giovedì, aprile 12, 2007


Va' pensiero

Noi controlliamo i nostri pensieri? Sì, ma non totalmente. La psicanalisi ci ha insegnato che esistono le ossessioni, le pulsioni, che sono dinamiche prodotte dal cervello ma che possono assumere forme proprie, sorta di personalità ospiti della struttura madre, cioè noi stessi.
Sta di fatto che spesso, camminando, o lavorando, o in autobus, mi accorgo che i pensieri se ne vanno per strade ignote o eccentriche, e mi stupisco della stranezza dei percorsi.
Per esempio, se cammino lungo il fiume immagino di vedere una persona che si dibatte in acqua, e chiede aiuto. Io mi butto nella corrente gelida, e a rischio della mia vita riesco a tirarlo a riva. Chiamo un’ambulanza, e l’uomo – perché è un uomo, mai una donna – si salva. Qualche giorno dopo arriva una grossa berlina scura a prendermi sotto casa e scopro che l’uomo è un famoso imprenditore, ricchissimo e potente. Vengo condotto al suo cospetto e lui, gentile, anche se ancora provato dalla terribile esperienza, dice che mi deve la vita, mi chiede di cosa ho bisogno, qualsiasi cosa. Io dico che mi sono buttato per salvare una persona senza conoscerne l'identità, che non mi deve niente. Lui dice che questo mi fa onore, ma insiste, dice che senza di me ora lui non sarebbe qui a parlare. Ed io, alla fine, gli chiedo una casa. Sì, una casa, finalmente, per uscire dalla schiavitù dell’affitto. E lui solleva il telefono, scambia poche parole e stringendomi la mano dice di rivolgermi alla tale agenzia per ottenere qualsiasi tipo di casa io desideri, appartamento, villa, tutto.
Mica male, eh?
Oppure penso che ho un documento word importante, che serve per una indagine delicata. Non sono un poliziotto, né un magistrato, però sono coinvolto nell’indagine, non so perché. E’ un dettaglio insignificante. Ma il doc è protetto da password, una complessa sequenza alfanumerica andata smarrita. La polizia postale tenta senza successo di aprirlo, ma i tempi incalzano, così viene spedito in America, all’FBI, ma neanche lì riescono. Solo alla Microsoft, pare, sono in grado. Per questo dovrò andare a parlare con Bill Gates.
Questi pensieri strampalati emergono da chissà dove, spesso mentre cammino nel parco. Rido, ma non so se devo anche preoccuparmi.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Confesso di non aver mai dato troppo peso a queste cose, anche se, a dire la verità, il pensare a sproposito a me sembra proprio la cosa più naturale di questo mondo. Trattasi di un piacere, mica di un'attività produttiva. Gli dèi questo fanno tutto il tempo ed è da loro che abbiamo imparato la semplice arte del vivere beati.
Come respiro, penso, così senza starci troppo lì a filosofare sopra. Esattamente quello che facevano Totò, Eraclito e Jimi Hendrix. Sono fantasticherie, esercizi di immaginazione, pensieri senza nessuna pretesa. Io ho sempre considerato questa pratica come una specie di igiene personale, di preghierina del buonumore. Secondo Erik Satie, "l'uomo ha bisogno della fantasia come io di una gamba di legno". Concordo, anche se, proprio come gli specchi, sarebbe già tanto riuscire a riflettere un qualche cosa di decente. Io sono quello che pensa, io sono quello che è pensato, io sono quello che pensa a tutto, io sono anche quello che pensa come un idiota.
I bambini lo fanno sempre questo giochetto dadaista, ma loro prendono tutto così maledettamente sul serio...

Anonimo ha detto...

Forse hai ragione tu, lorpat. Però io talvolta ho la sensazione un po' inquietante che i pensieri sfuggano, che prendano strade loro. Insomma, che la fantasia prenda il sopravvento. Tu dirai: e allora? E io dico: possiamo proprio permettercelo?

Anonimo ha detto...

Ma i pensieri mica sfuggono. Stanno proprio dove devono stare. E "fanno" quel che devono fare. Sai quanti imperi ho conquistato? Quanti condottieri sconfitto? Quante rosse albe visto con le regine di Saba? Sono stato anche sconfitto, ho perso tutto e sono morto tra i ghiacci cantando ninna-nanne e col papa... beh pure con lui ho fatto una patta a scacchi e questo l'ha turbato molto ma non quanto il fatto che la birra era calda...
Credo che i problemi inizino quando ci si comincia a chiedere se i pensieri non siano, o stiano divenendo, troppo liberi. Non sono dispendi ma ricariche di energie. Ma poi, con Shakespeare, come non ricordare che esistono più cose tra il cielo e la terra di quante la nostra testa ne possa contenere?

Anonimo ha detto...

eilà! io invece cammino per strada, vedo delle gran ragazze imperiali e sogno di farmele tutte, ma proprio tutte, con dei gran particolari, posizioni ecc. devo preoccuparmi?

Anonimo ha detto...

Beh, ragazzi mi fa piacere che vi siano condivisioni con le fantasticherie in libertà (hag, la partita a scacchi col papa è un cult!). Anon2, direi che non devi proprio preoccuparti, sono fantasie anche mie; diciamo che qualche "passaggio all'atto", tanto per dare una botta di realtà, non sarebbe male.