sabato, gennaio 21, 2006

Recita. Di. Maschere. Tragiche.

Ieri sera un vecchio amico ed io avevamo in programma un sabato sera ortodosso maschile, uno di quei sabati sera che si organizzano tre o quattro volte l’anno tra vecchi amici un tempo ragazzi e ora padri di famiglia, per ritrovare qualche traccia della vecchia energia amicale, del vecchio spirito navigatore; il programma era molto semplice: pizza, chiacchieratina e film. Ma scorrendo i titoli dei film sui giornali è subito emersa la deprimente situazione della programmazione in una media città italiana: gli stesi titoli – Pieraccioni, Woody Allen ecc – ripetuti ossessivamente in tutte le sale. Niente scelta, niente tensione, niente curiosità. Ormai è la regola, con le multisale omologate Mc Donald. Che facciamo? Mah, e se lasciassimo perdere il film e mangiassimo solo la pizza e poi torniamo a casa (di lui, perché la sua famiglia era in montagna) e ci guardiamo Berlusca contro Rutelli? Così, una serata rilassante. Perché no? Ma poi perché uscire in pizzeria in fondo? E se ci preparassimo qualcosa in casa, così il relax è totale? Abbiamo guardato nella credenza e nel frigorifero e abbiamo trovato: 2 fette di mortadella; un vasetto aperto di pomodori secchi confezionati artigianalmente; una confezione di mandorle biologiche; cinque tarallucci grandi fatti a mano; quattro fette di pane di Altamura; due pizze surgelate; una bustina piena per tre quarti di cioccolata in tazza della la figlioletta in montagna. Perfetto. Ci siamo messi al lavoro e dopo mezz’ora stavamo sgranocchiando le pizze, davanti alla TV. Siamo subito incappati nel “talk show” di quel personaggio che un tempo dirigeva La Padania , quello che recentemente ha querelato una ragazza che ha un blog per via di un articolo che non contiene nessun apprezzamento offensivo. Si pensa che questo personaggio abbia inserito il proprio nome in google, abbia trovato questo articolo (cliccare qui per leggerlo) e abbia deciso di querelare la ragazza. Dunque da questo personaggio c’erano Maurizio Gasparri e Pecoraro Scanio che “discutevano” in maniera animata in quello che, secondo il personaggio in questione, dovrebbe essere un “confronto all’americana”. Sembravano due al bar Sport, con un pacchettino di pistacchi e una coca a “fare una partita di chiacchiere”, con qualche pugno sul tavolo, qualche ghignata, qualche pacca sulla spalla, qualche “ma voi aiutate Bin Laden”. Era evidente che si trattava di una recita per la Tv, falsamente animata, in realtà straniata e straniante, come va di moda oggi in politica qua nel nostro paese industrializzato europeo. Coi vestitini telegenici, di uguale corporatura, della stessa età, con lo stesso tono di voce, i due attori ci stavano vagamente deprimendo. Non ci credeva nessuno alla serietà della recita, erano troppo ammollati, troppo mosci. Così abbiamo cambiato canale e siamo andati sul 5, dove c’è la compagnia del Bagaglino, con Pippo Franco, Ayda Iespica dell’Isola dei Famosi, e Pamela Prati con le cosce che saltano fuori dagli spacchi del vestito, grida, lazzi, gesti. Beh, qui c’era un tipo che era uguale sputato a Antonio di Pietro. Sembrava proprio lui. E un altro che era uguale sputato a Schifani, quello che una volta parlava a nome di Berlusconi in TV. Erano uguali, o degli imitatori sublimi o dei sosia. Sghignazzavano sguaiati, mentre Pippo Franco gridava e le due soubrette sgambettavano, gridavano questi imitatori-sosia, come se fossero stati a una festa di addio al celibato, un po’ brilli, su di giri. Il fatto inquietante era che l’imitatore di Di Pietro sembrava proprio Di Pietro in persona, era identico, ma proprio un clone perfetto. Guarda che è lui, ha detto il mio amico. Ma no, ha aggiunto poi, è impossibile. Di Pietro non è il fondatore de “L’Italia dei Valori”, quello che ha scatenato Tangentopoli, che ha affondato la DC e il PSI? Non può essere lì a sghignazzare in quel modo di fianco all’imitatore di Schifani. Il fatto è che anche Schifani sembrava proprio Schifani, era uguale sputato, una copia identica. Ma il dubbio è diventato angoscioso, perché a un certo punto i due imitatori-sosia hanno preso una torta a testa e, tra lazzi, risate sguaiate e grida, se le sono spiaccicate in faccia. Così, si sono dati le torte in faccia Di Pietro e Schifani, ridendo come matti. Stralunati, increduli, io e il mio amico guardavamo la scena con occhi sbarrati, perché non riuscivamo a decidere se quei due erano davvero Di Pietro e Schifani, ma erano loro perdio, perché è impossibile che possano esistere degli imitatori così perfetti, e poi non dicono che le creature ottenute per clonazione, tipo la pecora Dolly, sono deboli di salute e finiscono per morire? Invece quei due erano pieni di energia, ridevano con le facce imbrattate di torte, ed erano troppo uguali a Di Pietro e Schifani, quindi erano davvero loro. Ma possibile? Non siamo riusciti a prendere una decisione. Ancora oggi non siamo sicuri, non sappiamo stabilire chi fossero quei due. Ci è restato un dubbio atroce e selvaggio.
E finalmente sono arrivati i due campioni. Berlusca e Rutelli, ma qui non c’è molto da dire. Sembra che abbia vinto ai punti Rutelli, ma va a capire cosa significa, era una recita simile a quella che era stata appena rappresentata nel programma dell’individuo che ha querelato una blogghista, cambiava la statura politica dei leaders, cambiava leggermente il tono di voce, ma era una commedia simile, la Commedia senza più fine della politica italiana dei nostri anni. Così si è fatto tardi, li abbiamo lasciati al loro destino e ce ne siamo andati a dormire.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Siamo sinceri: meglio passare la serata guardandosi un film porno... Dubito possa essere peggio.
A parte questo... Una volta c'era Alighiero Noschese: imitava tutti e ci si potevano fare quattro risate (innocenti). Oggi tutti questi personaggi si ridicolizzano da soli, sono le macchiette di sè stessi -e quando sono così non mostrano in fondo che il loro vero volto.


maline