Tutti tutti tutti tutti tutti tutti tutti tutti tutti tutti tutti tutti tutti tutti tutti tutti tutti tutti tutti tutti tutti tutti, ma proprio tutti col Santo Padre.
In questi giorni di secondo ricovero del Papa mi sembra di vivere in un incubo. Una retorica roboante, un unanimismo demente fuoriesce come un urlo di follia dagli schermi televisivi e riempie la metà circa della fogliazione dei quotidiani. Tutti dicono e scrivono le stesse cose, espandendo a dismisura le frasi, per cercare di fare durare più a lungo i servizi. E, ovviamente, ogni volta che si può, ci infilano un paio di politici che recitano la solita litania uguale per tutti: il Santo Padre è la nostra guida, gli auguriamo di guarire presto eccetera; una, due, venti, cento volte. Emblematico, e anche oltremodo ridicolo, un telegiornale Rai che si collega col portavoce Navarro Valls che fornisce un resoconto sulla salute del Papa; cambia scena e appare il serpeggiante Gianni Letta che dice le stesse cose, ma proprio identiche, di Navarro. Beh, però intanto lo abbiamo tirato dentro, và.
Perché sono tutti, i politici, i giornalisti, e la gente comune, che costituisce la zavorra, il carburante, tutti sono impegnati a pregare per il Papa, cercano di andare a trovarlo; tutti sgomitano per dire quanto sono preoccupati e al tempo stesso ottimisti. Perché sono tutti cattolici ovviamente, cattolici praticanti, ci mancherebbe, vanno a Messa tutte le domeniche, e si confessano pure, e fanno addirittura la comunione, perché sono degli strenui difensori delle radici cristiane dell’Europa e in questo momento difficile sono tutti stretti in un affettuoso abbraccio con Santa Madre Chiesa per sostenere il Santo Padre.
Però, adesso che ha avuto questo problema alla trachea, e non può parlare, forse è meglio. Perché ogni volta che parla, il Papa, sono imbarazzi. Gli rompe parecchio le scatole ai crociati dell’Europa cristiana..
Il Papa ha tuonato per mesi contro la guerra in Iraq. Una guerra sporca, illegale, che il nostro governo ha voluto a tutti i costi cavalcare per compiacere il Padrone che voleva compiacere l’amico padrone Bush. E i propagandisti di regime RAI a spiegare che in realtà non andavamo mica in guerra, andavamo a fare la pace. Cosa facevano costoro, cattolici osservanti al massimo, sempre inginocchiati nelle cattedrali, quando il capo supremo della Chiesa parlava fino allo sfinimento contro la guerra? Beh, aspettavano. Andavano alla toilette, sospiravano, guardavano l’orologio: ma quando la smette? Ma perché non si fa gli affari suoi? Perché non parla del mistero della Madonna?
E quando il Papa, parlando ai giornalisti, ha richiamato – proprio come Ciampi – il rispetto della verità, della correttezza, della tolleranza, cosa facevano i propagandisti di regime, cattolici praticantissimi, nemici giurati dell’eresia, guardiani armati delle radici cristiane dell’Europa? L’hanno ascoltato? Hanno smesso di raccontare frottole? Di manipolare continuamente le notizie? Di epurare i giornalisti scomodi, poco obbedienti? Il disastroso spettacolo dell’informazione italiana, forse rovinata per sempre, è già una risposta. Leggendario a questo proposito lo show della feroce conduttrice e giornalista televisiva Alda D’Eusanio. Nel suo programma (che grazie a Dio non va più in onda), un mix di voyeurismo estremo, pianti in diretta, gente di spalle che raccontava le proprie vergogne, perversioni e violenze varie, invitava spesso il cardinale Tonini, vecchissimo, magrissimo, lucidissimo, grande esperto di Scritture. Per forza, ogni giorno la conduttrice non perdeva occasione di strillare quanto è cattolica (“sono cat-tolica io, cattolica pratican-te!”), quanto crede nella Chiesa; chiamava il cardinale “Eminenza”, si prostrava davanti a lui, gli chiedeva consiglio, com’è giusto. Bene, un giorno il cardinale Tonini le ha detto sul muso che il suo programma era pura spazzatura. Era uno spettacolo Alda La Cattolica, uno spettacolo da incubo vedere come starnazzava per lo studio, come una gallina inseguita dalla volpe: “Eminenza! Lei è troppo rigido! Lei non capisce! Lei è un moralista!” (e come può un cardinale non essere un moralista?). L’Eminenza va bene finché non si allarga troppo e non rompe le scatole. Che parli del mistero della Madonna e la smetta di rompere insomma.
Così vanno le cose, sono sempre andate e così e così andranno, perché nulla cambia nel nostro paese, purtroppo. Mai...
Certo che tutti questi crociati devono essere degli atei perfetti. Obiettivo oltremodo difficile da raggiungere, perché anche l’ateo più impenitente ha sempre un dubbio da qualche parte. Il vero, perfetto ateo, non lo dice, lo è. Si comporta come tale, nel profondo del suo animo. Non ha paura di mentire, non ha sensi di colpa. E poi non si preoccupa per le sue natiche. Se ne frega, perché non crede nel Paradiso e nell’Inferno. Si fa quattro risate su queste superstizioni. Se invece questi crociati dell’Europa cristiana, questi praticanti della Messa, i politici con tre ville, due barche e cinque auto, i propagandisti del regime, i falsari, oggi così coinvolti nella sorte del Santo Padre, avessero un flebile dubbio nel brandello di anima in putrefazione che gli è rimasta, comincerebbero a pensare con apprensione ai loro sederi bianchi, perché se per qualche malaugurato caso avessero ragione i cattolici veri, quando arriverà il loro giorno dovranno offrirli a orde di diavolacci sghignazzanti che li useranno per conficcarci le punte acuminate e roventi dei loro tridenti e rivoltarli nelle braci ardenti, per l’eternità.
In questi giorni di secondo ricovero del Papa mi sembra di vivere in un incubo. Una retorica roboante, un unanimismo demente fuoriesce come un urlo di follia dagli schermi televisivi e riempie la metà circa della fogliazione dei quotidiani. Tutti dicono e scrivono le stesse cose, espandendo a dismisura le frasi, per cercare di fare durare più a lungo i servizi. E, ovviamente, ogni volta che si può, ci infilano un paio di politici che recitano la solita litania uguale per tutti: il Santo Padre è la nostra guida, gli auguriamo di guarire presto eccetera; una, due, venti, cento volte. Emblematico, e anche oltremodo ridicolo, un telegiornale Rai che si collega col portavoce Navarro Valls che fornisce un resoconto sulla salute del Papa; cambia scena e appare il serpeggiante Gianni Letta che dice le stesse cose, ma proprio identiche, di Navarro. Beh, però intanto lo abbiamo tirato dentro, và.
Perché sono tutti, i politici, i giornalisti, e la gente comune, che costituisce la zavorra, il carburante, tutti sono impegnati a pregare per il Papa, cercano di andare a trovarlo; tutti sgomitano per dire quanto sono preoccupati e al tempo stesso ottimisti. Perché sono tutti cattolici ovviamente, cattolici praticanti, ci mancherebbe, vanno a Messa tutte le domeniche, e si confessano pure, e fanno addirittura la comunione, perché sono degli strenui difensori delle radici cristiane dell’Europa e in questo momento difficile sono tutti stretti in un affettuoso abbraccio con Santa Madre Chiesa per sostenere il Santo Padre.
Però, adesso che ha avuto questo problema alla trachea, e non può parlare, forse è meglio. Perché ogni volta che parla, il Papa, sono imbarazzi. Gli rompe parecchio le scatole ai crociati dell’Europa cristiana..
Il Papa ha tuonato per mesi contro la guerra in Iraq. Una guerra sporca, illegale, che il nostro governo ha voluto a tutti i costi cavalcare per compiacere il Padrone che voleva compiacere l’amico padrone Bush. E i propagandisti di regime RAI a spiegare che in realtà non andavamo mica in guerra, andavamo a fare la pace. Cosa facevano costoro, cattolici osservanti al massimo, sempre inginocchiati nelle cattedrali, quando il capo supremo della Chiesa parlava fino allo sfinimento contro la guerra? Beh, aspettavano. Andavano alla toilette, sospiravano, guardavano l’orologio: ma quando la smette? Ma perché non si fa gli affari suoi? Perché non parla del mistero della Madonna?
E quando il Papa, parlando ai giornalisti, ha richiamato – proprio come Ciampi – il rispetto della verità, della correttezza, della tolleranza, cosa facevano i propagandisti di regime, cattolici praticantissimi, nemici giurati dell’eresia, guardiani armati delle radici cristiane dell’Europa? L’hanno ascoltato? Hanno smesso di raccontare frottole? Di manipolare continuamente le notizie? Di epurare i giornalisti scomodi, poco obbedienti? Il disastroso spettacolo dell’informazione italiana, forse rovinata per sempre, è già una risposta. Leggendario a questo proposito lo show della feroce conduttrice e giornalista televisiva Alda D’Eusanio. Nel suo programma (che grazie a Dio non va più in onda), un mix di voyeurismo estremo, pianti in diretta, gente di spalle che raccontava le proprie vergogne, perversioni e violenze varie, invitava spesso il cardinale Tonini, vecchissimo, magrissimo, lucidissimo, grande esperto di Scritture. Per forza, ogni giorno la conduttrice non perdeva occasione di strillare quanto è cattolica (“sono cat-tolica io, cattolica pratican-te!”), quanto crede nella Chiesa; chiamava il cardinale “Eminenza”, si prostrava davanti a lui, gli chiedeva consiglio, com’è giusto. Bene, un giorno il cardinale Tonini le ha detto sul muso che il suo programma era pura spazzatura. Era uno spettacolo Alda La Cattolica, uno spettacolo da incubo vedere come starnazzava per lo studio, come una gallina inseguita dalla volpe: “Eminenza! Lei è troppo rigido! Lei non capisce! Lei è un moralista!” (e come può un cardinale non essere un moralista?). L’Eminenza va bene finché non si allarga troppo e non rompe le scatole. Che parli del mistero della Madonna e la smetta di rompere insomma.
Così vanno le cose, sono sempre andate e così e così andranno, perché nulla cambia nel nostro paese, purtroppo. Mai...
Certo che tutti questi crociati devono essere degli atei perfetti. Obiettivo oltremodo difficile da raggiungere, perché anche l’ateo più impenitente ha sempre un dubbio da qualche parte. Il vero, perfetto ateo, non lo dice, lo è. Si comporta come tale, nel profondo del suo animo. Non ha paura di mentire, non ha sensi di colpa. E poi non si preoccupa per le sue natiche. Se ne frega, perché non crede nel Paradiso e nell’Inferno. Si fa quattro risate su queste superstizioni. Se invece questi crociati dell’Europa cristiana, questi praticanti della Messa, i politici con tre ville, due barche e cinque auto, i propagandisti del regime, i falsari, oggi così coinvolti nella sorte del Santo Padre, avessero un flebile dubbio nel brandello di anima in putrefazione che gli è rimasta, comincerebbero a pensare con apprensione ai loro sederi bianchi, perché se per qualche malaugurato caso avessero ragione i cattolici veri, quando arriverà il loro giorno dovranno offrirli a orde di diavolacci sghignazzanti che li useranno per conficcarci le punte acuminate e roventi dei loro tridenti e rivoltarli nelle braci ardenti, per l’eternità.
1 commento:
Di solito a quell'età ci si prepara ai congedi. Dolorosi, certo. Ma questa è la vita. Ma dal Papa no, non cisi deve congedare. Mica è uomo lui. Leggo che ha ritrovato la parola; che parla con voce "forte e chiara"; che tra poco uscirà dalla clinica; che lo aspettano a Colonia... Altro giro altro regalo -di nuovo in giostra. Che squallore ascoltare i notiziari propagandare un Papa di ferro (visto che la Cortina di ferro non c'è più) che ce la farà a superare la crisi (anche l'età?). E che dietro le mura del Vaticano siano ormai cominciate le notti dei lunghi coltelli per sistemare le alleanze sul prossimo successore (per carità: al Papa come uomo auguriamo di campare cent'anni, beva birra o meno!), su questo of course, meglio tacere. Lasciatelo riposare infine -verrebbe da dire. Ma un uomo il Woytila non lo è più, è Papa, una figura, un simbolo e deve crepare secondo codici ben precisi, secondo drammaturgie ben collaudate...
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