giovedì, aprile 26, 2012

Avevamo ragione (anche se abbiamo perso)

"Certo, eravamo giovani. Eravamo arroganti, eravamo ridicoli, eravamo eccessivi, eravamo avventati, eravamo sciocchi. Ma avevamo ragione" Abbie Hoffman 
(fotografato da Richard Avedon, anni '60)


"ancora oggi che siamo stati sconfitti, che la guerra vince sulla pace, c'è chi continua a pensare che i versi di un poeta possano fermare le bombe" Allen Ginsberg

9 commenti:

elisabetta bordieri ha detto...

"Siamo tutti esuli dal nostro passato"
(Fëdor Dostoevskij)

un bacio

Baldrus MC ha detto...

Giusto!
Grazie Betta

Anonimo ha detto...

penso che la cosa importante sia imparare dal proprio passato; poi che ne siamo esuli o superstiti...non so dire, certo ne siamo reduci e come tali abbiamo il dovere morale di farne terreno fertile per il futuro.
Riflettevo sul fatto che sia Hoffman che Ginsberg hanno origini ebraiche.

Ci sarebbe moltissimo di cui parlare riguardo al pensiero di Ginsberg che hai citato, partendo forse dal concetto di pace.
Ciao, un abbraccio.
p.

Baldrus MC ha detto...

"Imparare dal proprio passato": giustissimo. Sul "reduce" è questione controversa. Abbiamo perso, è vero, oggi i nuovi padroni ci stanno veramente rubando tutto, soldi, futuro, speranze, essere reduci significa trascinarsi "per strade di negri" come cantava Ginsberg. Diversa è la resistenza, anche se solo finalizzata alla sopravvivenza.

Anonimo ha detto...

da sempre uso le parole fidandomi della loro etimologia. reduce indica chi torna da un'impresa, non necessariamente pericolosa o rischiosa, anche se il nostro passato lo e' stato, anche solo in quanto anni di gioventu'. e siamo allora reduci da un sacco di pericolose imprese.
pero' ne siamo usciti. e reduci non vuole dire vivere un presente trascinandoci sulle strade di negri...vuole dire, per me, evitarle quelle strade perche' le abbiamo provate, vuole forse dire anche provare a combattere per altre vie l'arroganza dei padroni, come li chiami ancora tu, scendere in piazzacol coraggio di urlare non le nostre speranze, ma i nostri diritti, il presente e il futuro, nostro e dei nostri figli; forse allora le "menti migliori" non ne uscirebbero di nuovo "sconfitte". Non lo so, Mauro, sono tante le cose, davvero...difficile condensarle in poche righe e in poco tempo.
Pero' io credo che sempre i versi di un poeta possano fermare le bombe.
Ciao...

Baldrus MC ha detto...

Ok. Il fatto è che io certe volte soffro di una certa sindrome del reduce...

Anonimo ha detto...

ti voglio bene, reduce...

Anonimo ha detto...

Reduce agg. e s.m. Chi torna dopo un’assenza prolungata dovuta a guerra, viaggi, avventure.
(G. Devoto, G. C. Oli - Dizionario della lingua italiana -).
Chiamiamo reduce il soldato che perde tutte le battaglie, il padre di famiglia che non riesce ad uscire dal cortile di casa, il cantastorie che non perde mai di vista la propria ombra.
C’è stata anche una rivoluzione? Sì, e non è ancora finita. Qualcuno la credeva una guerra, un viaggio, un’avventura. Era soltanto intrattenimento, e questo è tutto. Proprio come i Borghesi di Bunuel, una volta anch’io ci sono caduto dentro, e adesso, credimi, non sono più così sicuro di poterne uscire.

Baldrus MC ha detto...

Non era solo intrattenimento, caro anonimo, era molto di pù, e lo dico non da reduce.