Alla fine è accaduto: ho firmato un piccolo romanzo col mio nome di alter ego. Varie volte ho tentato, ma sempre ha prevalso il nome del padre, del creatore. Invece è giusto rispettare l'autonomia dell'alter ego. Dice quello che il creatore preferisce tacere. L'alter ego è un combattente, o un traghettatore.
Missione Speciale è un noir duro e puro, con implicazioni psicologiche importanti, almeno per chi l'ha scritto, cioè io. Mi ha causato un senso di disagio, a tratti di angoscia, come se avessi trasportato sulla carta pensieri, immagini, e soprattutto identificazioni che di solito preferisco tacere, o ignorare. Invece sono uscite, spavalde e sincere, e ora sono fissate sulla carta. Non è uno splatter, né un horror. Non viene versato sangue, a parte una goccia, una sola. Ma è l'identificazione con qualche personaggio (quale? Forse più di uno) a farne, per me, un nero.