Fathers and sons
Padri importanti, padri dal carattere forte e tormentato, figure lontane e conflittuali, padri artisti, hanno spesso causato problemi ai loro figli.
Sì, il loro impegno nell’arte, spesso totalitario, esclusivo, dominato da ferite interiori da cui sono nate talvolta grandi opere, li ha portati a un fallimento esistenziale, a una distruzione del proprio ruolo di padri.
Non vogliamo generalizzare, né sostenere che questa sia la regola, ma Alessandro Manzoni ebbe tre figlie di salute cagionevole, Giulietta, Cristina e Matilde, morte giovanissime, consumate dalla tubercolosi, "dall'oppio, dalla morfina", e due figli, Enrico e Filippo, "abulici, passivi, megalomani, bugiardi, puerili, servili" (Pietro Citati, Il Male Assoluto): Enrico finì in prigione per debiti a 27 anni, Filippo dilapidò il suo patrimonio e quello della ricca moglie. E Gianni Agnelli, il cui carattere volitivo, capriccioso e cinico fu fuso nel personaggio di Donna Fulgenzia da Paolo Volponi nel romanzo Le mosche del capitale, ha avuto un figlio suicida (anche se qualcuno, come spesso accade, ha avanzato l'ipotesi di un omicidio).
Per questo, forse, da un padre come Gian Maria Volontè, grande attore, uomo di grande personalità e, forse, di grandi tormenti, che disse: "essere un attore è una questione di scelta che si pone innanzitutto a livello esistenziale: o si esprimono le strutture conservatrici della società e ci si accontenta di essere un robot nelle mani del potere, oppure ci si rivolge verso le componenti progressive di questa società per tentare di stabilire un rapporto rivoluzionario fra l'arte e la vita", è nato ed è cresciuto, si è formato un figlio come Luca, già militante di Comunione e Liberazione, parlamentare dell’UDC, paladino contro l’aborto, il divorzio, uomo conservatore come suo padre era "contro", e "contro" il quale, nella sua fantasia, probabilmente sta ancora combattendo.
Guardandoli, e ascoltando Luca che parla in televisione, osservando la sua immagine conformista, i suoi modi trattenuti e rigidi, penso con un certo turbamento che sembra un destino della nostra specie che le colpe dei padri ricadano sui figli.
(Fathers and sons è il titolo di un famoso disco di Muddy Waters e di un libro di Ivan Turgenev)
4 commenti:
per usare (ma qui, a pennello) un aggettivo abusato, quel disco è a dir poco "strepitoso".
Perfettamente d'accordo, grande blues.
Se è per questo, c'è anche il caso opposto: guarda che po' po' di padre si ritrovano i fratelli Guzzanti...
Sergio, mi hai anticipato, volevo dire la stessa cosa. Forse le onde che Guz padre ha inviato ai figli, da indecenti si sono trasformate in decenti, proprio come quelle di GMV da decenti sono diventate indecenti in Luca.
Però... onestamente, è un pochino facile giudicare a distanza. Chissà com'è nella vita reale... chissà cosa succede... e ogni storia, in fondo, è una storia a sè...
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