giovedì, dicembre 22, 2005

Vecchi tempi?

Se qualcuno pensa che su questo sito serpeggi troppa indignazione per la politica, legga Tribù S.P.A. di Gian Antonio Stella (Feltrinelli) e sentirà questo sentimento, misto a incredulità, esplodere con impatto travolgente. Io, per esempio, dovrei leggerlo molto lentamente, a microdosi, per non soccombere.
Stella è una delle firme del Corriere della sera, e fa parte di un ridottissimo drappello di giornalisti che, nell’epoca del regime e della censura berlusconiana, non ha smesso di spargere vetriolo sulle facce patibolari dei politici vincenti, dei voltagabbana, dei portavoce, insomma la "classe dirigente" che si è insediata al potere e se lo gode in assoluta libertà. Questo libro uscì dopo le elezioni, ed è stato ripubblicato con aggiornamenti sui nuovi rampanti entrati nei salotti buoni della Destra, a riempire i vuoti dei "caduti" durante l’esercizio della trama e della razzia. E’ una stupefacente, impressionante carrellata di ritratti dei componenti della variegata banda di furfanti festaioli che ha occupato non un’azienda, non una banca per raderla al suolo, spolparla e gettarla via, ma una intera nazione. Non si riesce a credere che ciò sia potuto avvenire in un paese europeo, e che questo fenomeno non solo sia durato anni, ma possa addirittura rinnovarsi. Le maschere tragiche e comiche di questo teatro della follia scorrono tra ghigni sinistri, sberleffi, feste mondane, dichiarazioni surreali, e non manca nessuno, c’è persino Iva Zanicchi, e un imperdibile cameo della "coscialunga da combattimento" Gabriella Carlucci che arriva in porsche, va a sbattere contro un jumbo-bus, tira dritto senza una piega, la schiaffa sul marciapiede nei pressi di Montecitorio e la molla lì. E la macchina? "Ci devono pensare i commessi di Montecitorio, sono affari loro". Il problema, l’incubo, è che invece sono affari nostri.

1 commento:

Anonimo ha detto...

E' vero. E' tremendo e io la penso esattamente come te.
Ma io non penso che circoli troppa politica su questo sito.
E' un sentimento personale di noia che forse e' l'equivalente della tua rabbia che pero' tu giustamente trsformi in azione, io per vigliaccheria, forse, in inazione.
Mi sono stancata. Mi dedico ai bambini, alla scuola, dedico il mio tempo a costruire qualcosa che so fare o so fare abbastanza bene.
Pero' una cosa, leggero' il libro, lentamente, molto lentamente...
pap