E’ probabile che The Eagle abbia la sua vita medio-breve, più o meno due-tre settimane nelle sale cinematografiche, poi scenda nella sterminata giungla dei dvd. Accade questo nell’attuale mercato cinematografico, simile al suo compadre letterario, iperproduzione, consumo ultrarapido delle offerte, usa e getta sempre più frenetico. In questo sistema passa di tutto, roba commerciale, tirata via, ma anche buoni prodotti, che in pochi scoprono per mancanza di tempo e di spazio.
The Eagle appartiene in parte a questa categoria, anche se oggi trovare un “prodotto” (siamo costretti a usare questo termine, perché il concetto di “opera” è più impegnativo, meno dipendente da quel Golem chiamato Mercato) privo, o quasi, di ingenuità, cadute di stile ecc. è difficile.
Lo sono le matrici, gli iper-prodotti creati coi criteri d’eccellenza ai quali poi si ispirano quelli successivi, in questo caso Il Gladiatore e 300, senz’altro punti di riferimento di The Eagle. Ma sono pochi esemplari, che riescono a coniugare col giusto equilibrio le esigenze di divertimento, di evasione, di spettacolo, con lo stile, l’etica, la ricerca, la coerenza.