domenica, febbraio 13, 2005

Editoriale

QUESTO SITO E LA LETTERATURA

Questo sito – questo Blog – ha come forza motrice, come sempre, la smisurata vanità che fa muovere tutti noi, perché non bisogna mai dimenticare quanto scriveva Ecclesiaste 2300 anni fa : “tutto è vanità in questo mondo”; oltre a questo, è uno spazio dedicato alla letteratura.
Bene. Ma cos’è la letteratura?
Non si tratta certo di aggiungere nuovi elementi critici a quanto già scritto da Sartre, Lukàcs, Gramsci e altri studiosi; diciamo che la letteratura – come aspetto dell’attività umana, come riflessione sulla vita, sull’interiorità, come racconto, come narrazione – comprende gli scritti creativi e lo studio degli stessi scritti: e talvolta persino lo studio dello studio degli scritti. Ma qui si vuole allargare, mondanizzare il concetto. Le attività umane sono tutte collegate, interagiscono, si confondono, si contraddicono tra loro. Il significato di letteratura può essere ampliato col significato di letterario: dunque è letteraria la musica? Chi ha una risposta certa si faccia avanti; comunque Jack Kerouac sognava di scrivere come Charlie Parker suonava il sax, e negli anni Ottanta, quando ancora si credeva nella sperimentazione, alcuni scrittori hanno indicato, nei loro libri, una colonna sonora da “agganciare” al testo; si possono creare immagini letterarie, oppure si può fotografare la letteratura? Giuseppe Pino affermava – ma forse si illudeva – che le sue foto erano letterarie, e sono esistiti scrittori le cui pagine hanno una tale chiaroveggenza visiva che non solo leggiamo, ma guardiamo il mondo, insieme all’autore; e l’Urbanistica? non è forse letteraria “l’arte di curare la città” come ha scritto l’architetto Cervellati, non abbiamo formidabili descrizioni di città nei romanzi, e ci sembra di passeggiare nei quartieri affollati di passanti, di ladri, di prostitute, mentre alle nostre orecchie arriva l’eco delle grida, delle risate, di porte che sbattono, e spari e latrati di cane?
Ma allora, obietterà qualcuno, “tutto è letteratura in questo mondo”; affermazione difficilmente contestabile e oltremodo plausibile (d’altro canto chi può contestare che “tutto è politica in questo mondo”?). Diciamo allora che in questo spazio, oltre al flusso di vanità che ci trascina a valle, come ramoscelli nella corrente, entrerà ciò che “ha a che fare” con la letteratura, e i criteri di scelta saranno determinati dai gusti personali, dagli interessi e dalle competenze del curatore. Questo è giusto e inevitabile: per non farsi travolgere infatti, per non affondare nelle rapide bisogna parlare di ciò che si conosce. Solo percorrendo questo cammino si raggiungerà uno degli obiettivi più alti più alti cui possiamo aspirare: che il nostro lavoro sia anche un buon lavoro.

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