mercoledì, settembre 27, 2006
Uomo di rispetto
Ieri sera a Otto e mezzo, su La 7, c’era come ospite Eugenio Scalfari.
C’era anche Oscar Giannino, un giornalista che sembra sempre molto informato sulle beghe delle banche, le finanziarie, uno che si atteggia a gentiluomo conservatore inizio ‘900, con abiti che richiamano quelle mode, le ghette, il bastone da passeggio, una barba arruffata con cura meticolosa.
L’argomento era, ancora una volta, la Telecom, le intercettazioni illegali ecc. Scalfari ne sa, e ha scritto alcuni articoli torrenziali su La Repubblica, il giornale da lui stesso fondato.
Scalfari non è uomo di sinistra, è un tecnocrate con un passato letterario, e appartiene – è anzi un protagonista – a quella fazione del capitalismo dei grandi gruppi, quelli che hanno ancora una impostazione fordista. Giannino e Ferrara invece – con stili diversi - fanno riferimento alla fazione più liberista, del cosiddetto Antistato. Le due fazioni si combattono duramente, spesso con toni feroci, e si alternano al governo del paese. Però quando parlava Scalfari, lento, con la lentezza dell’anziano, del vecchio, i due ascoltavano e tacevano. Persino Ferrara, che non perde occasione per affondare le zanne nelle carni degli avversari, era garbato e rispettoso. Ho interpretato il loro atteggiamento come un senso di rispetto per un uomo anziano – benché un fiero avversario - che rappresenta un pezzo di storia del giornalismo italiano. Non vi era ipocrisia, né retorica; mi è sembrato rispetto vero. Apprezzabile, per una volta.
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2 commenti:
Scalfari -sarà la barba? il portamento?- mi ricorda il Risorgimento. L'impegno, nelle menti migliori, di creare oltre allo Stato una cultura italiana che si riallacci a quell'europa che l'ha per secoli dominata. In persone come lui, chiedersi se siano o no di sinistra è ozioso. A me non ha mai interessato perlomeno. Sicuramente la destra in lui non troverà comunque nulla. Spesso quello che scrive fa chiedere se si è d'accordo o no, perchè offre (tema già diverse volte affrontato) una lettura lenta -cosa oggi fuori moda.
Ferrara è un "Bauer", direbbero i tedeschi, un contadino. Uno che si crede sempre furbo e che crede la furbizia basti a far fessi gli altri. Penso che proprio questa "furbizia" gli abbia consigliato di starsene buono, per non rischiare di essere infilzato, non da un forcone ma da un fioretto...
maline
maline, un bel commento, acuto, il tuo. Io continuo a chiedermi se certe idee sono di destra o di sinistra, se cioè derivano da un'ottica di destra o di sinistra: concetto forse superato, che probabilmente lo è per Scalfari, proprio come scrivi. Di sicuro sono convinto che sia un intellettuale del capitalismo, come ai loro tempi lo furono Calvino e Lutero.
Ferrara "Bauer" è troppo forte. Un saluto.
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