domenica, luglio 02, 2006
La sindrome di Gastone
Quando io e il vecchio Loris, il mio grande amico del 1970, partimmo in autostop verso Amsterdam, non potevamo immaginare ciò che sarebbe successo. Eravamo non solo amici, ma anche soci: soci nel condividere la scelta culturale di quel periodo, una scelta freak, undergound-letteraria, una scelta di rifiuto radicale del Sistema. Io ero kerouchiano, lui ginsberghiano; io ero per una scrittura classica, una scrittura narrativa, lui un surrealista poetico; ci univa l’adorazione per Jimi Hendrix (io poi lo imitavo anche nell’aspetto, e il mio soprannome tra gli amici era proprio Jimi), l’amore per la libertà, per l’apertura delle coscienze.
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8 commenti:
A me risulta che l'Italia abbia vinto 3 a 0 contro l'Ucraina e che non ci sia stato nessun calcio di rigore. Io dico, almeno guardarle le partite, no?
è stato un errore dovuto a una spudissima svista, che ho già corretto, ancora prima di leggere il tuo commento. Comunque grazie.
Credo di avere capito, dai commenti, (anche di là su vibrisse) (ho letto ora questo post) che avevi scritto la partita con l'Ucraina, poi hai corretto giustamente con Australia.
Ok, problema risolto.
In ogni modo sono d'accordo sul posteriore dell'Italia, cmq domani c'è la Germania, e non credo che la si farà solo a botte di culo.
Poi: ma davvero siete arrivati fino a Amsterdam in stop? Io non l'ho mai fatto in vita mia l'autostop, anzi non nascondo che avrei un po' di timore ad accettare passaggi da sconosciuti. Voi invece fino là???
Erano altri tempi. L'autostop era uno strumento di locomozione abituale, la gente si fermava, automobilista e autostoppista chiacchieravano. Non era raro vedere anche persone adulte uomini e donne) col pollice alzato. Il viaggio fino ad Amsterdam è andato bene salvo che a Bologna, dove abbiamo perso due giorni senza che nessuno ci caricasse (così abbiamo preso il treno fino a Milano) e a Basilea, dove c'era una fila di circa un chilometro di autostoppisti (e noi eravamo gli ultimi). Siamo stati cinque giorni (e cinque notti), poi abbiamo desistito e abbiamo preso il treno per circa cento chilometri, per sbloccari, e abbiamo continuato in autostop.
Anche se di una mezza generazione più giovane (nel 1970 avevo un anno), un po' di autostop l'ho fatto anch'io. E quando ho avuto l'occasione, ho sempre caricato chi vedevo col pollice alzato. Un sistema grazie al quale ho fatto simpatici incontri, e esperienze interessanti. Ma oggi perché l'autostop non si fa più?
Girai in autostop all'inizio dei vent'anni con il mio amore di allora la Francia del centro e del nordovest. Questione di soldi anche, ma voglia di vivere sopratutto "dentro" il paesaggio, di percorrere le strade non segnalate dalle guide turistiche di turno e l'affidarsi alla "fortuna", alle possibilità...
Il camionista nei pressi di St Lô che alle 7 del mattino ci caricò, ci offrì Gitanes papier mais (roba da stendere a quell'ora un elefante se non ci si è abituati) e caffè e ci iniziò al Pernod e non fece altro che raccontare e raccontare, punteggiando con i tipici bofonchiamenti e sputacchi francesi la storia sua e di quelle strade... La femminista parigina diretta a Saint Tropez che ci caricò a Tours su una 2CV: fumava col bocchino, indossava solo un pareo e guidava scalza e tenendo vicina a sè la mia ragazza lanciava nella mia direzione, sul sedile posteriore sommerso da pacchi e zaini, continue fracciate... La coppia di mezza età a bordo di un Peugeot 504 pieno di gibolli, a ferragosto, ubriaca al punto giusto e felice e lui che sbandando si girava continuamente verso di noi a chiedere e fare l'occhiolino e tirando di tanto in tanto pacche sulla coscia della moglie che ogni volta ripeteva maliziosa: "Ohh Gaston"... Altri tempi...
Forse è questa la fortuna, il "culo" che bisogna avere -il passaggio preso da qualcuno che è rimasto ad arricchire la tua voglia di conoscere, un poco alla larga dalla asetticità degli aerei che ti portano lontano ma che cancellano il viaggio...
Allora sono stati "sculacciati" ieri sera? E' stato "sculacciato" Lippi?
Secondo me no.
Sono d'accordo. La vittoria è stata meritata, per la prima volta. A questo punto, dopo avere visto giocare la Francia e il Portogallo, credo che l'Italia abbia tranquillamente i numeri per vincere anche la finale.
Se la vinciamo consiglio di chiudersi in casa con le serrande sprangate, perché si scateneranno episodi di fanatismo di massa.
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