giovedì, settembre 05, 2013

Professional Killer Specialista

Alla fine, tra le due cover, ne è nata una terza, questa. Diciamo che è la prima ma con le scritte in rosso. Un altro elemento di back-office è che il titolo originale era Lo Specialista, ma l'editore ha chiesto di cambiarlo in Professional Killer, cosa che ho accettato, anche perché la prefazione di Altieri, che è pubblicata su Carmilla, lo chiama proprio in questo modo. E' certamente un titolo più "di genere" duro e puro, cosa che non mi dispiace affatto. Io voglio scrivere  romanzi di quelli solidi e avvincenti e pop, thriller con azione, avventura, sorprese e tutti gli ingredienti al posto giusto: violenza, suspence, sesso. Cose che sono tutte presenti, ci tengo a precisarlo. Però molti di questi thriller poi mandano il protagonista, spesso proprio un killer, o un ex killer, su un'isola tropicale a godersi i soldi, magari la fidanzata/velina, con un coktail in mano e le palme e la spiaggia e il sole. Finali così scontati da risultare stucchevoli. Io ritengo di avere cambiato questo stereotipo. Ritengo di avere inserito un finale sorprendente. Ho lavorato duro sul finale, soprattutto per renderlo conforme a una storia che è, non dimentichiamolo, un thriller avventuroso e movimentato. Come i libri che a me piace leggere.

lunedì, settembre 02, 2013

PROFESSIONAL KILLER

Un saluto e un sincero grazie ai lettori che continuano a sbirciare questo blog, che attraversa lunghi periodi di abbandono. Purtroppo non sempre l’autore riesce a trovare il tempo e le energie per curarne la redazione, nonostante i buoni propositi.
Intanto qualcosa si muove sul fronte occidentale, che transita, verso la fase finale, su quello orientale.
Ehi, ma che stai dicendo Baldrus? Stai vaneggiando?
Beh, questo avviene nel mio ultimo libro, in uscita in libreria a partire da giovedì 5 settembre. Professional Killer, Edizioni Anordest, pag. 304 € 13.90. E’ certamente un thriller, “un formidabile thriller letterario” come lo definisce Alan Altieri nella prefazione, di impostazione occidentale, ma con una svolta verso territori e tempi orientali. Ma ci torneremo su, dopo il 5. Intanto vorrei svelare un piccolo aspetto di backstage: sono state elaborate dall’editore due copertine, oggetto di dibattito. Qual era la migliore? Qual era la più adatta? I criteri erano molteplici: visibilità, nella giungla degli scaffali; rappresentatività della storia, del genere, dello stile; modernità; semplice attrazione a colpo d’occhio.
Una scelta è stata fatta, secondo me la migliore.
Intanto le posto entrambe.
A presto!

venerdì, febbraio 15, 2013

Super Session

Mentre stavo scrivendo un articolo sul blues, col giovane Bob Dylan che studia, e adora Robert Johnson (prossimamente uscirà sul web, ne darò notizia qui), ho ricominciato ad ascoltare questa musica, che ha rappresentato una delle più grandi passioni della mia vita. Ho cercato soprattutto il blues classico, il country blues, una voce, una chitarra, un’armonica. In biblioteca mi sono procurato The complete recordings of Robert Johnson, un doppio album che raccoglie tutte le sue incisioni. Poi ho riascoltato le mie antologie blues, molto varie, con pezzi di street-blues, city-blues, british-blues, antico e moderno. Ma ero carente di classici, Leadbelly, Blind Lemon Jefferson, Big Joe Williams. Così ho scritto al mio vecchio pard Loris Pattuelli, che ha una discoteca enorme. Mi ha inviato ben 4 CD, tre antologie straordinarie, coi maestri, le blues-lady, che sto ascoltando di continuo, e il leggendario, incomparabile Super Session. E’ un album-jam session ideato e prodotto nel 1968 da Al Kooper, compositore, produttore, polistrumentista, cantante, attivo soprattutto negli anni ’60 e ’70. Il chitarrista doveva essere Michael Bloomfield, ma a metà lavoro, causa le sue condizioni di salute difficili (dovute soprattutto all’uso di eroina), fu sostituito da Steve Stills. Per cui un lato è di Bloomfield, l’altro di Stills. Il risultato è una straordinaria interfaccia di stili chitarristici. Come solista Bloomfield è insuperabile (e insuperato). Non ha inciso molto materiale, perché è morto piuttosto giovane (38 anni), ma le sue esibizioni sono passate alla storia. Per me come solista blues è il migliore in assoluto.

giovedì, febbraio 14, 2013

Lo Tsunami papale

Ho letto questo pezzo sul blog di Claudio Sabelli Fioretti.

Spero sempre che non muoiano papi e principesse, uomini di stato e grandi impresari, vecchi e navigati politici e campioni dello sport per non vedere stravolti i già orrendi giornali italiani. In questi giorni le dimissioni di papa Ratzinger hanno inondato i quotidiani riempendo di testi noiosi e ripetitivi la maggior parte delle pagine. Sento già l’obiezione: ma si tratta di un evento straordinario… Vero, ma l’eccezionalità di un fatto non dovrebbe stravolgere più di tanto le regole del giornalismo. Fate un esame su voi stessi. Quanti articoli avete letto sul papa? Ogni giornale ve ne sta offrendo almeno una cinquantina al giorno. Eppure voi volete sapere poche cose: che cosa è successo, vi sono retroscena, quali saranno le conseguenze, chi porrebbe essere il successore? Ecco, forse ho dimenticato qualcosa ma poco. Tutto il resto è paccottiglia. Inutile occupazione di spazio. Spreco di tempo. Mancanza di fantasia. E la prima conseguenza è che molte altre notizie vengono trascurate. Però poi non si venga a piangere che gli italiani non leggono più i giornali.

Aggiungo che lo tsunami è dilagato anche in televisione, con toni a dir poco isterici. Una mandria di zombi scatenati per ore, per giorni, non ha fatto che straparlare sulle dimissioni che significherebbero questo e quello, simboli, metafore e via delirando. Purtroppo non posso dire "poi non si venga a piangere che gli italiani non guardano più la televisione" perché gli italiani la televisione la guardano, e come. La bevono.

mercoledì, gennaio 30, 2013

Ultra.meta@cialtrons.com

"Non di bidelle". La papessa del PD. Una vita da parlamentare. La casta che si cita da sola. Che si tutela da sola. Mica bidelle perdio. Mica a quel livello infimo perdio. Noi siamo "er più" perdio. Forse mai come in questi giorni una campagna elettorale è stata la Fiera della Cialtroneria. E poi dicono che c'è l'assenteismo. L'Antipolitica. Chi rappresenta l'Antipolitica?

Come lo Sceriffo di Notthingam.

martedì, gennaio 29, 2013

Trapianto di braccia e gambe

Ho letto questo articolo nel blog dell'italo-americano Oscar Bartoli, e mi ha particolarmente impressionato.

Brendan Marrocco, 26 anni, il 12 aprile del 2009 e' saltato in aria in Iraq mentre guidava il suo mezzo corazzato. Era alla sua prima missione. Ha subito una quadrupla amputazione (gambe e braccia).
Il 18 dicembre e' stato operato al Johns Hopkins Hospital di Baltimora. L'operazione e' durata molte ore data la complessita' dell'intervento. Al momento le condizioni del giovane sono definite buone. Oltre ai farmaci antirigetto gli sono state praticate infusioni derivate dall'nterno delle costole del cadavere del donatore (bone marrow). Questa procedura dovrebbe assicurare una riduzione dei pesanti effetti collaterali che i medicinali antirigetto generano.
A Brendan Marrocco era stata applicata una complessa protesi. Ma i giovani soldati feriti e amputati spesso non vogliono usare queste costose protesi. Il complesso intervento chirurgico e' stato condotto dalla equipe del professore W.P. Andrew Lee che in una intervista ha detto che al momento sono 60 le persone che nel mondo hanno avuto trapianti di braccia. Secondo questo chirurgo la tecnica operatoria adottata sara' intensificata nel giro di pochi anni. Anche se le funzioni delle braccia trapiantate non saranno al 100%, tuttavia il paziente potra' avere un'autonomia di movimenti molto superiore a quella assicurata dalla protesi per quanto sofisticata.

Continua a leggere nel blog di Oscar Bartoli.

giovedì, gennaio 24, 2013

Love Out un anno dopo

Questa recensione è uscita su La Repubblica Firenze domenica 20 gennaio. A parte la valutazione di merito sui racconti migliori, che resta personale, ha colto la motivazione centrale dell'opera, quella che mi ha spinto a ideare e a produrre questa antologia.

di Laura Montanari

«Io non prego. Io non ritiro nulla di tutto ciò che ho fatto, non chiedo perdono a nessuno», da "Gli occhi del Gatto" di Raul Montanari. «I baci che non sono scoppiati durante l'estate ce li siamo dati tutti insieme, la prima volta che ci siamo incontrati di nuovo, una sera di dicembre», da "L'amore assoluto" di Tiziano Scarpa.
«Dove tutto brucia le parole sono relitti» da "L'ultimo fuoco dell'acciaio tremante" di Alan Altieri.
«Love out» è una raccolta di racconti e poesie sull'amore in tutte le declinazioni che possiamo immaginare. Un'antologia che coglie il sentimento quando scoppia, quando si esaurisce, quando è gioia, quando è speranza, quando è desiderio, quando è erotismo. Ma pure quando si ferma e ci lascia nudi, quando fa male e diventa strazio. Scriveva Susan Sontag: «È come accettare di farsi scorticare sapendo che in qualunque momento l'altra persona può andarsene via con la tua pelle». Ecco, le varie forme d'amore serviti ai lettori in antologia: dentro «Love out», 18 autori. Fra i brani più riusciti: Raul Montanari, Tiziano Scarpa, Giulio Milani, Geraldina Colotti e Veronica Tomassini.

mercoledì, gennaio 23, 2013

Il Museo degli Orrori

Dunque è probabile - anzi, è praticamente sicuro - che dopo le elezioni dovremo mantenere a stipendio e pensione da parlamentare anche Augusto Minzolini, colui che aveva il soprannome di Raiset, cioè il TG1 totalmente asservito alle veline di Berlusconi, tanto da sembrare una succursale del TG4.
Non c'è limite.
Non c'è requie.
Non c'è pietà.
Quindi ogni giorno che entro al lavoro dovrò pensare che una parte del mio tempo sarà devoluta al pagamento dello stipendio e della pensione di Augusto Minzolini.
Conta qualcosa salire a San Luca per chiedere una grazia?
Raccomandarsi alla mia santa preferita, Clelia Barbieri delle Budrie?
Non vogliooo!
Nooo!

Picchì? Picchì?

venerdì, gennaio 18, 2013

Missione compiuta

Questo racconto, pubblicato su Carmilla, nasce da molti riferimenti reali. Ricordo in particolare un caso, un "missile intelligente" che sterminò un'intera famiglia palestinese, bambini compresi. Il governo di Israele si dichiarò "costernato" e "dispiaciuto".
Scusate, abbiamo sbagliato.
Qui un altro caso, uno dei tanti

Riflettendo su un altro livello, del tutto diverso da quello oggettivo, mi chiedo, non senza sofferenza e inquietudine, perché attraverso il racconto ho voluto distruggere una famiglia felice.
La mia missione compiuta insomma.
Ma questa è un'altra storia.
Una storia psicologica.

mercoledì, gennaio 16, 2013

Grandi attori, grandi registi, grandi investimenti = grande noia

Questa non è la recensione di un film “irrecensibile”, ma una semplice nota di servizio. Un consiglio. Un’opinione personale. Da prendere per quello che è: ovvero che il kolossal Cloud Atlas, scritto e diretto (come ci informano con grande energia tutti gli spot, gli strilli della produzione ecc) dagli sceneggiatori/registi di Matrix, è una palla intergalattica. Un mattone transgenerico, perché ha la pretesa di viaggiare tra i generi cinematografici, commedia, thriller, fantascienza, e così via. Attraverso sei storie che si intersecano continuamente (alcune molto ben recitate e dirette, ma non basta per realizzare un “grande” film), alternandosi talvolta solo con brevi sequenze, si vorrebbe dimostrare – raccontare? Sarebbe già più modesto e più avvincente – che tutto è collegato, tutto è connesso, tutto viaggia nel tempo, e le nostre vite non ci appartengono, perché "siamo legati ad altri, passati e presenti, e da ogni crimine e ogni gentilezza generiamo il nostro futuro". Insomma, qualcosa di molto simile al karma: le nostre anime viaggiano nel tempo, si riconnettono, generano il loro stesso destino. Grandi messaggi quindi, veicolati da un filmone lento, noioso, in alcuni punti irritante perché presuntuoso con quelle musiche diffuse che evocano fiction televisive di genere edificante. Hanno elaborato un contenuto, semplice e standardizzato, politicamente correttissimo, e ci hanno costruito un film con pretese enormi, stucchevoli. Matrix è lontano mille miglia, non c’è nulla della sua tensione, e della sua economia perfetta.

martedì, gennaio 15, 2013

Super.mega@ruffians.it

Dopo avere assistito alla farsa di Servizio pubblico, dove un giornalista/presentatore privo di scrupoli, pensando unicamente allo share del suo programma, ha offerto per l'ennesima volta la piazza mediatica a Berlusconi, permettendogli di trionfare nel trash di cui è maestro incontrastato, ho pensato di scrivere un corsivo. Ma l'indignazione per l'opportunismo imperante, per il cattivo gusto, lo sbracamento che ormai governano in Italia, me l'hanno impedito. Vedere un Santoro, che fu espulso dalla TV proprio da Berlusconi, che con cinismo lo invita nel suo programma, permettendogli di recuperare consensi, suscita pensieri nerissimi sul futuro di questo paese. Perché deve essere chiaro che Berlusconi ha vinto in ogni caso, essendo vincente il semplice apparire, scatenare casino, raccontare balle, fare avanspettacolo.

Nella impossibilità di scrivere, ho trovato un articolo sulla home-page di Tiscali, dove ogni tanto scrivo anch'io, di Massimo Ragnedda, che condivido totalmente. E' riuscito a esprimere tutta la rabbia, il senso di schifo e di indignazione in uno scritto limpido, duro, che invito a leggere. Qui

martedì, gennaio 08, 2013

Un killer gigolò

In edicola questo romanzo, ambientato a Mosca, con un mio racconto in appendice dal titolo Un killer gigolò. Stessa ambientazione, la Russia di oggi, coi suoi intrighi, la sua violenza, la ricchezza, il potere e l'estrema povertà.

Questo racconto è il quarto che esce nella collana Segretissimo, tutti con lo stesso protagonista, un superkiller che passa da una "missione" all'altra, da una "meditazione" all'altra. E' infatti un tipo alquanto speciale: vegetariano integralista, astemio, pratica lo yoga ed è un campione di kung-fu. Attualmente sta operando in un romanzo inedito, un thriller dal titolo Lo Specialista, con una bella prefazione di Alan Altieri, in cerca di un editore. Come scrive Altieri nella prefazione: "Meta-assassino senza presente ma con un passato tanto ignoto quanto immane, la sfida più grande che Lo Specialista si ritrova ad affrontare è anche la più subdola: quella contro se stesso."

La sua vita complicata infatti, la sua vita così semplice, lo porterà addirittura nella Cina del V secolo, in un viaggio nel tempo alla ricerca della sua vera origine.

Buona fortuna allo Specialista.