mercoledì, gennaio 25, 2006


Un artista rock

Chi ha avuto la fortuna di leggere Vita complicata del compagno Jimi Hendrix conosce il personaggio Dennis, il caro amico poeta/guru del movimento psichedelico del narratore Jimi. Bene, Dennis oggi ha 54 anni, vive al paese di Mezzaluna, dov’è nato, e scrive per un giornale locale. E’ un mensile stampato e diffuso a Mezzaluna, e contiene tutte le notizie, i commenti, le segnalazioni dei giornali locali. Di fatto ha carta bianca, può raccontare, criticare, parlare in prima persona. Attualmente si occupa di tradizioni contadine, i falò d’estate, la piadina romagnola, tutto ciò, dice, che riguarda “il posto in cui mi trovo a vivere”. Giorni fa mi ha inviato (con la posta, perché Dennis non possiede un computer, né un lettore DVD, e scrive a mano con una matita) una serie di testi, alcuni pubblicati, altri inediti. Io gli ho scritto che a mio avviso erano testi particolari, sorta di ricerche antropologiche in cui una componente scientifica, ben documentata, era contaminata da uno stile particolare, un po’ surreale, il suo: che mi sembravano interessanti, però doveva procedere con attenzione, perché il rischio era di sconfinare nel naif. Immediatamente (Dennis ha sempre avuto una velocità di risposta prodigiosa) mi ha inviato questa lettera, che ho deciso di riprodurre, perché a mio avviso è molto bella, è una lettera di Dennis.

“Io sto cercando di studiare, conoscere e capire il posto in cui mi trovo a vivere, e, per farlo, intendo usare tutto quello che mi capita sottomano: scienze, mitologia, religione, superstizione; e poi folklore, chiacchiere, tradizioni, azzardi, abitudini, passioni, genialità, stravaganze, stupidaggini, manie, diari, storie, luoghi comuni, proverbi, banalità, canzoni, fandonie, folgorazioni, rimasticature, rutti, scorregge eccetera.
Io non sono un ricercatore o un divulgatore scientifico, ma un artista rock. Io non ho soggezione delle cose alte e non ho schifo delle cose basse. Il rock, la grande novità del rock sta appunto nel mischiare tutto, nel non essere schiavo del basso e mai signore dell’alto. Prendi Frank Zappa e dimmi dove comincia la cultura alta e dove finisce quella bassa. Bisogna usare sempre tutto e non essere mai usati da niente. Io vengo dal rock e il rock produce folletti e non soldatini di piombo. Ma questo non significa niente. È tuttalpiù una dichiarazione d’intenti. Il rischio è quello di essere naif, vale a dire la quintessenza del provincialismo più beota.
Partendo da Mezzaluna, io intendo parlare del mondo. E capire Mezzaluna è per me, un modo per capire il mondo intero. Se è vero che da qualche parte si deve pur cominciare, io ho cominciato dal posto in cui mi trovo a vivere.
L’universale sta esattamente a Mezzaluna come sta a Londra o a New York. Si tratta di cercare e, dopo, bisogna anche trovare. Agli altri, sai, non interessa quello che cerchi, ma soltanto quello che sei riuscito a trovare. Il punto è questo: io so cosa sto cercando, ma non so cosa ho trovato. Credo niente, e temo anche che, da solo, impiegherò tanto tempo per capirlo. A forza di smacchi la vita si consuma. Il tempo passa e a me resta sempre la curiosità di sapere qual è il modo migliore per sprecare questa wonderful life”.

(L'immagine è un collage di Marianne Brandt, 1928)

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