giovedì, luglio 05, 2007


A piedi è meglio ?

(Come già scritto Claudio Sabelli e Giorgio Lauro sono in viaggio a piedi da Lavarone a Vetralla. Ecco un aggiornamento).

Lattine di Coca Cola, bottiglie di birra, pacchetti vuoti di Marlboro e Ms, cicche, Fanta, Gatorade, scatole di Daygum, bicchieri di Estathè, un'infinità di bottigliette di plastica di acqua minerale. Tutta roba cotta dal sole, una lunga corsia di monnezza che costeggia le strade italiane senza che alcuno si faccia carico di ramazzarla e portarla in qualche piattaforma ecologica. E così noi possiamo inventarci sociologi e fare un inventario che ci consente di tracciare la mappa dei consumi degli automobilisti italiani e della loro maleducazione. Abbiamo trovato anche una confezione di Viagra, due guanti da pittore, qualche pannolino in attesa di essere biodegradato. Nessun preservativo. Viene da chiedersi che cosa pensino i nostri concittadini quando aprono il finestrino e svuotano le loro linde macchinette. E' vero che sono tutti prodotti usa e getta. Ma dopo averli usati, devono proprio gettarli dove capita?
I bordi delle strade provinciali e statali che stiamo percorrendo sono un letamaio. Quand'è che qualcuno si prenderà la briga di pulirli dai tanti cadaveri di ricci finiti sotto le ruote delle macchine? Abbiamo visto bisce, serpentelli, vipere, rospi, topi. Oggi vediamo anche una piccola volpe, lì, in attesa di decomporsi. Sembra che dorma, poverina. Nessun gatto, nessun cane. Si sono fatti furbi? Oppure per loro la pietà umana prevede che vengano spostati? Fine del pippone socio-ecologico.
Le strade, che una volta erano il regno dei pedoni, oggi sono la proprietà esclusiva delle quattro ruote. Le macchine sfrecciano a pochi centimetri dai nostri gomiti e spesso leggiamo sguardi di fastidio negli occhi degli autisti.Qualche volta ci fanno dei gestacci, spesso ci suonano il clacson per invitarci a spostarci ulteriormente, magari dentro la roggia o dentro il fosso. Siamo una presenza fastidiosa, inopportuna, invadente. E' una legge non scritta: le strade non sono per i pedoni, tantomeno per i viandanti. "Ma quand'è che è avvenuto il cambiamento?", chiedo a Giorgio. "Quand'è che le strade sono state scippate ai camminatori?" Giorgio ci pensa un po', aggrotta le ciglia, sembra cercare nella memoria e poi dice: "Non lo so. Sicuramente io non ero ancora nato ma tu forse sì".
In preda a questi pensieri profondi percorriamo lunghi rettifili che ci portano dalla provincia senese a quella perugina. Passiamo il confine regionale. E' la nostra quinta regione, dopo Trentino Alto Adige, Veneto, Emilia Romagna e Toscana. "Un quarto delle regioni italiane", pensiamo con orgoglio. Il grande tempo libero che abbiamo a disposizione ci spinge a fare fondamentali calcoli. Quante province abbiamo passato? Dieci? Quindici? Quanti passi abbiamo fatto? Più o meno di un milione per uno? Quanti litri di acqua avremo bevuto? 100? 150? Domande senza utilità per risposte che non avremo mai.

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