venerdì, maggio 18, 2012

Alcune osservazioni sparse

Questo pezzo, uscito ieri su Carmilla, è il frutto di un lavoro piuttosto impegnativo, direi accanito. L’ho sottoposto a una revisione durata diversi giorni, con una riscrittura quasi totale. Infatti la stesura iniziale era un’invettiva di puro odio, uno sfogo per così dire “basso”, dove urlavo tutta la mia rabbia di sfruttato offeso dall’apparire continuo dei volti patibolari dei predicatori televisivi. Sentimenti umani e troppo umani, intendiamoci, dignitosi, persino giusti, ma non degni di essere comunicati in uno scritto. Non in quella versione almeno. Così l’ho sottoposto a un lavoro di ripulitura delle scorie, che sta alla base dell’artigianato letterario. I sentimenti vanno lavorati, filtrati, per restituire loro la valenza collettiva e sottrarli, per quanto possibile, al controllo soffocante del Super-Io. Spero di essere riuscito nell’impresa.


Ho molto apprezzato la performance introduttiva di Roberto Saviano nel programma Quello che non ho (perché di questo si tratta: una serie di performances in uno spettacolo teatrale-televisivo multiautore): ha richiamato le reazioni scomposte del regime per la sua performance dell’anno precedente, quando affermava che la camorra “interloquiva” coi partiti, compresa la Lega. Si sono alzate grida indignate, parole come “inammissibile”, “vergognoso”, addirittura il ministro dell’interno ha chiesto a gran voce una rettifica in diretta che riparasse a quelle “affermazioni scandalose.” Vedete, ha detto Saviano, oggi le indagini hanno confermato che la Lega “interloquiva”, e come, con la Camorra. Ora stanno tentando di urlare che nessuno sapeva nulla, che era tutta farina del sacco del tesoriere, ma neanche questa ennesima boutade sembra stare in piedi. Veniva di ridere, ma erano risate amare, rabbiose. Soprattutto perché sono soldi nostri, maledizione, milioni di euro regalati a scatola chiusa ai partiti come “rimborsi elettorali”. Che il diavolo se li porti all’inferno (a proposito di elogio dell’odio).

Invece non ho apprezzato la sua successiva performance sui Laogai cinesi, cioè i campi di lavoro dove sono rinchiusi gli oppositori del regime in condizioni disumane. Ovviamente non per il fatto in sé, che va denunciato, combattuto, ma per il frequente richiamo al “comunismo”. Mi è sembrata una lettura quasi da guerra fredda. Cosa c’entra la Cina col comunismo? E’ piena di capitalisti che vivono in ville gigantesche, castelli, regge degne di re e principi, boss delle triadi, le feroci mafie cinesi che all’epoca di Mao erano completamente sparite dalla terra cinese, ricomparse dopo la restaurazione iniziata con Deng Xiaoping. Cosa c’entra col “comunismo”, che resta un’idea di vita comunitaria, di una società che condivide tutti gli spazi pubblici e i mezzi di produzione? Tra l’altro andrebbe anche analizzata la storia delle due rivoluzioni comuniste, quella sovietica e quella cinese, che hanno dovuto difendersi dai continui tentativi dei controrivoluzionari, sostenuti, pagati e armati dall’America, di rovesciare i nuovi governi per riportare i vecchi regimi. Qualcuno ha idea di cosa fosse la Cina prima della rivoluzione, quando regnavano i mandarini? Qualcuno ha mai visto le immagini delle torture , dove le persone venivano scuoiate e disossate vive? E la tortura sulle bambine, con la fasciatura dei piedi? La rivoluzione mise al bando tutte queste pratiche. E lo stesso avvenne nella Russia degli Zar. Non voglio usare queste tematiche per difendere l’involuzione della politica di quei paesi, ma le affermazioni di Saviano mi sono sembrate demagogiche, senza alcun rispetto per la storia e neanche per la situazione presente. La Cina potrà definire se stessa “comunista”, ma la realtà è diversa: di regime si tratta, ma il comunismo non c’entra: la vera novità è che si è realizzata una versione moderna di una nuova dittatura, quella capitalista.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Immagino di sopprimere l’oggetto del mio odio. Io m’accontento di questo, e
va bene, ma se volessi spingere invece la mia coerenza fino in fondo, se
volessi trasportare nella realtà questa mia immaginazione? La questione non
è nuova, e la mia generazione ne sa qualcosa. Una quarantina di anni fa si
cianciava di lotta armata e rivoluzione. Novanta volte su cento erano
fanfaronate. Novanta volte, e le altre dieci? Nelle altre dieci ci stavano
le Brigate Rosse. Anche adesso ci sono fanfaroni che cianciano di carabine,
rivoluzione e guardie padane. Nessuno li prende sul serio, e forse è meglio
così. Sono i compari di Berlusconi, uno che qualche decennio fa la
rivoluzione l’ha fatta per davvero, e l’ha pure vinta a nostra insaputa. Che
almeno a loro sia concessa una bella pensione da reduce. Ma torniamo al
presente, a quel presente che scappa, scappa, e non passa mai. E il presente
oggi ci offre un frullato di ultras e di antagonisti, roba buona per gli
stadi come per la piazza. La novità consiste nel fatto che non c’è più
nessuna differenza tra le due cose. Fine dell’encomio narcisista.
Ricapitolando per i distratti o i troppo giovani: prima i sovversivi di
destra, poi quelli di sinistra ed infine il leghismo. Nel terzo millennio il
trino è diventato uno e uno soltanto. Cosa posso dirti, cosa posso fare per
te? Senti questa canzone. Se non è la più bella del mondo, poco ci manca:
http://youtu.be/Z7dly5IclDc. Ma io tratto parole, e anche tu tratti parole.
Le parole, sai, sono reali come le palle di cannone. Meglio farsene una
ragione e comportarsi di conseguenza, meglio pensare che di tanta
immaginazione è capace anche l’amore.

L

BALDRUS ha detto...

L, scrivi: "il presente
oggi ci offre un frullato di ultras e di antagonisti, roba buona per gli
stadi come per la piazza. La novità consiste nel fatto che non c’è più
nessuna differenza tra le due cose."

Ora non so a cosa ti riferisci con "antagonisti", però esiste una realtà che possiamo definire transnazionale di contestazione alle attuali tendenze di distruzione dell'ambiente, del lavoro, dei diritti: il movimento NO TAV combatte per la salvaguardia di un intero territorio, che la speculazione e gli affari vogliono devastare; i movimenti che si oppongono alle dittature finanziarie ecc. tutto "antagonismo" che non può essere confuso con gli "ultras". Il "frullato" non c'entra proprio niente.

Invece concordo sulla chiusa all'insegna dell'amore.

Anonimo ha detto...

Gli ultras hanno bisogno di uscire dallo stadio e di scendere in piazza, gli antagonisti hanno bisogno di uscire dalla piazza e di entrare nello stadio. Vuoi che ti dica chi sono gli antagonisti? La risposta è che non lo so, così come non so chi sono gli ultras. A me sembrano come yin e yang. E adesso cosa devo fare, devo spiegarti un incubo? Gli incubi non si spiegano, dagli incubi ci si sveglia e basta. Hai presente quella ragazzina torinese che raccontò di essere stata violentata da un rom? Ricordi la spedizione punitiva al campo guidata dagli ultras della Juventus? Quando dico che gli ultras hanno bisogno di uscire dallo stadio, intendo questo. Hai presente il no-tav che dava del “pecorella” al poliziotto? Quando dico che gli antagonisti hanno bisogno di entrare nello stadio, intendo proprio questo. E per favore non dirmi che c’è una bella differenza tra una spedizione alla Ku klux klan e le stupidate di un ragazzotto. Lo so benissimo, ma questo non mi sveglia dall’incubo, direi anzi che me lo rende ancora più insopportabile. Tutto questo è successo, tutto questo si ripeterà così tante volte che poi ce ne dimenticheremo. Non solo poliziotti e manifestanti sono identici, ma identici sono anche tutti i manifestanti. Quest’ultima affermazione non ti garba, lo so, ma io la faccio lo stesso e lascio a te tutte le spiegazioni. Adesso apro le virgolette e ti cito: “Esiste una realtà che possiamo definire transnazionale di contestazione alle attuali tendenze di distruzione dell'ambiente, del lavoro, dei diritti”. E certo che esite. Potrei cavarmela dicendo di amarla almeno quanto te, ma sarebbe troppo comodo. Il mio amore oggi mi dice di stare alla larga da tutti quelli che vorrebbero cambiare lo “stato di cose presente”. Sai, ho il doppio dei loro anni, e il doppio dei loro anni è proprio l’età che ci vuole per passare da pontificatore a pontefice, da passeggero a passatore. Riusciranno almeno loro a non farsi fregare? Ne dubito, ma ci spero. Ovviamente la soluzione sarebbe la nonviolenza, eccetera, eccetera. E chi sghignazza, sia ben chiaro, non è cool. Arrivederci al prossimo millennio, alla prossima primavera, al prossimo weekend. Concludo questo sproloquio rimarcando una cosa per me importante. Tutti questi movimenti non hanno una musica, ma molte musiche. Quello che una volta era affidato al rock, adesso gira nel web. Come vedi, per quanto spaesati, uno straccio di comunità riusciamo sempre a trovarla. E poi dicono che non tutti i Salmi finiscono in Gloria...
ciao loris