mercoledì, dicembre 07, 2005

Animacce nere

I caporioni di An sono delle vere e proprie superstar televisive. Hanno elaborato degli efficacissimi codici di comportamento e di linguaggio, coi quali vendono la propria immagine di politici seri, attendibili, di statisti con gli attributi, di uomini di rispetto. Anche la voce è stata modulata con attenzione, sembra sgorgare da un torace fiero e profondo, la vera voce di un uomo di governo che ha a cuore l’interesse pubblico e non si abbassa alla cura del proprio orticello. Però ogni tanto qualche imprevisto fa emergere la vera anima, quella nera, quella del "me ne frego", e c’è da restare allibiti.
E’ accaduto ieri sera a Ballarò col cosiddetto onorevole Alemanno, uno dei "colonnelli". L’argomento era la legge 194, e la "commissione d’inchiesta" varata dal Parlamento. Rosy Bindi, che interveniva col consueto fervore alla discussione, ha sciorinato una serie di dati che dimostravano come questa commissione sia totalmente inutile, poiché in Italia la situazione degli aborti è ultramonitorata, e l’informazione, nel nostro paese, è una delle più complete del mondo. E’ una commissione che ha come unico scopo quello di lavorare sotterraneamente sulla 194, in vista delle elezioni. Ha anche detto che lei, cattolica e antiabortista, ha svolto il suo compito di Ministro della Sanità cercando di applicare la legge con la massima correttezza, perché è una legge dello Stato e come tale va considerata, indipendentemente dalle opinioni personali. A questo punto il cosiddetto onorevole Alemanno ha detto che ha ascoltato "con rispetto" le parole della Bindi, e che la capisce, capisce cioè la difficoltà di una persona che si è trovata a operare in un ambiente con idee opposte alle sue. Allora la Bindi è diventata rossa come un peperone, e ha detto, col solito fervore, che Alemanno dovrebbe farsi i cavoli suoi, pensare alle sue difficoltà col caporione n. 1, e non interessarsi a lei. E ha aggiunto: "guarda, Alemanno, tu non mi fai paura!". E il cosiddetto onorevole, forse per questa frase, ha perso le staffe. Ha iniziato a gridare con voce stridula finché gli è venuta una bava alla bocca abbastanza impressionante (e la regia ha distolto le immagini dalla sua faccia); non solo, agitava il braccio destro, lo "stendeva" davanti a sé in un inequivocabile, inconscio saluto romano. Mi sono venute in mente le foto pubblicate dall’Espresso dove il cosiddetto onorevole, in giovane età, arringava i camerati che salutavano col braccio teso. Ha quindi ritrovato la sua "giovinezza", la sua vecchia, genuina anima nera, così prudentemente sepolta sotto la cenere del politico televisivo occidentale autorevole cristiano di razza bianca.

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