ed
è apparsa questa poesia, trascritta a mano con penna blu. L’ho letta
velocemente e mi sono chiesto: l’ho scritta io? Questa domanda, che non
riusciva ad avere risposta, mi ha squilibrato fortemente. L’ho riletta, mi
suonava familiare, ma non credo di avere scritto poesie da molti anni. Anzi,
non credo di riuscire a scrivere poesie. Soprattutto poesie come questa. Per
cui ho deciso che non l’ho scritta io. Non avrei potuto.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Quindi la domanda è: chi l’ha scritta? Io l’ho letta, mi è
piaciuta, l’ho trascritta ma non ho indicato l’autore o l’autrice. </div>
<div class="MsoNormal">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Finestrini d’addio</i>.
</div>
<div class="MsoNormal">
Non avrei potuto.</div>
<a name='more'></a><br />
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<b>Nella stanza bianca</b>, con le tendine, vicino alla stazione</div>
<div class="MsoNormal">
Un paese dai tetti neri, nessun marciapiede d’oro</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Storni esausti, i cavalli d’argento inseguivano</div>
<div class="MsoNormal">
I raggi di luna nei tuoi occhi scuri</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
La luce dell’alba ti sorride</div>
<div class="MsoNormal">
Lasciandoti la<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>mia
soddisfazione</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Aspetterò in questo posto dove il sole non splende mai</div>
<div class="MsoNormal">
Aspetterò in questo posto dove le ombre fuggono da loro
stesse</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Mi hai detto che nessuna corda avrebbe potuto legarti alla
stazione</div>
<div class="MsoNormal">
Biglietti d’ingresso, inquieti motori diesel, finestrini d’addio</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Sono entrato in tale stato di depressione alla stazione</div>
<div class="MsoNormal">
Mentre uscivo ho sentito nascere il mio stesso bisogno</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Aspetterò in coda quando i treni torneranno indietro</div>
<div class="MsoNormal">
Giocherò con te, dove le ombre fuggono da loro stesse</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Alla festa lei era la gentilezza in una folla ostile</div>
<div class="MsoNormal">
La consolazione per quella vecchia ferita ora dimenticata</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Tigri gialle, accovacciate nella giungla dei suoi occhi
scuri</div>
<div class="MsoNormal">
Lei si veste, finestrini d’addio, storni esausti</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Dormirò in questo posto con la folla solitaria</div>
<div class="MsoNormal">
Giocherò nel buio, dove le ombre fuggono da loro stesse</div>
Unknownnoreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-10805580.post-90803538334617183512014-07-28T12:06:00.000+02:002014-07-28T12:07:23.026+02:00THE END 2<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6kbia8Qe2S3lRWh6mL3NzqkF1hFPJvYnUGS2jEMzvosVwuLdwG0pwQkfXIBZZtR1JvZp9nLby2ZYloPdH5Kr-WG9fSX6sHlsdYkFdwavNz5215EIdzhEQdeZmPfDcIgoEzXoM/s1600/riccio.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6kbia8Qe2S3lRWh6mL3NzqkF1hFPJvYnUGS2jEMzvosVwuLdwG0pwQkfXIBZZtR1JvZp9nLby2ZYloPdH5Kr-WG9fSX6sHlsdYkFdwavNz5215EIdzhEQdeZmPfDcIgoEzXoM/s1600/riccio.jpg" /></a></div>
Ieri, domenica 27 luglio, ho assistito a una scena che mi ha impressionato. Una scena che ha continuato a seguirmi nella memoria, oltre che a suscitare in me molte domande.<br />
<br />
Camminavo sull’argine del fiume Senio, ad Alfonsine (RA), sull’erba appena tagliata, quando ho quasi calpestato un piccolo riccio. Era sdraiato su un fianco, appena di lato al sentiero. Morto. Le mosche si posavano sul muso, che sembrava schiacciato, annerito. Contemplavo quel corpo che aveva terminato il suo cammino su questa terra, una delle tante immagini della fine che incontriamo nel nostro, di cammino. Ho impiegato alcuni secondi per accorgermi che qualcosa non andava. C’era una difformità, come un errore. Un particolare sbagliato. <br />
<a name='more'></a>Respirava. Tutta la parte centrale del tronco si alzava e si abbassava. Ho guardato con più attenzione: l’occhio era aperto, e mi fissava. Poi arrivava un moscone che cercava di succhiarglielo, allora lo chiudeva. Il moscone volava via, o si spostava sul muso, e allora lui lo riapriva.<br />
<br />
Era ancora vivo, anche se non riusciva a muoversi. <br />
Era morto, col muso distrutto, forse schiacciato dalla ruota di una bicicletta, ma vivo.<br />
Le mosche lo tormentavano. Aspettava la fine. Forse come una liberazione.<br />
<br />
Mi sono chiesto con un senso di angoscia cosa fare. Un gesto di pietà sarebbe stato dargli il colpo di grazia, come si fa con gli animali. Eutanasia, per mettere fine alle sue sofferenze. Ma come? Non potevo schiacciarlo con un piede. Sarebbe stato atroce, col rischio di portare al massimo la sua sofferenza. <br />
<br />
Sono rimasto immobile, come in sogno, a guardare quella creatura morta che invece era viva. Mi sono posto domande confuse sulla vita e la morte, sulla pietà, sul destino.<br />
<br />
Alla fine me ne sono andato, lasciandolo nella sua condizione di morto-vivo, un animale morto mangiato dalle mosche che continuava a respirare. Chiedendomi se avevo fatto la cosa giusta. Cioè nulla. Non ho fatto nulla.<br />
<br />
E continuo a chiedermelo. <br />
<br />Unknownnoreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-10805580.post-521721352259783052014-07-20T20:58:00.003+02:002014-07-21T09:22:32.318+02:00THE END<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2bcg6lNVmhTBI6jsEtd9IIYLE3dk8s93xnzBagzihF92PdIEA7yQFuha-PxFyFWE28bCm8Wu_fsOqLfAma0vCS9llEH9af0rvoSawFj9lWWXqppzRt4RNq3RnvUVgNweiFLLV/s1600/beppe-grillo.gif" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2bcg6lNVmhTBI6jsEtd9IIYLE3dk8s93xnzBagzihF92PdIEA7yQFuha-PxFyFWE28bCm8Wu_fsOqLfAma0vCS9llEH9af0rvoSawFj9lWWXqppzRt4RNq3RnvUVgNweiFLLV/s1600/beppe-grillo.gif" /></a></div>
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<br />
<div class="MsoNormal">
Alcuni commentatori l’avevano previsto, e io tra questi: il
Movimento Cinque Stelle deve fare molta attenzione alla propria politica e ai
propri parlamentari perché la permanenza in un sistema ammalato fa contrarre il
virus. Si può dire che abbiano tenuto duro, ma ora pare che questo tempo sia
arrivato. I recenti incontri con Renzi, con l’obiettivo di creare un blocco
politico che escluda Berlusconi, sono emblematici. La risposta del regime mi
pare chiara: l’assoluzione in appello di Berlusconi, salutata col consueto
trionfalismo dalle televisioni, Rai in testa, perché segna l’avvio di
una nuova fase: le “riforme”, le alleanze di ferro tra il PD renziano e la
destra. Che è quello che vuole il dittatorello populista, un accordo tra forze
prive di morale, dove contano solo gli accordi sottobanco, mi dai
questo, io quello, senza tante complicazioni e conflitti. E la destra in questo
è maestra mondiale. Basta mettersi d’accordo. I risultati sono un aborto di
Senato, composto dai presidenti di regione, che nel Paese Dei Ladri sono tra i
peggiori, con l’immunità; e una legge elettorale che supera il Porcellum. E altre
previsioni horror: l’abbattimento delle tasse agli industriali, con conseguente
aumento a tutti gli altri, e l’ulteriore distruzione del welfare, sanità in
testa, già abbondantemente rovinata dalle spending rewiew. Perché “gli eroi
nazionali”, come li ha chiamati Renzi, sono sempre in TV a lamentarsi che il
carico fiscale è “inaccettabile”, mentre in Germania, per esempio, è più alto,
e gli operai hanno stipendi più alti dei nostri. Ma in Germania il Made in
Germany è tutelato, è eccellente, mentre da noi il Made In Italy è stato distrutto
dalle delocalizzazioni selvagge degli “eroi”. Ne ho parlato un anno fa<a href="http://notizie.tiscali.it/socialnews/Baldrati/7775/articoli/Gli-imprenditori-invocano-misure-per-l-occupazione-Intanto-portano-le-loro-fabbriche-all-estero.html"> <b>qui. </b></a></div>
<a name='more'></a><br />
<div class="MsoNormal">
La bellezza, per così dire, del M5S, era il suo essere un
movimento di pura protesta, senza dubbio interno a un sistema
borghese-liberale, ma efficace, forte, sincero. Hanno condotto battaglie
importanti, contro le privatizzazioni, i privilegi della cricca, le malefatte dei
delinquenti legali che siedono sui banchi del Potere a spese nostre. Ma le
ultime elezioni hanno segnato uno stop. I risultati hanno causato una
progressiva uscita di scena del leader personalistico, Beppe Grillo, e dato
forza a chi da tempo sostiene che bisogna cercare alleanze, accordi, insomma
entrare a gamba tesa nella politica di serie A. Il che significa diventare come
gli altri, un partito che traccheggia, che si adegua, che chiede e cede, come
tutti. Cioè la fine. La morte. Al di là dei risultati elettorali.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Forse questo epilogo è nella natura stessa di questi
movimenti. Quando non si ha un progetto alle spalle, un progetto globale di cambiamento,
di rivoluzione politica-sociale, la durata è a scadenza, come il latte. Non può
essere altrimenti. La storia lo insegna. Tutti i movimenti di contestazione
studentesca hanno avuto una durata limitata. Così i movimenti
culturali, dai Provos ai Punk. Che non è da confondersi con la “sconfitta”. I
movimenti rivoluzionari sono stati sconfitti dalla reazione, borghese o
fascista. Anche questo è nella storia. Ma è diverso dalla scadenza naturale. La
sconfitta è la perdita della guerra. La scadenza è l’esaurimento del proprio
mandato, della propria energia, perché non vi è continuità, non vi è progetto,
ma solo opposizione, solo protesta. E in un regime come il nostro, mezzo
dittatoriale e populista, il “Renzusconi”, alla fine i poteri forti, che controllano
i governanti di paglia, trionfano.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Insomma, se la tendenza non cambia, possiamo dire addio al
M5S. </div>
<div class="MsoNormal">
E’ triste dirlo, ma l’Italia è un paese morto. Non c’è
futuro, perché non c’è movimento, dinamismo, speranza, ideale. I ricchi
trionfano, si arricchiscono sempre più, mentre gli altri si impoveriscono. Eppure
li votano. Votano per i propri carnefici.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Sì, il mio consiglio per chi ha dei figli è il seguente:
cercate di farli emigrare, qui non c’è futuro per loro. Non c’è avvenire nel
Pese Dei Ladri e Delle Mafie. Il loro futuro è già stato rubato dagli squali
della cricca.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
E’ triste, lo so. E’ disdicevole scrivere questa cose. Bisogna
dire che c’è sempre la speranza, che bisogna lottare, credere nel progetto.</div>
<div class="MsoNormal">
Va bene. Diciamolo. Affermiamolo con forza.</div>
<div class="MsoNormal">
Ma è inutile.</div>
<div class="MsoNormal">
Enormi fette di popolazione votano per i propri aguzzini,
per sentirsi dire ciò di cui hanno bisogno: la crescita, l’Italia ce la farà,
il nuovo, e altre balle spaziali con le quali i domestici di Renzusconi
inondano gli accoglienti schermi di una televisione asservita.</div>
<div class="MsoNormal">
Stiamo vivendo in una tragedia shakespeariana.</div>
<div class="MsoNormal">
That’s the end.<br />
<br />
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Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-10805580.post-81938302503424361692014-07-14T22:03:00.001+02:002014-07-16T10:36:00.686+02:00Il suo nome è Jimi Hendrix<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFzgcTxFAb5b4x95KHU_7qD6RYcE6GhPPpwL8ukEaY16_oS9odjI5Vn64ggEDc2I9NhTf9QNbMmpnTBMKnNVXD1tLf1DkEoTTxEAj4zab9VnFPbbx1R4HGUizf_NpMBpBGy_mH/s1600/Jimi-hendrix-copertina_rid.gif" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFzgcTxFAb5b4x95KHU_7qD6RYcE6GhPPpwL8ukEaY16_oS9odjI5Vn64ggEDc2I9NhTf9QNbMmpnTBMKnNVXD1tLf1DkEoTTxEAj4zab9VnFPbbx1R4HGUizf_NpMBpBGy_mH/s1600/Jimi-hendrix-copertina_rid.gif" height="320" width="226" /></a></div>
<span style="color: #cc0000;"><i><b>Matteo Telara</b> ha scritto questa interessante recensione sul sito <b>La Poesia e Lo Spirito</b>. Ha colto molti punti importanti del romanzo, forse i più importanti. Il libro non è ancora stampato, lo sarò entro luglio. Il 12 agosto lo presenteremo a Ravenna, dove verrà tra l'altro proiettato un documentario su Jimi Hendrix, quando si esibì al palasport di Bologna nel 1968, un concerto che andò quasi deserto perché pochissimi, in Italia, sapevano della sua esistenza. </i></span><br />
<br />
<span style="color: blue;"><i>Come ho già scritto, l'attuale situazione editoriale è grave. Molti editori indipendenti chiudono. Il "mercato" è completamente in mano alle major, che "pompano" con una quantità enorme di titoli usa e getta. Per questo alcuni editori stanno uscendo dal circuito della distribuzione, dove non hanno promozione alcuna né visibilità. Significa buttare nel nulla le copie, e le poche vendute (che non vengono quasi mai esibite sugli scaffali delle librerie megastore, le uniche ormai che restano aperte) vedono i ricavi quasi completamente "succhiati" dal distributore. Questi editori cercano, con grande fatica, dei circuiti alternativi, vendita diretta soprattutto. Per questo suggerisco, a chi fosse interessato a questo romanzo, che personalmente amo molto, di rivolgersi alle librerie on-line oppure scrivere direttamente all'editrice <b><a href="http://www.edizioniarianna.it/">Arianna</a></b>: </i><i>
<a href="mailto:info@edizioniarianna.it">info@edizioniarianna.it</a></i></span><br />
<br />
<b><span style="font-size: large;"><i>Il mio nome è Jimi Hendrix</i></span></b><br />
<span style="color: #cc0000;"><i><span style="color: black;">di <b>Matteo Telara</b></span></i></span><br />
<br />
<span style="color: #cc0000;"><span style="color: black;">Ha tutto quello che ci si aspetterebbe da un romanzo generazionale questo <i><b>Il mio nome è Jimi Hendrix</b></i> di <b>Mauro Baldrati</b>, pubblicato dall’editore indipendente Edizioni Arianna
di Palermo: una gioventù inquieta e diversificata, ai cui sogni di
riscatto si contrappone una disarmante pochezza di prospettive; genitori
spesso distanti, che non capiscono o che non vogliono ricordare cosa
significasse essere giovani; i primi amori, consumati nelle sale fumose
di qualche discoteca o di qualche casa affittata; l’Italia alla vigilia
dei ’70 e infine una colonna sonora vibrante e portentosa, che però, e
questo è un particolare da non sottovalutare, proviene<span id="more-78774"></span>
da un mondo oltreconfine (l’Inghilterra e gli Stati Uniti) che sembra
aver già da tempo abbracciato quel senso di libertà e di liberazione che
dalle nostre parti è invece imbrigliato nelle maglie sempre più
opprimenti di un’ideologia invadente e onnicomprensiva.</span></span><br />
<br />
<span style="color: #cc0000;"><span style="color: black;">(Continua a leggere su<a href="http://lapoesiaelospirito.wordpress.com/2014/07/14/il-mio-nome-e-jimi-hendrix-2/#more-78774"><b> LPELS</b></a>) </span></span><br />
<br />
<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-10805580.post-44145984680749623442014-06-18T18:33:00.001+02:002014-06-18T18:35:59.766+02:00E' tornato il TG Morte<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFrFFfehfxMF8K9OyhLh4Px1Rcqc-vXBC_yywoIW1-b0KOXTniZIQVeYJwV7OzbFPX9yrSw3IDK_5Ir26OnkI8Gq1lAJbKMYnrPVNEZ_32syjv_hbJP9ucDCSuXJ-xkAwiCUqE/s1600/Horror.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFrFFfehfxMF8K9OyhLh4Px1Rcqc-vXBC_yywoIW1-b0KOXTniZIQVeYJwV7OzbFPX9yrSw3IDK_5Ir26OnkI8Gq1lAJbKMYnrPVNEZ_32syjv_hbJP9ucDCSuXJ-xkAwiCUqE/s1600/Horror.png" /></a></div>
Più aggressivo e splatter che mai. I telegiornali di questi giorni si aprono con enfasi su casi horror di cronaca nera, con dovizia, se possibile, di particolari. Il principale è certamente il caso di Yara, la ragazzina trovata morta dopo essere stata seviziata. Un caso davvero terribile. Sul quale ora i media speculano, dopo l'annuncio di un ministro-sciacallo, con la consueta mancanza di qualsiasi etica professionale. Tipica, nei telegiornali italiani, la domanda del "giornalista" al padre o alla madre di una vittima: "Come si sente?" Atroce. Da colpirlo di piatto in faccia con una padella. Invece ce lo dobbiamo sorbire in TV. <br />
Su questa triste deriva di una informazione già da terzo mondo, segnalo qui un interessante articolo de <b><i>il manifesto</i></b>.<br />
<br />
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<br />
<b><span style="font-size: large;">Yara, Alfano dà per primo la notizia e la tragedia è servita</span></b><br />
<br />
di <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Giorgio Salvetti</b><br />
<br />
Una tragedia. Ecco cos’è la storia di Yara Gambirasio. E non solo
la sua. Qui sta il mistero. Non quello dell’assassino che sarebbe stato inchiodato
dal dna. Ma il nostro. Parliamo di loro per parlare di noi. Nella cultura
pop la catarsi collettiva per compiersi ha bisogno di un terribile caso
di cronaca nera. Va in scena a reti unificate. E poco importa se
non c’è niente di giusto.<br />
<a name='more'></a><br />
In questa storia c’è tutto. L’efferato omicidio di una ragazzina di 13
anni e la morbosità delle tracce organiche sui suoi slip. Il primo
mostro sbattuto in prima pagina fu uno straniero poi scagionato. E ora
è un muratore, padre di famiglia che non sa neanche chi è suo
padre. Temi ancestrali, irrazionali, conditi da elementi supermoderni ma
altrettanto misterici: il test del dna di massa. Ancora una volta folle di
telecamere si assiepano come un plotone di esecuzione davanti ad anonime
villette di provincia. Quella del “mostro”, ma anche di sua moglie
e dei suoi bambini. Quella di sua madre accusata per di più di aver partorito
di nascosto un figlio «illegittimo». E anche quella della vittima,
dove vivono i genitori di Yara. Sciamano taccuini assetati di dichiarazioni
che non avrebbero diritto di cronaca per nessun motivo al mondo. Domande inutili
e insensate: «Secondo lei è davvero stato lui?».<br />
A dare il via allo spettacolo però questa volta è stato niente meno
che il ministro degli interni Angelino Alfano. È stato lui a battere
tutti sul tempo, voleva dare per primo la notizia. Quasi come se volesse prendersene
il merito o fare concorrenza a Bruno Vespa. «L’opinione pubblica
aveva il diritto di sapere», ha rivendicato. Dopo l’annuncio del Viminale il
circo mediatico non ha più avuto limiti né rispetto per nessuno. Neppure per
Yara: la sua immagine ancora una volta è stata servita ai telespettatori
per cena insieme ai dettagli sul suo corpo martoriato. Accanto al suo viso
innocente è stato gettato in pasto agli schermi il viso del presunto
colpevole. Senza pensare minimamente che anche lui ha dei diritti. Tutte
le tv incantate per ore: hanno rilanciato a ripetizione le insignificanti
immagini delle auto dei carabinieri che lo portavano in carcere in una
sorta di trance collettiva con tanto di folla urlante. Non sono stati risparmiati
neppure i volti dei suoi figli minorenni, le foto rubate dalla pagina
facebook del padre.<br />
Anche gli inquirenti non sono stati ascoltati. Il procuratore capo di
Bergamo, Francesco Dettori, non ha per niente gradito la velina lanciata
in anteprima dal ministro Alfano. Avrebbe preferito mantenere il massimo
riserbo «anche a tutela dell’indagato in relazione al quale, secondo la Costituzione, esiste la
presunzione di innocenza», ha detto. Alfano gli ha risposto male: «Non ho
dato dettagli, piuttosto la procura dovrebbe chiedersi chi ha inondato
i media di una quantità infinita di informazioni». In cambio il ministro
è stato bacchettato su facebook da Beppe Grillo: «Alfano l’ha fatta
grossa».<br />
Ecco dove è finita la politica. Per un giorno sembrava sparita. Ieri
i giornali online, tra una partita e l’altra, erano ridotti
a un lungo elenco di omicidi efferati. Segno che è iniziata
l’estate, o che la fase politica italiana è ormai stabilmente
noiosa. E allora non resta che tornare a cavalcare la cronaca
nera. Un’altra tragedia.Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-10805580.post-78968309622380191692014-06-14T20:23:00.001+02:002014-06-14T21:43:21.043+02:00Il mio nome è Jimi Hendrix, bestseller virtuale?<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
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La presentazione del libro non ancora pubblicato al <b>Biografilm Festiival </b>è andata
bene. L’ambiente era caldo, accogliente, abbiamo sentito interesse e curiosità.
Un ottimo contributo l’hanno dato i due moderatori, <b>Maria Agostinelli</b> e <b>Pierfrancesco Pacoda</b>, con la loro sensibilità e la
loro acutezza.</div>
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Ora dobbiamo passare alla fase due, la stampa. Sembra di essere dentro <b></b><b><i style="mso-bidi-font-style: normal;">Si spengono le
luci</i></b>, </span><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">di <b>Jay McIrney</b></span>, dove a Manhattan si favoleggiava di uno straordinario romanzo che tutti
avevano recensito con toni entusiasti, ma c’era un particolare: nessuno l’aveva
letto, perché non risultava pubblicato. Eppure era un superbestseller. Sarà
così anche per <b><i style="mso-bidi-font-style: normal;">Il mio nome è Jimi Hendrix</i></b>?</span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-10805580.post-62922723073562471782014-06-06T21:46:00.000+02:002014-06-09T18:01:11.976+02:00Il mio nome è Jimi Hendrix<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipKI_xBsdbomjs2rlC78mO8JGl4DlHQCifF0AtKG-MBsOb_yF_s6TGs2AeL6LPy-fhIXkJbsQM0U8_0MsqCQ4KVH0hn4r-wSK44ZrMj9RQd5AgR9mJSW9G0u4SnOj6WPFabt4x/s1600/Cartolina-Jimi-web.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipKI_xBsdbomjs2rlC78mO8JGl4DlHQCifF0AtKG-MBsOb_yF_s6TGs2AeL6LPy-fhIXkJbsQM0U8_0MsqCQ4KVH0hn4r-wSK44ZrMj9RQd5AgR9mJSW9G0u4SnOj6WPFabt4x/s1600/Cartolina-Jimi-web.jpg" /></a></div>
Forse ce la facciamo. Il libro è in preparazione. Intanto lo presenteremo in anteprima al Biografilm Festival di Bologna, sezione "<a href="http://www.biografilm.it/2014/programmazione/cat-biobooks_tagliere"><b>Tagliere letterario</b></a>", <b>venerdì 13 giugno alle ore 17,30</b> al <b>cinema Lumière</b> in Via Azzo Gardino 65. Questa probabilmente sarà la copertina, intanto è il front di una cartolina che verrà distribuita durante l'evento. Presenteranno il libro <b>Pierfrancesco Pacoda</b> e la responsabile degli eventi del festival <b>Maria Agostinelli</b>. Sarà presente l'autore, che poi sarei io.<br />
<br />
Una cosa molto interessante è l'uscita di un film che ho visto recentemente, <b><i>Il treno va a Mosca</i></b>, un documentario che ha come protagonisti un gruppo alfonsinesi degli anni '50 che partirono per Mosca in occasione del Festival Mondiale della Gioventù, che si tenne in quella città nel 1957. Il film è formato da filmati girati da loro stessi e rimontati. C'è Alfonsine negli anni 50, molto emozionante per me. Ora, il paese nel quale si svolge la storia di Jimi è "Mezzaluna", nome immaginario, ma non credo sia un mistero che il modello principale è proprio Alfonsine, benché riassuma le caratteristiche anche di altri paesi della zona, Bagnacavallo, Fusignano, Lugo ecc. Parlerò del film su <a href="http://www.carmillaonline.com/"><i><b>carmilla </b></i></a>martedì 10 giugno. Insomma, la piccola Alfonsine è oggetto di varie narrazioni in questo periodo.<br />
<br />
Sempre su <b><i>carmilla</i></b>, martedì 10, ci sarà una recensione del formidabile film su Jimi Hendrix <i><b>All is by side</b></i>. presentato in anteprima al <b>Biografilm</b>. Non è ancora in distribuzione, lo sarà in autunno.Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-10805580.post-44545065464260654722014-05-24T17:06:00.000+02:002014-05-24T20:02:50.582+02:00Radio Killer<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjv4hJ0UpVjClVptVjELKo-es2YxncIpMyRAqDRX066xRgV8qr-NrGAUWpO7m73IzruEriUk0_u9ef9TA4IsWE9FP_4rQv_t8LnWO0WOrCGVn3enC_PEqS8XTnT2Hb2-UZZq-ad/s1600/cover_professional-killer_R.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjv4hJ0UpVjClVptVjELKo-es2YxncIpMyRAqDRX066xRgV8qr-NrGAUWpO7m73IzruEriUk0_u9ef9TA4IsWE9FP_4rQv_t8LnWO0WOrCGVn3enC_PEqS8XTnT2Hb2-UZZq-ad/s1600/cover_professional-killer_R.jpg" /></a></div>
Domani, domenica 25/05, alle ore 16, sarò a <i><b>Radio Sherwood</b></i> di Padova per parlare di <i><b>Professional Killer</b></i>, nel programma <i><b>Snatura Rock</b></i> condotto da <b>Francesca Ognibene</b>. Pensavo di collegarmi col telefono, ma ho deciso di non rinunciare a una bellissima scampagnata a Padova, una citttà davvero interessante, coi canali, certi angoli suggestivi, soprattutto di notte.<br />
<a href="http://www.sherwood.it/streamingPopup"><b>Qui </b></a>il link per ascoltare la radio in streaming. Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-10805580.post-16556311206589354662014-05-23T21:23:00.002+02:002014-05-23T21:23:57.049+02:00Locke il guerriero<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimQR5vpGa_WvB0_0zQ06iHwMVKH-Thd1CG63Eyx9wLuTvqRWhXoHT95MEDnOuAPwW-1E-ZhxO9sHNYh9x5FnGHNVlNEV2vEDT5Jwmohp7sF9PZ-SgRJwtcPAmmolx1FYjSGcUO/s1600/locke1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimQR5vpGa_WvB0_0zQ06iHwMVKH-Thd1CG63Eyx9wLuTvqRWhXoHT95MEDnOuAPwW-1E-ZhxO9sHNYh9x5FnGHNVlNEV2vEDT5Jwmohp7sF9PZ-SgRJwtcPAmmolx1FYjSGcUO/s1600/locke1.jpg" /></a></div>
Quando è iniziato il film <i>Locke </i>mi è sorto un dubbio: la scena era sempre la stessa, lui in auto, ripreso di fronte in primo e primissimo piano, di notte, mentre telefona. Così mi sono chiesto, allarmato: ma non sarà <i>sempre così</i>, per tutto il film? Avevo letto in fretta le schede web della trama, non avevo colto questo dettaglio niente affatto trascurabile. La risposta non ha tardato: sì. Tutto il film è composto da tre o quattro inquadrature, lui di fronte, qualche zoomata sull'autostrada inglese, il cruscotto del SUV BMW, il display del navigatore. Probabilmente se l'avessi saputo non sarei entrato. E avrei sbagliato. Perché <i>Locke </i>vale. E' un film interessante, avvincente. Ed è una sfida. Così l'ho recensito. Esce stanotte su <a href="http://www.carmillaonline.com/"><i><b>carmilla</b></i></a>.Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-10805580.post-70152227454783006162014-05-16T19:53:00.004+02:002014-05-16T19:54:56.453+02:00Giuseppe Panella recensisce "Professional Killer" su La Poesia e Lo Spirito<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUhTAnQnwsDSEYYFtlOaiU2fIiI2KK6fQA9SDVlQujvL70bSQCoUpFxkOnj4s7g-g4N-15JxyofVtWhQbdoBL9y3bPa2yquA_RbMAFwVTsX3GJWGXx-XEq8vU-E8uNG2j3mNjv/s1600/mauro-baldrati-professional-killer.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUhTAnQnwsDSEYYFtlOaiU2fIiI2KK6fQA9SDVlQujvL70bSQCoUpFxkOnj4s7g-g4N-15JxyofVtWhQbdoBL9y3bPa2yquA_RbMAFwVTsX3GJWGXx-XEq8vU-E8uNG2j3mNjv/s1600/mauro-baldrati-professional-killer.jpg" /></a> [Segnalo questa interessante recensione su <a href="http://lapoesiaelospirito.wordpress.com/2014/05/16/i-libri-degli-altri-n-80-lassassinio-come-una-delle-belle-arti-mauro-baldrati-professional-killer/#more-77941"><i><b>La Poesia e lo Spirito</b></i></a> del
critico letterario <b>Giuseppe Panella</b>, una delle migliori
che ho letto su <i><b>Professional Killer</b></i>] <br />
<br />
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<br />
ll Maestro Wu ha alle spalle un passato di sangue e di morte. Prima di
rifugiarsi ad Amburgo presso una confraternita di monaci adepti alla nobile e
sacra arte marziale del <i>kung-fu</i>, è stato Lo Specialista, forse il
miglior <i>killer</i> a pagamento del mondo, un uomo freddo e senza emozioni
capace di organizzare e di portare a termine l’eliminazione di bersagli ben
difesi e protetti da parte delle loro organizzazioni criminali senza
particolari problemi di logistica e senza alcun impedimento moralistico. La sua
vita è un susseguirsi di missioni brillantemente portate a termine,
intervallate da intermezzi erotici senza coinvolgimenti sentimentali (o forse
sì – quello con Jeanne Marie, la ragazza madre che vive con suo figlio in un
barcone sulla Senna e con la quale la relazione acquista toni di tenerezza
insospettabili per un individuo così spietato).<br />
<a name='more'></a><br />
Ma sostenere che Lo Specialista è spietato non è
esatto: è indifferente alle vite umane che deve terminare e l’uccisione dei
suoi bersagli ha per lui solo il carattere di un’attività ben pagata per la
quale occorre prepararsi bene e alla quale attribuire solo la giusta
importanza, dimenticandosene poi al momento in cui se ne intraprende un’altra e
la vittima cambia (Nick Lorenzoni detto Il Barracuda, Luciano Caridda, Anna
Ivanova Kirova, El Perro sono soltanto nomi e non hanno per lui alcun interesse
specifico se non per le difficoltà che potrà creargli il doverle eliminare nei
determinati modi richiesti dal committente). L’uomo uccide senza odio ma dopo
una lunga e accuratissima preparazione psicofisica che richiede un allenamento
continuo, una conoscenza attenta e approfondita delle arti marziali, una
gestione tecnicamente raffinata delle armi a sua disposizione da usare, una
delle quali è certamente lui stesso).<br />
Anche Eve, la donna con cui occasionalmente va a letto e che fa il suo
stesso mestiere di <i>killer</i> a pagamento, sa che il coinvolgimento emotivo
può essere micidiale per un vero professionista e non prova neppure (se non in
momenti occasionali di abbandono) a chiedere all’uomo qualcosa di più di un
rapporto sessuale appassionato e condotto a termine in maniera soddisfacente
per entrambi.<br />
<br />
Ma, a un certo punto, qualcosa cambia: non solo il rifugio dello Specialista,
situato all’estrema periferia di Parigi in una zona costellata di capannoni
abbandonati e intervallati da <i>terrains vagues</i> e attrezzato per resistere
a lungo nella solitudine quasi ascetica in cui egli vive rischia di essere
invaso da nuovi insediamenti industriali al posto di quelli fatiscenti che lo
popolano, ma Eve, di cui in qualche modo si fida, cerca di ucciderlo. Per
evitare di essere abbattuto, Lo Specialista sarà costretto a ucciderla e a
fuggire. Che cosa è cambiato e perché su di lui è stato emesso un “contratto” ?
Pochi giorni prima, l’uomo aveva deciso di ritirarsi dall’attività ed era
andato a Tunisi, dal suo intermediario, il buffo dottor Mustafà (già presente
in altri testi narrativi di Baldrati) a rivelargli questa sua intenzione. Non
era affiorato nessun risentimento né l’arabo gli aveva fatto nessuna difficoltà
al riguardo. Lo Specialista ritorna a Tunisi, sottopone Mustafà a un
interrogatorio violento e serrato e apprende la verità: su di lui c’è una <i>fatwa</i>
(che – come è noto – è una condanna a morte senza possibilità di scadenza) e,
quindi, prima o poi, qualcuno riuscirà a mettere fine alla sua esistenza. Lo
Specialista sa qualcosa che può incastrare e consegnare alla giustizia il
senatore Kenneth Mosley che è a capo dell’organizzazione di cui Mustafà è parte
dirigente e da cui il <i>killer</i> veniva periodicamente reclutato e pagato
per compiere le sue missioni. Di conseguenza, è stato condannato a morte. Dopo
aver messo fine alla vita dello sfortunato intermediario, Lo Specialista si rifugia
in una delle sue case protette, a Zurigo, ma viene raggiunto anche lì. Decide
di chiedere aiuto a Devadip, un suo collaboratore occasionale esperto in arti
marziali che è a Tokyo per un corso di specializzazione ma viene catturato
dalla <i>Yakuza</i>, la terribile e spietata mafia giapponese (il cui codice di
comportamento è di solito connotato da un codice d’onore inflessibile e senza
attenuanti e conosciuto in Occidente solo attraverso la trasposizione sugli
schermi cinematografici fattane da registi come Sydney Pollack o Takeshi
Kitano). Superata la terribile prova di uno scontro all’ultimo sangue con il
campione locale di karate Tenzo, Lo Specialista ottiene un giorno di tregua
prima che la caccia continui. Mentre cerca un possibile scampo in una città che
non conosce, incontra Shifu Shi-Yan-Chan, maestro dello Shaolin Temple di
Amburgo, che è stato attaccato da alcuni sicari della <i>Yakuza </i>che
volevano vendicarsi di un rifiuto opposto dal maestro alla loro richiesta di
addestrare i loro uomini negli scontri clandestini per scommessa che si
tenevano in diverse città orientali. Dopo averlo salvato da morte sicura, lo
accompagna in una casa di devoti alla loro disciplina per permettergli di
curarsi da un colpo ricevuto e che si è rivelato piuttosto grave.<br />
<br />
Quando Wu guarisce, Chan lo accompagna ad Amburgo dove si trasforma
in Maestro Wu la cui abilità nel <i>kung-fu</i> si rivela fin da subito
inquietante. Diventato monaco e maestro in poche settimane, nonostante
l’incredulità, la probabile invidia e la meraviglia degli altri adepti alla
setta, Wu nasconde un segreto che riguarda la propria identità. Per scoprirlo
dovrà fare un viaggio onirico e molto doloroso nel tempo e tornare a vivere
nell’epoca in cui la disciplina religiosa e marziale, allo stesso modo, del <i>kung-fu</i>
nacque e si affermò ad opera del Maestro Bodhidharma, l’erede del maestro
Prajñātāra, operante n Cina tra il 483 e il 540.<br />
In questo modo, il segreto di Wu sarà svelata ed egli forse potrà
ricominciare una nuova vita.<br />
Riassunta in questo modo, la storia narrata da Baldrati non sembra
discostarsi troppo da altre storie già viste al cinema (il filone delle “arti
marziali” che imperversò anche in Italia negli anni Settanta e che è sempre
stato molto popolare nella cultura orientale di cui è parte integrante) o letto
nelle pubblicazioni seriali che anche nelle edicole italiane un tempo
furoreggiavano (penso a un periodico come “Segretissimo” nato sull’onda del
successo di <i>Licenza di uccidere</i> e dei romanzi del grande Jan Fleming con
protagonista James Bond e che oggi, tuttavia, appare certamente un po’ meno
popolare e certo più appannato di allora). Ma non è certamente così.<br />
<br />
Anche se indubbiamente nel romanzo non vengono lesinati gli stereotipi della
narrativa di genere che, peraltro, Baldratri padroneggia e utilizza con grande
abilità e notevole maestria, in questa sua opera (come nella precedente opera
di fantapolitica <i>La città nera</i>[1]) non si ritrovano soltanto un ottimo
congegno narrativo e un interessante tentativo di narrativa di intrattenimento.<br />
<br />
Se Alan D. (Sergio) Altieri ha ragione di scrivere nella sua <i>Prefazione</i>
al libro che:<br />
<br />
«Con <i>Professional Killer</i>, formidabile <i>thriller</i>
letterario destinato a diventare un classico, Mauro Baldrati sposta l’archetipo
del killer di professione a tutt’altro livello di scontro, scaraventandolo
dritto nel campo minato della metafisica. Ma non commettiamo errori, siamo
sempre qui & ora. Siamo sempre in questo nostro luogo maledetto dove “nulla
esiste, ma tutto è permesso”. Forse, dove esiste perfino la resurrezione»[2].<br />
<br />
è anche vero che in esso non c’è l’apocalisse dell’Occidente (nella cui
descrizione letteraria Altieri indubbiamente eccelle[3]) quanto una sorta di
catabasi del soggetto in vista di una sua personale redenzione privata. Il
mondo non va a pezzi (come in tanta letteratura postmoderna), anzi è solido e
ben deciso a non cessare la propria attività. E’ il protagonista della vicenda
a mutare profondamente se stesso attraverso le vicende di cui è parte attiva e
fondamentale.<br />
<br />
Nonostante gli archetipi narrativi utilizzati, allora, c’è un notevole scavo
psicologico all’interno della sua costruzione romanzesca: Lo Specialista da
“uomo senza qualità” dedito all’omicidio su commissione si scopre pervaso da
una spiritualità alta e notevolmente dispiegata nel corso delle sue drammatiche
vicende e acquista uno <i>status</i> di sapienzialità che lo rende non solo
capace di inserirsi come monaco in una grande comunità mistica ma di diventarne
un maestro di antica tradizione.<br />
<br />
La sua crescita è impressionante ed è il frutto della sua capacità di
confrontarsi con la sua vita anteriore e con gli sviluppi che essa ha avuto. Lo
Specialista ha una profondità interiore di cui stenta a rendersi conto e che
solo la drammaticità della sua situazione è capace di far emergere e rivelare.<br />
<br />
Nello stile solo apparentemente asettico e piano di Baldrati, nella sua
scrittura nervosa, a scatti e a “balzi di tigre” senza concessioni liriche al
“bello scrivere” si nasconde, allora, una ricchezza inconsueta per un romanzo
che solo in apparenza sembrerebbe dover essere confinato nel recinto del
genere.<br />
<div>
<hr align="left" size="1" width="33%" />
</div>
<b>NOTE</b><br />
[1] Cfr. M. BALDRATI, <i>La città nera</i>, Bologna, Perdisa Pop,
2010. Ho recensito questo bel romanzo dell’autore bolognese all’epoca in cui
uscì sui blog <i>Retroguardia</i> e <i>La poesia e lo spirito</i> e a quel mio
vecchio testo rimando i lettori per eventuali approfondimenti.<br />
[2] A. D. ALTIERI, <i>Prefazione</i> a M. BALDRATI, <i>Professional
killer</i>, Villorba (Treviso), Edizioni Anordest, 2013, p. 6.<br />
[3] A questo proposito, cfr. la mia voce <i>Apocalisse</i> in <i>Guida
alla letteratura di fantascienza</i>, a cura di C. Bordoni, Bologna, Odoya,
2013, pp. 74-92.<br />
<br />
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-10805580.post-46645424665967676412014-05-14T09:23:00.001+02:002014-05-14T09:28:02.975+02:00I nuovi mostri<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjooDHcjzxGfyHGITw6z0vGDi6W32DlxNZxtrhnzZCnnUzBmOU4AtwMFKo3YXP65CEdG77sUqf5KAwOnGAz6OsEmtMLtOPSBF_C2Qw_5w0dPuHN2_zBI-Er10NnRPGkjp4uHDlU/s1600/picierno_rid.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjooDHcjzxGfyHGITw6z0vGDi6W32DlxNZxtrhnzZCnnUzBmOU4AtwMFKo3YXP65CEdG77sUqf5KAwOnGAz6OsEmtMLtOPSBF_C2Qw_5w0dPuHN2_zBI-Er10NnRPGkjp4uHDlU/s1600/picierno_rid.jpg" /></a></div>
Questo pezzo pubblicato su <b><a href="http://www.carmillaonline.com/2014/05/10/i-mostri/"><i>Carmilla</i></a></b> appartiene al mio periodo – attuale – rabbioso. Scaturisce soprattutto dalla sofferenza che mi provoca la visione dei programmi in cui i demagoghi di professione, i predicatori, i populisti, fanno i loro show. Sono insopportabili, violenti, infamanti. Ma la rabbia, l’offesa che mi causano è dannosa per la salute. Così cerco di evitarli, e cambio canale non appena appaiono le loro facce patibolari. Ma non è una soluzione chiudere gli occhi e tapparsi le orecchie. E’ necessario un distacco, un’elaborazione critica che superi la rabbia. L’ho scoperto in questi giorni leggendo una rivista di approfondimento politico molto impegnativa, ben scritta, ben organizzata, <a href="http://www.alternativeperilsocialismo.it/inuscita.html"><i><b>Alternative per il socialismo</b></i></a>, fondata e diretta da Fausto Bertinotti. Articoli lunghi e articolati analizzano le dinamiche del neoliberismo, l’offensiva che ha portato all’attuale situazione di continua sottrazione di risorse dalle fasce basse verso quelle alte, oltre alla progressiva distruzione del welfare, e soprattutto delle tutele e dei diritti del lavoro. Il tutto portato avanti da governi di paglia di destra e di cosiddetta sinistra che si alternano, e si scambiano (la<i> intergovernabilità</i>). Leggere, studiare, sottolineare, attenua la mia sofferenza. E’ terapeutico. Cercare di capire cosa accade e perché, e non solo intuirlo, come offesa, come infamia, favorisce quel distacco critico di cui parlavo, al di là di alcune differenze di interpretazione. Per esempio Bertinotti è un fine analista, e mi ha aperto gli occhi su diversi aspetti, anche se mi sembra che cada sul progetto, quando non sa – o non può? – andare oltre l’appello alla riorganizzazione dei movimenti di opposizione, per ridare centralità alla lotta di classe. Sento questi discorsi, identici, da una trentina d’anni. Ma i movimenti non si aggregano, e le rivolte si disperdono, mentre i populismi mietono consensi. Evidentemente è indispensabile un ripensamento profondo sul ruolo della sinistra. Ma è comunque la consapevolezza che supera la sofferenza, e quindi il problema. E credo che solo dalla consapevolezza possa nascere una vera volontà di lottare.Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-10805580.post-24316926906695613022014-05-09T23:00:00.001+02:002014-05-09T23:02:42.470+02:00Psicanalisi di massa degli italiani<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMJArPhyuz_B0G27a0OxTFaTugIyw2tUN8By6ecd6QM2nLrpWJt1szu5RLh-JJ-DLdV_luU9wU4cb_EmL3UatEC_qOzK93Fg7gBv3_Uwou7rOR8CeDwOTX7EomKd0btUqkXegP/s1600/tablet.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMJArPhyuz_B0G27a0OxTFaTugIyw2tUN8By6ecd6QM2nLrpWJt1szu5RLh-JJ-DLdV_luU9wU4cb_EmL3UatEC_qOzK93Fg7gBv3_Uwou7rOR8CeDwOTX7EomKd0btUqkXegP/s1600/tablet.jpg" /></a></div>
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<br />
<div class="MsoNormal">
<b>Pagine di diario. Diario di viaggio</b>.</div>
<div class="MsoNormal">
Quando salgo in autobus, o in treno, sulla linea dei
pendolari che utilizzo per recarmi al lavoro, prendo dalla borsa il lettore di
e-book e mi immergo, per i preziosi 20 minuti del treno, o i 35-40 dell’autobus,
nel testo che ho in lettura (in questo preciso momento <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Il cimitero di Praga</i> di Umberto Eco, che vorrei recensire prima o
poi, abbinato a un altro romanzo che dirò in seguito).</div>
<div class="MsoNormal">
Non so, a Bologna la gente legge poco sui mezzi. Sono
osservazioni personali ovviamente, non supportate da ricerche o statistiche, ma
quando abitavo a Milano notavo molte più persone che in metropolitana aprivano
un libro, o quanto meno una rivista. E lo stesso a Roma. Per non parlare di
Londra, o Parigi.</div>
<a name='more'></a><br />
<div class="MsoNormal">
C’è da dire che i cellulari <i style="mso-bidi-font-style: normal;">smartphone</i> e i <i style="mso-bidi-font-style: normal;">tablet</i> non
erano così diffusi. Questi sistemi hanno cambiato un bel po’ di cose e di abitudini.
Tuttavia Bologna resta, nella mia esperienza, una città dove il pendolarismo
non legge granché.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Invece ci danno dentro coi telefonini e i <i style="mso-bidi-font-style: normal;">tablet</i>. Alla grande. </div>
<div class="MsoNormal">
Sono sempre col capo chino sullo schermo a digitare
freneticamente. Oppure sfiorano gli schermi dei <i style="mso-bidi-font-style: normal;">tablet</i>, per girare le pagine del web.</div>
<div class="MsoNormal">
E io, che ho un cellulare cosiddetto <i style="mso-bidi-font-style: normal;">modello base</i>, mi chiedo: ma possibile che siano tutti dei manager? Che
tutti abbiano una vita sociale così intensa? Che non possano stare neanche un’ora
senza collegarsi, o mandare messaggi? Così mi sento, come dire, un po’ sfigato,
io che mi accontento del collegamento che ho in ufficio e a casa. Non ho tante
risorse, amicizie, “tiraggi”, affari, niente. Faccio una vita banale perdio. Una
vita semplice. Una vita piatta. </div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
L’altro giorno, per esempio, è salita sull’autobus una
signora nerovestita, molto distinta, età circa 50. Aveva un’espressione molto
concentrata, di chi ha certe gatte da pelare, certe faccende aperte, faccende
complesse. Si è sistemata sul sedile e ha subito aperto un <i style="mso-bidi-font-style: normal;">tablet</i> ultimo modello. L’ha acceso, è partita. Mi incuriosiva la
sua espressione, la sua serietà. Beh, voglio essere sincero: l’ho invidiata.
Era una signora che sapeva cosa stava facendo, che non la smetteva di curare i
suoi interessi, i suoi affari, e usava uno strumento moderno per occuparsene.</div>
<div class="MsoNormal">
Mi è venuto in mente un tipo con una borsa “Vespa” che
aspetta sempre il treno, e digita senza un solo secondo di pausa sul
telefonino, finché non sale sul treno, e va avanti anche dopo, quando si è
seduto. Che attività, quanti messaggi, quanti corrispondenti! Come si è
sviluppata l’esistenza, come si è complicata..Quella degli altri.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
E io, che non ho nessuno? Al massimo mando due o tre
messaggi in un giorno, oppure neanche quelli!</div>
<div class="MsoNormal">
Beh, a ognuno il suo destino, no?</div>
<div class="MsoNormal">
Però poi ho buttato l’occhio sullo schermo del <i style="mso-bidi-font-style: normal;">tablet</i> della signora. Non l’ho fatto –
non credo di averlo fatto – per una curiosità morbosa. Forse non l’ho fatto
apposta. Mi sono mosso, mi sono alzato. E ho sbirciato.</div>
<div class="MsoNormal">
Cosa ho visto? </div>
<div class="MsoNormal">
Dei fagiolini. Delle faccette che pulsavano. Dei
topolini che si muovevano. Delle bocche che i aprivano e si chiudevano.</div>
<div class="MsoNormal">
Sono rimasto di sasso. Altro che affari elevati. Altro che
impegni di lavoro. La signora distinta e concentrata stava semplicemente
giocando. </div>
<div class="MsoNormal">
E… ci credete? Il giorno dopo ho guardato <i style="mso-bidi-font-style: normal;">apposta</i> nel telefonino del tipo con la
borsa Vespa: e cosa ho visto? Dei fagiolini, delle faccette, delle bocche.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Mi è caduto il mondo addosso, come si suol dire.</div>
<div class="MsoNormal">
Comprano questi sistemi sofisticati per giocare. Sono
giocattoli. E loro ci giocano.</div>
<div class="MsoNormal">
Così ho fatto una considerazione questa volta. Una delle
mie. Una considerazione Baldrus. E l’ho pure illustrata a mia moglie psicologa,
che l’ha definita “interessante”: siamo un popolo di bambini. Un popolo che
cerca i giocattoli per l’eternità, anche quando ha cinquanta, sessant’anni. Sempre
bambini. Bambini eterni. Bambini vecchi. </div>
<div class="MsoNormal">
E i bambini seguono i raccontatori di favole, i venditori di
promesse. </div>
<div class="MsoNormal">
I populisti. </div>
<div class="MsoNormal">
I bambini adorano i populisti. </div>
<div class="MsoNormal">
Gli credono.</div>
<div class="MsoNormal">
Li seguono in capo al mondo. </div>
<div class="MsoNormal">
Li votano. </div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Ecco perché l’Italia è così.</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-10805580.post-20888982519471039432014-05-06T21:38:00.000+02:002014-05-06T21:49:46.814+02:00Schegge taglienti<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJpwUWMaykTjyVYkQ9Pfs7VTWtTqcsyvfOj99suXqyoLXYsAGwdoCzADdGfUpzVmlkKzNhLTi09nzcgmVcEBjLHSggVz2EGjrDB78Rs-Jb3iZwWJW2bPEDNKo7Bg2q-TAXgZYt/s1600/schegge.rid.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJpwUWMaykTjyVYkQ9Pfs7VTWtTqcsyvfOj99suXqyoLXYsAGwdoCzADdGfUpzVmlkKzNhLTi09nzcgmVcEBjLHSggVz2EGjrDB78Rs-Jb3iZwWJW2bPEDNKo7Bg2q-TAXgZYt/s1600/schegge.rid.jpg" /></a></div>
<span style="color: #cc0000;"><i>Segnalo l''uscita di questo libro di <span style="color: black;"><b>Alessandra Daniele</b></span>, una raccolta di testi brevi, furiosi di sarcasmo e di indignazione verso la politica dominante italiana, verso la carrellata di mostri, falsari, corrotti, trafficanti, che affollano gli schermi televisivi, ma soprattutto la nostra vita politica e sociale. Sono "corsivi" pubblicati il lunedì in una rubrica omonima su <a href="http://www.carmillaonline.com/"><b><span style="color: black;">carmilla</span></b></a><u>.</u> </i></span><br />
<span style="color: #cc0000;"><i>Pubblico la prefazione di <span style="color: black;"><b>Valerio Evangelisti</b></span>.</i></span><br />
<br />
<i>Schegge Taglienti, satire al vetriolo da Carmilla on line,</i> Agenzia X, Milano 2014, pag 192 € 13<br />
<br />
<span style="font-size: large;"><b>A come Alessandra</b></span><br />
<br />
<div class="MsoNormal">
Con l’arrivo di Alessandra Daniele in redazione, in <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Carmilla</i> cambiarono molte cose. La
nostra testata si era sempre sforzata di conciliare temi letterari e altri di taglio
politico, ma ci era riuscita solo in parte. Gli articoli sulla letteratura e
quelli dedicati alla politica restavano il più delle volte distinti e solo
raramente riuscivamo a operare una sintesi. Ed ecco che appare questa
“infernale” giovane palermitana con una raffica di raccontini brevissimi, in
cui la genialità della trama si sposa a un palese spirito polemico. <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Carmilla</i> diviene finalmente il sito che i
fondatori avevano concepito e il numero dei lettori si espande velocemente. </div>
<a name='more'></a><br />
<div class="MsoNormal">
I primi contributi di Alessandra (detta “Alez”) furono di
due tipi. Una serie di schede sui maggiori autori di fantascienza, materia in
cui è competentissima, e racconti fulminanti, di poche righe e dal linguaggio
stringato (anch’essi per lo più di sf). Si poteva pensare a maestri della
narrativa breve, come Robert Sheckley, Richard Matheson o Fredric Brown. C’era
però una differenza. Alessandra Daniele era più breve ancora e molto più
cattiva.</div>
<div class="MsoNormal">
Definire quelle storie “nere” era dire poco. I protagonisti cadevano
regolarmente vittime di uno scherzo crudele, anche quando erano stati essi
stessi ad architettarlo. Tiranni, aguzzini, potenti, capi religiosi finivano in
un tritacarne che si concludeva spesso in uno smembramento, in una decapitazione,
o comunque in una fine sordida, loro e di un bel po’ di “vittime collaterali” (in
certi casi l’intera umanità). Quanto più i personaggi principali erano
arroganti, onnipotenti, sicuri di sé, tanto più era certo un esito spaventoso,
che li avrebbe ridotti a brandelli. E i protagonisti “buoni”? Non c’erano, che
io ricordi, protagonisti buoni. <a href="https://www.blogger.com/null" name="2"></a>Al massimo dei complici o dei
servi. Dunque non c’era salvezza per nessuno.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Rimasi totalmente sedotto da questo tipo di narrativa,
feroce e spietata, antitetica al racconto magari bello e di protesta, ma pulitino
e perbenino. In passato ero stato giudice unico di testi brevi, alcuni dei
quali, si presume i migliori, destinati al catalogo di una nota casa editrice
specializzata in fantascienza. Non mi ero mai imbattuto in nulla di simile.
Centinaia e centinaia di pezzi senza capo né coda, oppure che crollavano nel
finale, ammesso che l’esordio reggesse. Quasi un quarto obbedivano allo schema del
famoso racconto di Fredric Brown La sentinella. Si crede di avere a che fare
con terrestri che combattono gli alieni, e invece è il contrario. Nella
variante più originale che lessi i presunti umani erano in realtà orsi polari.
Stomacato, una volta rifiutai di attribuire il premio, poi rinunciai
all’incarico (del resto gratuito).</div>
<div class="MsoNormal">
Invece in Alessandra Daniele nulla era scontato. La storia
era sempre originale, la chiusa inattesa, spiazzante, brusca e cattiva. I riferimenti
all’attualità si sprecavano. Non so se fu lei a proporre a me di passare dal
raccontino alla satira, o viceversa. Ne nacque la sua rubrica del lunedì su
Carmilla: <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Schegge taglienti</i>. Divenuta
quasi una droga per decine di migliaia di lettori e veicolo di picchi di
contatti. Moltiplicata dal rimbalzare sul web e sui social network.</div>
<div class="MsoNormal">
Il pensiero di chi ha la mia età corre al prototipo della
satira oltraggiosa, il mensile parigino “Hara Kiri” della fine degli anni sessanta
fino ai primi anni ottanta. Si autodefiniva <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Journal
bête et méchant</i> ed ebbe la sua influenza sul maggio ’68. In Italia ci fu
chi provò a riproporlo pari pari sotto i titoli <i style="mso-bidi-font-style: normal;">King Kong</i> e <i style="mso-bidi-font-style: normal;">L’Arcibraccio</i>.
Non ebbe successo. Il lato stupido, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">bête</i>,
aveva lo stesso peso di quello <i style="mso-bidi-font-style: normal;">méchant</i>,
cattivo. La cacca, primo oggetto di risate infantili, la faceva da padrona,
così come il sesso in forme non di rado maschiliste. I testi erano totalmente
subalterni al peso preponderante dei fumetti (di autentici maestri, quali
Wolinski, Reiser, Siné e tanti altri) e, soprattutto, delle foto ritoccate e
corredate di dialoghi assurdi.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Da noi una satira “alla Alessandra Daniele”, trascurando il <a href="https://www.blogger.com/null" name="3"></a>bravissimo Fortebraccio de <i style="mso-bidi-font-style: normal;">l’Unità</i>,
può essere in parte rintracciata in testate come <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Il Male</i> e <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Cuore</i>, entrate
giustamente nel mito. Neanche lì, però, tra sprechi di genialità mai più
raggiunti, è facile imbattersi in qualcosa di equiparabile alle rasoiate di
Alez. La loro perfidia concentrata è senza paragoni. Normalmente l’autrice riduce
a pupazzo il suo bersaglio, sia uomo politico, di spettacolo o altro. Poi lo
affetta a colpi di calembour, arte in cui eccelle, e di frasette secche e
incalzanti. La vittima, del resto, ha fin dal titolo e dalle prime righe perso
ogni dignità. Nell’epilogo è un mucchietto di spazzatura da gettare.</div>
<div class="MsoNormal">
La popolarità di Alessandra Daniele è in continua crescita,
e anche fuori dal web si comincia a citarla. Era dunque venuto il momento di
un’antologia della sua produzione, come in tanti chiedevano. Non è stato facile
trovare l’editore giusto. Una casa editrice di medie dimensioni, per esempio,
chiedeva che dagli articoli da pubblicare fosse espunto ogni riferimento alla
politica. Ridicolo. In Alez tutto è politica, a partire dalla sua intransigenza
– cioè dalla severità di un approccio che non è moralista, ma profondamente morale.
È perfida perché indignata contro perfidi mistificatori. Li schiaccia come
insetti perché tali sono, e ce ne offre il carapace svuotato, dopo avere
mostrato che conteneva stoppa. Così interpreta un sentimento generale, che
siamo in genere incapaci di esprimere con tanta lucida rabbia.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Secondo me, si tratta di arte e di letteratura. Certi
epigrammi di Marziale contenevano lo stesso potenziale sovversivo, anarchico ante
litteram. Alcuni celebrati umoristi di oggi spacciano invece per satira brode
insipide e allungate, in cui nove volte su dieci si sorride invece di ghignare.
Alez è di tutt’altra indole, e alla base delle stilettate che infligge c’è un
accumulo evidente di bravura, di intelligenza e, perché no, di cultura.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Sono convinto che molti condivideranno il mio giudizio, dopo
avere letto questa antologia. I periodi di lotta, il ’68, il ’77, sono stati
anche grandi momenti di satira. Alez ne precorre un altro, più aspro, più duro.
Attendevamo V per Vendetta. È arrivata A come Alessandra. O come Anarchia, che
è in fondo la stessa cosa.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<br />Unknownnoreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-10805580.post-80171597146208292152014-05-03T21:51:00.001+02:002014-05-03T21:53:04.615+02:00Il mio nome è Jimi Hendrix<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgt2l4a0MbBxhZpI76m-aoG_VWFhe0W27pqX-l4YPTWnlByJsGOOVTEy0poa7wYd_fUmwcB1ulGRJj3QaqL8f1jeFvGNvDMvyJg3OLMM4bhqBUSzUoKAXKDHWJYTilMTnVs-6wC/s1600/clapton.is.god.rid.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgt2l4a0MbBxhZpI76m-aoG_VWFhe0W27pqX-l4YPTWnlByJsGOOVTEy0poa7wYd_fUmwcB1ulGRJj3QaqL8f1jeFvGNvDMvyJg3OLMM4bhqBUSzUoKAXKDHWJYTilMTnVs-6wC/s1600/clapton.is.god.rid.jpg" /></a></div>
Sembra che la situazione di Jimi si sblocchi. Dopo una lunga trattativa abbiamo raggiunto un compromesso sulla prefazione che deve aprire il romanzo di <a href="http://baldrus.blogspot.it/2014/04/la-vita-complicata-di-jimi.html"><b>prossima pubblicazione</b></a>. Doveva uscire il 7 giugno, ma visti i ritardi può darsi che sarà leggermente posticipato.<br />
In ogni caso, la situazione dell'editoria italiana è grave. Il mercato è quasi totalmente occupato dai grandi gruppi, che controllano soprattutto la distribuzione. Ci sono notizie di editori piccoli e gloriosi che chiudono, altri che stanno uscendo dal circuito distributivo. Non ha molto senso infatti inviare copie nelle librerie-discount (le librerie indipendenti sono poche ormai), per non vederli esposti. Soldi e tempo buttati. Per cui stanno cercando di creare dei circuiti alternativi, ma è impresa molto complessa e dagli esiti incerti.<br />
Pertanto mi sento di consigliare, a chi è interessato a leggere un romanzo ambientato nella dura Romagna del 1969, tra adolescenti freak e marxisti-leninisti, di prenotare <i>Il mio nome è Jimi Hendrix</i> scrivendo all'editore: <a href="mailto:info@edizioniarianna.it"><b></b></a><b><a href="mailto:info@edizioniarianna.it">info@edizioniarianna.it</a></b> <br />
<br />
<br />
<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-10805580.post-46828379886539476492014-05-02T21:10:00.003+02:002014-05-02T21:10:44.272+02:00Fuga senza fine<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWHKzy0l9uu4DDcRjMZkJPZfDD3O27_ajQfMSyRjUYT45yJWvJ2CTcnwUe0Rv70yMvd4SKDssBvcnqPuJ0HDniXwYct7LGOdEnofHJoDT5-2qkso7IJhJ5w1Ih-EWaUTD6sZpr/s1600/Kahlo2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWHKzy0l9uu4DDcRjMZkJPZfDD3O27_ajQfMSyRjUYT45yJWvJ2CTcnwUe0Rv70yMvd4SKDssBvcnqPuJ0HDniXwYct7LGOdEnofHJoDT5-2qkso7IJhJ5w1Ih-EWaUTD6sZpr/s1600/Kahlo2.jpg" /></a></div>
Prosegue la saga di Rick e Max, i due attivisti No Tav in fuga dal Partito Democratico e dalla F.I.G.A. dell'imprenditore Semoletti. Dopo essere stati condannati ai lavori forzati a vita, per un caso fortuito sono riusciti a evadere dal campo di lavoro. In viaggio verso nord, clandestini e ricercati come sempre, capitano in una casa colonica del nuovo mondo agricolo arcaico, e si trovano, ancora una volta, coinvolti in un'avventura tragica (ma che riescono a sdrammatizzare).<br />
Forza Rick e Max! <br />
<br />
Leggi su <a href="http://www.carmillaonline.com/2014/05/02/fuga/"><b>Carmilla</b></a><b> </b>il quarto capitolo.Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-10805580.post-55715915945821013382014-04-30T12:59:00.003+02:002014-04-30T21:02:26.341+02:00La Pravda e Mezzo<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkUlnymPmkbaKNcKiKk9bQLG0vdcYB4mM2gjhlVkzOb80CogkzdnVmO7wUiizY55YNsurHvjhTpgf7aMoilup6XqkT-ziELXTbWMnPAgseqO_xOGp3PJBpGSMK_xf04-gHuZQM/s1600/gruber.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkUlnymPmkbaKNcKiKk9bQLG0vdcYB4mM2gjhlVkzOb80CogkzdnVmO7wUiizY55YNsurHvjhTpgf7aMoilup6XqkT-ziELXTbWMnPAgseqO_xOGp3PJBpGSMK_xf04-gHuZQM/s1600/gruber.jpg" /></a></div>
La maîtresse del salotto buono della borghesia renziana <b>Lilli Gruber</b> si è scatenata ieri, su <i>La7</i>, in un incontro con un deputato grillino. Non ci si faccia influenzare dal tono apparentemente pacato, in realtà interrompeva continuamente l’interlocutore, lo rimbeccava, con un’aggressività che, confrontata col solito aplomb che utilizza coi potenti vari, o coi predicatori di professione tipo Massimo Cacciari, stupiva e inquietava. Persino Emiliano, che è un renziano convertito, è stato costretto a schierarsi in più di un punto col deputato 5S. Un atteggiamento simile la Gruber l’ha assunto solo con chi osava mettere in dubbio l’operato di Napolitano, il Santo della Repubblica.<br />
Invece oggi (ora mentre scrivo) sta "intervistando" due personaggi politicamente alquanto loschi: Pietro Ichino, l'ultraliberista del PD che vuole i licenzimenti liberi (ovviamente lo dice con parole apparentemente più soft), in nome del "merito", e Cofferati, che "difende" il sindacato, lui che quando era sindaco di Bologna era accusato di tenere i sindacati fuori dalla porta (La CGIL, non certo un sindacato estremista). E' una gara a chi è più a destra: io, no io, no io.<br />
E lei? La maîtresse? Non apre bocca. E' trasparente. <br />
<br />
Questa sarebbe una giornalista? Non stupisce che il nostro paese sia agli ultimi posti nella libertà di stampa. Programmi come <i>Otto e Mezzo</i> sono degni della televisione sovietica, o coreana. Non dovremmo essere neanche agli ultimi posti, ma totalmente fuori dalla lista.<br />
<br />
Vedere per credere,<b> <a href="http://www.la7.it/otto-e-mezzo/rivedila7/renzi-accelera-grillo-attacca-29-04-2014-130959"><span style="color: blue;">qui</span></a>.</b>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-10805580.post-63419520210104974522014-04-17T17:02:00.001+02:002014-04-17T17:04:42.309+02:00L'Anticristo<i>[Ho scritto questo articolo per il <a href="http://notizie.tiscali.it/socialnews/Baldrati/13078/articoli/Hanno-scoperto-il-nuovo-Anticristo.html"><b>portale Tiscali</b></a>, grassetti compresi, uscito oggi.]</i><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfH8GacUJzldqa6FPgwG-GRHJ-Zrk_q-mNymmgutA3YwwqH468YTPcRC0Alx_hiBmRgww5mqpPvv8SZK1ttvC-ReAQAeT9WWXAYpRhDtXtx2fNq5F1gO3IsaeXb_KLCsjmZUfX/s1600/Grillo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfH8GacUJzldqa6FPgwG-GRHJ-Zrk_q-mNymmgutA3YwwqH468YTPcRC0Alx_hiBmRgww5mqpPvv8SZK1ttvC-ReAQAeT9WWXAYpRhDtXtx2fNq5F1gO3IsaeXb_KLCsjmZUfX/s1600/Grillo.jpg" /></a></div>
<b>Oggi in Italia esiste un nuovo nemico. Un nemico assoluto, trasversale, una Nemesi addirittura: Beppe Grillo</b>, e con lui il M5S. Tutti i partiti, i commentatori, i giornalisti (con l’eccezione di quelli del <i>Fatto</i>) si scagliano contro la nuova nemesi con una virulenza che lascia sbalorditi. Grillo e i suoi sono il Male Assoluto, il Populismo in persona, la Provocazione, il Vuoto. Non hanno progetti, solo distruzione e confusione. Solo oscenità. La televisione italiana, da sempre, come da tradizione, asservita al Potere di turno a livelli di Pravda, o di televisione coreana (manca solo l’appellativo, che prima o poi uscirà, magari per un lapsus, di “caro leader”), si adegua. Gli “intervistatori” televisivi pongono la domanda sul Male Assoluto con la risposta già allegata, il qualunquista, il populista, il distruttore ecc. <br />
<a name='more'></a><br />
<b>Parlano male, malissimo di Grillo e dei suoi la sinistra, il centro, la destra</b>. Ne parlano malissimo Sallusti, Marine Le Pen (sapientemente imbeccata dalla Gruber), i vari commentatori televisivi di professione del PD, del NCD, di Forza Italia. Grillo ha paura. Grillo vuole provocare perché ha capito che fare casino pagherà alle elezioni. Grillo sa interpretare il mal di pancia degli italiani, che riempie di vuoto e di demagogia. Ecc. Ecc. Ecc.<br />
<br />
<b>Insomma, hanno scoperto il diavolo. Grillo è Satana, e il M5S la sua corte di demoni</b>. Ma è possibile? Dunque esiste il diavolo? E chi è laico, come la mette? Chi non crede nel diavolo, come può assistere a questo quotidiano linciaggio? Non sarà controproducente per il branco dei linciatori? Di fronte a un simile spettacolo anche chi non lo sarebbe rischia di diventare grillino.<br />
<br />
<b>Cosa peraltro non proprio facile</b>. <b>Perché le contraddizioni ci sono. I vuoti anche</b>. Grillo lancia slogan giusti e condivisibile. Diciamo pure che è l’unico, nella frittura mista italiana, dove i populisti accusano gli altri di essere populisti.<br />
<br />
<b>Per esempio: Grillo è contro le privatizzazioni. Vuole la sanità pubblica, i trasporti, l’acqua, le pensioni</b>. Giustissimo, in un regime che procede a colpi di spending rewiew che porteranno, in capo a sette-otto anni, alla totale distruzione del Welfare italiano, che era uno dei più avanzati del mondo.<br />
<br />
<b>Ma Grillo è contro i dipendenti pubblici</b>, <b>che considera una casta di privilegiati</b>. Qua e là ha anche detto che andrebbero “aboliti”. Ma allora chi amministrerà la sanità? E i trasporti? E le pensioni? I privati? E chi li pagherà, se gli enti non dovrebbero venire privatizzati? <b>E chi sono i privilegiati?</b> I dipendenti dei comuni? I loro stipendi sono al di sotto del livello minimo di sopravvivenza, e i contratti sono bloccati dal 2009, fino al 2020!<br />
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<b>Contraddizioni, pressapochismo, confusione</b>. L’Italia è un paese confuso, devastato dalla demagogia, dagli annunci, dalle reticenze, dal servilismo, dalle farse giudiziarie, dal fanatismo e dalla menzogna. E da Satana, il nuovo Anticristo.<br />
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<b>E dire che un tempo lontano fummo un paese laico</b>, con una grande Costituzione, e un grande Welfare, che non abbiamo saputo difendere.<br />
<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-10805580.post-14783651619444821082014-04-16T12:25:00.000+02:002014-04-16T12:25:33.575+02:00Il Processo<i><span style="color: #cc0000;">Questo racconto, che mi sono divertito (divertimento amaro, sia chiaro) a scrivere, esce oggi su Carmilla. E' il nostro futuro. Perché la fantascienza parla del presente. Prende le dinamiche attuali e le porta al limite di rottura, oltre il limite. Ma è tutto vero. Tutto possibile. O probabile. O certo.</span></i><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRccp4mjL31cRBE225Mozw-vcnbam6zLWA5gsp7Vp0Z3vh0Oyp9l4BeiAWDW5b28u1EXYJ36sfRzdqAi48QNouKsTJVWN5Or4QCLax7V4K2wd04fUzWB5XTIdtICGzJHKvdy7h/s1600/george_grosz_023_interrogat.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRccp4mjL31cRBE225Mozw-vcnbam6zLWA5gsp7Vp0Z3vh0Oyp9l4BeiAWDW5b28u1EXYJ36sfRzdqAi48QNouKsTJVWN5Or4QCLax7V4K2wd04fUzWB5XTIdtICGzJHKvdy7h/s1600/george_grosz_023_interrogat.jpg" /></a></div>
Rick cercò di massaggiare l’articolazione della spalla slogata. In certi
momenti il dolore diventava insopportabile. L’altra articolazione era
miracolosamente rimasta intatta dopo ripetute applicazioni della tortura
della corda, una pratica che risaliva all’Inquisizione. Erano procedure
superate, gli specialisti dalemiani usavano i farmaci, come tutti, ma
“due sporchi terroristi NO TAV” non meritavano neanche la spesa di
un’aspirina.<br />
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(Continua a leggere su <a href="http://www.carmillaonline.com/2014/04/16/il-processo/"><i><b>Carmillaonline</b></i></a>) Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-10805580.post-60131482843627128792014-04-13T18:43:00.001+02:002014-04-13T18:43:17.922+02:00La vita complicata di Jimi<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifFozt3YKQhyphenhyphenJI3Xqv3Hx_pbYBYJGTLrRSHcn-v8thr7bj7ZD-YPtXSa88gMv4U_UDFshTxFC8N6puyHiJXBj0OGyJgqUTuJx09Ykjf4ly8qQH8FM0pSCrfurwUlWRK5PcQv6q/s1600/Mauro_Alfonsine_1969_corret.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifFozt3YKQhyphenhyphenJI3Xqv3Hx_pbYBYJGTLrRSHcn-v8thr7bj7ZD-YPtXSa88gMv4U_UDFshTxFC8N6puyHiJXBj0OGyJgqUTuJx09Ykjf4ly8qQH8FM0pSCrfurwUlWRK5PcQv6q/s1600/Mauro_Alfonsine_1969_corret.jpg" /></a></div>
Ho annunciato qui l'uscita in giugno de <i>Il mio nome è Jimi Hendrix</i>. Mai vendere la pelle dell'orso... Ci sono dei problemi con la prefazione, scritta da un giornalista musicale abbastanza famoso, che contiene un paio di frasi che non condivido. Per cui la pubblicazione è molto incerta. Sto cercando con tutti gli strumenti psicologici a mia disposizione di accettare l'idea - che alcuni amici che stimo molto mi suggeriscono - che la prefazione non è il romanzo, che la diversità non è un problema. Insomma, sto tentando di procedere. Ma non riesco a sbloccarmi. Proprio non ce la faccio. Intanto il tempo passa, e può darsi che un'importante occasione andrà persa, cioè presentare il libro fresco di stampa all'apertura del <i>Biografilm Festival</i>, che si inaugurerà il 7 giugno con <a href="http://youtu.be/2QWxm89I5bo"><b>un film su Jimi Hendrix</b>.</a><br />
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La foto ritrae l'autore ad Alfonsine (RA) nel 1969. Dovrebbe (avrebbe dovuto?) andare in copertina. <br />
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Intanto in maggio sarò a <i>Radio Sherwood</i> di Padova per parlare di <i>Professional Killer</i>. Ne darò notizia qui con link per ascoltare la radio on-line. Unknownnoreply@blogger.com4