martedì, settembre 25, 2012

Viva la muerte (della politica), viva la rinascita (della politica)

Un caro saluto a chi, nonostante la mia latitanza, continua a dare un’occhiata a questo blog.
Spero di non essere retorico dicendo: VI VOGLIO BENE!


Siamo sommersi dai cosiddetti scandali della politica. Si parla di degrado, di “porcile”, di “magna magna”. In effetti il livello di corruzione raggiunto dalla classe politica del nostro paese credo non abbia eguali in tutta la storia dell’Occidente. Per trovare qualcosa di simile bisogna andare nei regimi tribali retti dai signori della guerra, oppure in certe “repubbliche” baltiche, dove al governo ci sono le mafie. Il caso del Lazio ha fatto di nuovo balzare il mostro in prima pagina, dove purtroppo apprendiamo che il mostro è diventato la normalità. La classe politica di questo paese è sganciata dal paese reale, non rappresenta nessuno a parte se stessa e il proprio privilegio feudale. Ma è proprio questo il punto.

giovedì, luglio 05, 2012

Baldrus antincendio

Esercitazione antincendio del vostro blogger: spegnimento di fuoco di gas GPL con estintore ad anidride carbonica. Temperatura nella vasca: circa 2.500 gradi; temperatura esterna: circa 50 gradi al sole; temperatura sotto al giaccone: np.

martedì, luglio 03, 2012

Una missione speciale


Desidero ringraziare le lettrici e i lettori di questo blog semiclandestino, che continuano a sbirciare nonostante le mie prolungate assenze e i mancati aggiornamenti. Davvero grazie.

Vorrei segnalare l'uscita (a giorni) di questo numero di Segretissimo, che contiene un mio racconto medio-lungo dal titolo Missione Speciale, già pubblicato come romanzo breve dall'editore Senza Patria.

Ho letto anche un libro molto interessante, Il servo di Byron (Fazi 2012), scritto da Franco Buffoni. E' stata una preziosa occasione per conoscere meglio il sommo poeta romantico. Ho recensito il libro su Carmilla.

martedì, giugno 05, 2012

L'anticonformismo indossa la pelliccia?!

L'altro giorno ho trovato in bagno una monumentale copia del giornale illustrato Amica, con la copertina strappata. Era il classico catalogo di inserzioni pubblicitarie con vari articoli e servizi redazionali di genere moda/costume. L'ho messo sulla bilancia: 2 chili e 750 grammi. Non male. Soprattutto comodo da portare in autobus o nella borsetta per una donna moderna che lavora in città. Ma probabilmente non è questo il target. Quale sarà allora?
Fatto sta che l'ho sfogliato con curiosità e piacere, ricordando con una certa emozione gli anni milanesi. Infatti quando lavoravo come fotografo Amica era uno dei giornali che sfogliavo sempre con interesse, perché ricco di servizi fotografici interessanti. Nulla di trasgressivo per carità, ma questa era una caratteristica italiana. La trasgressione era roba per gli inglesi, per i tedeschi. Italiani e francesi (che erano i modelli) puntavano invece alla femme-fatale, la classe, l'eleganza lussuosa,  il fascino charmant, cose così. Però le foto erano ottime, nulla da dire. E c'erano pure dei servizi intriganti, quando il direttore era il mitico Paolo Pietroni, teorico di un maschio feroce, cacciatore, rigorosamente tabagista, amante della corrida, dell'alcol, dei soldi, che seduce la donna che "spacca", la spaccatrice parigina firmata dalla testa ai piedi con gli occhiali da sole che nascondono occhi di ghiaccio, la Ferrari. Personcine così. Però quello era il mondo. Quelli erano i miti. E io ero meno selettivo di adesso. Forse ero semplicemente più giovane.

lunedì, giugno 04, 2012

Le armi di Grillo

Quando accendo la TV e sono costretto a vedere i soliti predicatori che pontificano sulla politica, i partiti, le alleanze,  con le stesse parole di sempre, come se per loro il tempo fosse fermo e fuori dalle loro finestre non stesse accadendo nulla, e la sfiducia e il discredito che stanno travolgendo questa classe dirigente corrotta non esistessero, penso che sono dei suicidi, dei pazzi irresponsabili che mentre affondano cercano di trascinare con loro il resto del paese. C’è arroganza, falsità, ma anche una forma di follia nel loro argomentare recitato, immobile: noi facciamo, noi siamo, noi pensiamo, noi, noi, in un’esibizione inquietante di falso trionfalismo. Per questo sottoscrivo questo post che ho letto sul blog di Claudio Sabelli Fioretti, col titolo Non date l’arma a Grillo:

domenica, maggio 27, 2012

L'Azienda

Questo corsivo di Alessandro Robecchi, uscito oggi sul manifesto, è quanto di più esilarante/sinistro abbia letto negli ultimi tempi. Purissimo humor macabro.


Dopo le note vicende che hanno scosso la credibilità dell’azienda, il Vaticano rinvia la quotazione in Borsa. Doveva presentarsi al Nasdaq come il più grande social network del mondo – centinaia di milioni di utenti collegati tra loro da un capo infallibile – ma il momento non è propizio. In particolare la diffusione di segreti aziendali, gli scontri tra personaggi molto in vista nella gerarchia dell’azienda, il licenziamento del banchiere di riferimento, hanno rallentato la quotazione. In più. La curiosità dei media si è fatta morbosa e qualcuno ha notato – come per il fondatore di Facebook Zuckerberg – che neanche il papa mette la cravatta nelle occasioni ufficiali. Ma quel che più turba gli utenti in tutto il mondo è il crollo di immagine del consiglio di amministrazione. Ha fatto scalpore, infatti, la recente dichiarazione del card. Bagnasco. I vescovi, ha detto il direttore della filiale italiana, non sono obbligati a denunciare i preti pedofili. Cosa che ha mandato su tutte le furie i social network concorrenti.

giovedì, maggio 24, 2012

Horrorsplattergoresuperpulp

La scelta del successore di Emma Marcegaglia alla guida di Confindustria fu commentata come “il ritorno dei falchi”. Come dire che la Marcegaglia era “moderata”. Fatto sta che Giorgio Squinzi, il nuovo Presidente, nel suo discorso di insediamento, ha usato la mazza ferrata: le tasse cono un fardello “intollerabile”, bisogna invece avere “l’ossessione della crescita”. Tutte parole all’apparenza generiche, che possono significare tutto e il suo contrario.

Reduci


Esco dalle mie incursioni nella cosiddetta letteratura commerciale sempre più debilitato. Resta la sensazione di uno spreco di risorse, tempo, energie mentali. Non che io sia contrario di per sé allo spreco di tempo: Deleuze ha scritto che la Recherche è da intendersi non come “tempo perduto” ma come “tempo sprecato”, che Proust insegue, per riappropriarsene e restituirlo al futuro. Ma qui siamo su un altro segmento. Ho accennato al libro che avevo in lettura Il mercante di libri maledetti, scritto da un ragazzo di Comacchio, Marcello Simoni. E’ una storia ambientata nel Medio Evo, coi soliti fratacci infernali, atmosfere cupe, intrighi, e la ricerca di un misterioso libro – con una vera e propria tecnica di “caccia al tesoro”, gli indizi, i bigliettini ecc – ravvivata da qualche colpo di scena, torture (ma blande), frullati di filosofia, filologia, tutto molto “medio”, con soluzioni narrative banali. Un testo che definirei mediocre

venerdì, maggio 18, 2012

Alcune osservazioni sparse

Questo pezzo, uscito ieri su Carmilla, è il frutto di un lavoro piuttosto impegnativo, direi accanito. L’ho sottoposto a una revisione durata diversi giorni, con una riscrittura quasi totale. Infatti la stesura iniziale era un’invettiva di puro odio, uno sfogo per così dire “basso”, dove urlavo tutta la mia rabbia di sfruttato offeso dall’apparire continuo dei volti patibolari dei predicatori televisivi. Sentimenti umani e troppo umani, intendiamoci, dignitosi, persino giusti, ma non degni di essere comunicati in uno scritto. Non in quella versione almeno. Così l’ho sottoposto a un lavoro di ripulitura delle scorie, che sta alla base dell’artigianato letterario. I sentimenti vanno lavorati, filtrati, per restituire loro la valenza collettiva e sottrarli, per quanto possibile, al controllo soffocante del Super-Io. Spero di essere riuscito nell’impresa.

martedì, maggio 15, 2012

I killer delle foreste

A marzo 2012 Greenpeace ha fatto analizzare presso l'Istituto Tedesco della Scienza e Tecnologia della Carta undici libri per bambini, stampati in Cina nel 2011, di Giunti Editore (Giunti Kids e Dami) e del Gruppo RCS (Rizzoli e Fabbri). Le analisi dimostrano che ben quattro degli undici libri analizzati contengono fibre di legno duro tropicale (MTH) provenienti dalla distruzione delle ultime foreste indonesiane.

Scarica il PDF completo con l’inchiesta

Lavori di emme

Spesso mi capita di entrare nei mondi lavorativi altrui, e altrettanto spesso di constatare quanto sono fortunato. Molte persone svolgono dei mestieri disagiati, alcuni difficilmente sopportabili per lo stress psicofisico, le condizioni ambientali ostili, i rapporti coi superiori all’insegna dello scarso rispetto, quando non di vero e proprio mobbing. Ho idea che siano più diffusi di quanto si creda. Il mobbing può creare disturbi della salute, oltre che mentali. Purtroppo nei tempi attuali, con le tutele sempre sotto minaccia, o quasi assenti, come per i dipendenti di piccole aziende, non ci sono molte armi di difesa. Il ricatto (o stai al gioco e te ne vai), la minaccia, la paura per i propri familiari, costringono persone a soffrire, spesso in silenzio, col capo chino (col mento basso, come diceva Kafka). Considero queste persone forti e generose, eroiche addirittura, perché accettano di sacrificare se stesse per il bene dei loro cari.

giovedì, maggio 10, 2012

Come eravamo, come erano


Essere deputato per il Pci o il Partito Socialista era ben poco remunerativo (nel 1963, ndr): il partito si prendeva, quando non c’erano familiari a carico, la metà dell’appannaggio e a quel tempo ciò che restava corrispondeva al compenso di un funzionario del centro, qualcosa come un operaio specializzato – nessuno si capacita, oggi, che i deputati fossero compensati così poco e i consiglieri comunali niente. E’ da quando la politica si disprezza che le cariche elettive sono retribuite con cifre mirabolanti.
Rossana Rossanda, La ragazza del secolo scorso Einaudi 2005

sabato, maggio 05, 2012

Come eravamo, come avremmo potuto essere



Ho scoperto questa straordinaria cover di Hey Joe, che nella versione di Jimi Hendrix è secondo me una delle più belle canzoni di sempre. I Led Zeppelin erano un gruppo assolutamente divino. Hanno rivoltato la musica del loro tempo, l'hanno riscritta. E anche la loro immagine era favolosa. Io da ragazzo, nel 1974, quando è stata eseguita questa versione, ancora sognavo di essere un grande chitarrista (senza sapere suonare, beninteso, che era un requisito secondario), e se lo fossi stato davvero avrei voluto essere come Jimmy Page. Con quel vestito anni '70 col serpente sul pantalone era irresistibile. Di una bellezza "strato", come si diceva una volta.

Ho scoperto anche questa, di Patti Smith, struggente, eroica, la più emozionante di tutte.

giovedì, maggio 03, 2012

Il tempo immobile


La striscia televisiva quotidiana Otto e mezzo, in onda su La7, oggi era dedicata al caso di Romano di Lombardia, dove un imprenditore disperato ha fatto irruzione nella sede dell’Agenzia delle Entrate prendendo un ostaggio. Anche gli imprenditori rovinati dalla cosiddetta crisi entrano a far parte del nuovo proletariato, e l’ondata impressionante dei suicidi è un “dato allarmante” ha detto Lilli Gruber nell’introduzione. In studio c’erano due ospiti, come al solito politici professionisti: i senatori Ignazio Marino del PD e Maurizio Gasparri del PDL.

Storia di un comacchiese

Poiché ogni tanto sento l’esigenza di tornare ai noir, ai thriller, per una sorta di bisogno di disintossicazione da letture più generaliste, ho comprato il libro di un mio quasi compaesano, il comacchiese trentassettenne Marcello Simoni. Devo dire che è stato proprio questo particolare a incuriosirmi. Comacchio è una cittadina unica, straordinaria, e lo era soprattutto negli anni passati, quando sembrava una Napoli in miniatura innestata in una Venezia altrettanto in miniatura: canali di acqua salmastra, vecchie case coi muri di pietra, vicoli strettissimi e puzzolenti, ponti, gente “tosta” che parlava (e ancora parla) un dialetto stranissimo, duro, incomprensibile, il mito di un’ex colonia penale, incrocio di pirati, zingari, clandestini, pescatori, briganti, prostitute.

giovedì, aprile 26, 2012

Avevamo ragione (anche se abbiamo perso)

"Certo, eravamo giovani. Eravamo arroganti, eravamo ridicoli, eravamo eccessivi, eravamo avventati, eravamo sciocchi. Ma avevamo ragione" Abbie Hoffman 
(fotografato da Richard Avedon, anni '60)


"ancora oggi che siamo stati sconfitti, che la guerra vince sulla pace, c'è chi continua a pensare che i versi di un poeta possano fermare le bombe" Allen Ginsberg

lunedì, aprile 23, 2012

Rimini, c'era una volta la grande pittura


La mostra al Castello Malatestiano di Rimini, “daVermeer a Kandinsky”, non ha un vero filo conduttore, né una linea certa di navigazione temporale, ma è una antologica di grandi pittori che copre un periodo di circa cinque secoli, dal ‘500 al ‘900. Però è imperdibile perché offre la possibilità di ammirare quadri importanti di grandi pittori, paesaggi, ritratti, eventi storici. E’ l’arte senza tempo, di fronte alla quale, non senza imbarazzo e inquietudine, riflettiamo su come eravamo, come siamo stati, cosa siamo riusciti a creare, quali vette siamo stati in grado di raggiungere.

domenica, aprile 15, 2012

Uno dei grandi



Joey Ramone (New York, 19 maggio 1951, New York 15 aprile 2001), cantante dei Ramones; nati nel 1974 a New York, sono stati uno dei più grandi gruppi punk del mondo, forse il più grande.

venerdì, aprile 13, 2012

UN TRENTENNALE

Scopro con sorpresa che alcuni miei servizi realizzati ben 30 (trenta) anni fa per Frigidaire sono stati scansionati da qualcuno e postati sul web. Il tremendo Schiuma BS è qui, pubblicato tra l’altro meno di un mese fa. Purtroppo (o per fortuna) la scansione non permette una buona leggibilità. Riguardo a questo testo ho anche scritto una sorta di racconto-back-stage dove rivelo, col procedimento narrazione-verità, come andarono le cose. Si trova su Nazione Indiana, qui.

sabato, marzo 24, 2012

Immagini dal Buio

Se un'azienda decide di licenziare un lavoratore perché è troppo attivo sindacalmente non lo farà per questo motivo, perché sarebbe un licenziamento "discriminatorio", ma elaborerà una problematica "economica", ovvero il posto di lavoro in questione che non è più necessario, bisogno di diversificare la produzione ecc, coi vari cavilli studiati dai consulenti. Con la normativa attuale se il giudice ritiene che non vi sia giusta causa - cioè che il motivo economico non sia valido - il lavoratore sarà reintegrato; con la riforma il lavoratore dovrà sobbarcarsi un procedimento legale (con relative spese) e se il giudice prenderà la stessa decisione - ovvero non ricoscerà la giusta causa - non potrà reintegrarlo ma farà pagare all'azienda una somma di buonauscita, fino a 27 mensilità. E il lavoratore si troverà licenziato. Il resto sono tutte chiacchiere, comprese quelle di Santo Napolitano, che non perde mai un'occasione per stare zitto. Questo governo fa sul serio, non come quello del saltimbanco di ieri, che per questa sua inerzia è stato mandato via dai veri padroni. Gli stessi di oggi. La Fiat soprattutto, le banche, i finanzieri. Questo governo è composto da impiegati di questi padroni, solerti e zelanti. Lavora con impegno per distruggere ciò che resta dei diritti. Ci mette la faccia delle signore del bel mondo, così gentili, così garbate. Questo governo mi ha rubato circa quattro anni di età pensionabile, molte centinaia di euro l'anno (devo ancora quantificarli, ma superano abbondantemete i 1.000) di taglio dello stipendio, oltre alle centinaia di euro da spendere in nuove tasse. Tutto per il bene nazionale. Nazionale dei suoi padroni. Sostenuto da una campagna mediatica che non ha precedenti se non nel periodo fascista dell'EIAR.

venerdì, marzo 23, 2012

Born to run

Da tempo vorrei scrivere un pezzo su correre, born to run, ma ogni volta qualcosa mi blocca. E’ un argomento che richiede una trattazione profonda, una ricerca di significanze nascoste sotto i veli dell’apparenza. Ci ho provato con “camminare”, qui. E’ un argomento già oggetto di narrazioni “altissime” come quella di Thoreau, e un’antologia interamente dedicata alla nobile arte rimbaldiana curata dal mio amico Pierfrancesco. Correre è forse più rigoroso, diciamo più militare, perché richiede un maggior consumo di risorse fisiche in un tempo più breve. Apparentemente correre lascia meno spazio all’interazione con l’ambiente, alla contemplazione, perché siamo concentrati sulla respirazione, sulla muscolatura, su un obiettivo, che può essere temporale (mezz’ora, un’ora ecc) o spaziale (in chilometri). Correre è anche oggetto di sofferenza e di noia, perché quel preciso momento chiamato “rompere il fiato”, che arriva quando inizia la ventilazione-iper e l’organismo supera il bisogno urgente di ossigeno, è duro da raggiungere, bisogna superare una specie di soglia di disperazione, per cui è alta la tentazione di lasciare perdere.

Camminare è più epico, più eroico. Esistono itinerari classici, seguiti da migliaia di persone, come Santiago di compostela, gli antichi pellegrinaggi, una “via degli dei” che collega Firenze a Bologna, e molto altro. Esiste anche un sito interamente dedicato al camminare come stile di vita, come aggregazione sociale, qui.

mercoledì, marzo 21, 2012

Love Out sul web 2


Segnalo due interessanti recensioni, una di Flavio Camilli sulla rivista on-line romana Fuori le 
Mura: "L’amore se esistesse. Con un titolo, Gilda Policastro – una delle penne di Love Out, raccolta di racconti e poesie dedicati al sentimento più famoso – riesce a sintetizzare molto di quel che c’è da dire. In quell’ipotesi c’è la speranza, la disilluzione – e anche, quindi, l’illusione – e tutto un mondo di possibilità che la frase, comunque, non riesce, non può, non sa negare pienamente." (Continua a leggere sul sito)

martedì, marzo 20, 2012

Viva la muerte dei demoni

Supernatural è un telefilm americano nato nel 2005, arrivato alla settima stagione. Due fratelli, Sam e Dean, girano l'America cacciando demoni e tutte le creature maligne e negative del regno del Buio che hanno come obiettivo l'avvento del Male. Ha caratteristiche horror, ma con frequenti virate nel grotesque, nel grand guignol, e nell'ironia. Non è sempre al massimo ma è comunque un prodotto ottimo, che seguo spesso su RAI 4 (canale 21) alle 20 circa, una rete diretta da Carlo Freccero che si distingue anche per altri telefilm di alta qualità, trasmessi in chiaro nell'ora dei filmastri mainstream delle altre reti.

lunedì, marzo 19, 2012

La disfida degli onesti

Disonesto è colui “che compie azioni illecite o immorali per interesse” (dizionario Sabatini-Colletti); colui “che è privo di probità, onore, rettitudine” (Hoepli); colui “che spaccia una cosa per un’altra, quest’ultima generalmente ritenuta – da lui stesso o dal sentire comune – superiore da un punto di vista morale, economico, sociale, alla prima” (Baldrus).

Sono onesti i registi di film d’evasione che accettano il loro ruolo, gli scrittori di romanzi di genere che non cercano di vendere se stessi come autori “elevati” (considerati tale dal sentire comune) ma si propongono per quello che sono. Cioè non spacciano una cosa per un’altra, per non finire negli scaffali dei “gialli”, o della “fantascienza”, ma in quelli centrali e ben visibili delle “novità”. Per capirci, Jean Patrick Manchette di solito è nella nicchia  dei “gialli” o “thriller”, mentre Silvia Avallone la troviamo negli scaffali all’ingresso degli scrittori-scrittori.
Per questo ho sempre rispettato Giorgio Faletti perché in una intervista televisiva si definì “autore commerciale”. Mi sembrò onesto. Sono commerciale, scrivo per vendere, per avere successo. Non si atteggiava a Dostoevskj, a trasmettitore dei segni dell’arte, come avrebbe detto Deleuze. Questa era esattamente l’idea che avevo di lui dopo avere letto Io uccido, un libro sovradimensionato per fare volume, come vuole il mercato, con circa metà foliazione superflua, dialoghi preconfezionati, una storia d’amore posticcia, interminabile. Un’operazione commerciale dichiarata apertamente, con onestà. Io scrivo Io uccido per vendere decine, centinaia di migliaia di copie, non per entrare nella storia della letteratura.

venerdì, marzo 16, 2012

Una serata da non ripetere

L’altra sera abbiamo festeggiato il diciottesimo compleanno di un’amica d’infanzia di mia figlia. Chiara, questo il suo nome, per un periodo è stata come una seconda figlia per noi, e quindi una sorella di Beatrice. Quando era bambina suo padre stava attraversando un periodo difficile, era senza lavoro, viveva come uno sbandato; sua madre lavorava 10 ore al giorno in un albergo, compresi i turni di notte, così Chiara dormiva spesso a casa nostra. L’abbiamo anche portata in vacanza al mare per due estati, e alcune domeniche in Romagna dai miei genitori, come se andasse dai nonni. Poi suo padre si è lentamente ripreso, ha trovato un lavoro e sua madre ha cambiato albergo e turni. Hanno acquistato una casa in una cittadina a circa 15 chilometri da Bologna, per cui le due ragazze si sono perse di vista, pur restando legate da un affetto consolidato.

mercoledì, marzo 14, 2012

Una vacanza premio in Italy


Terminata l’incursione nel super-mainstream – Fabio Volo, De Carlo – con alcuni danni collaterali tutto sommato abbastanza trascurabili, mi appresto a tornare ai miei rassicuranti noir-thriller. E’ bello sapere che c’è sempre una ritirata a disposizione. Dà sicurezza. Il mio vecchio amico Pierfrancesco, che non ama troppo le avventure ma preferisce stare sul sicuro, è appassionato di thriller nordico. Anche in questo senso potremmo definirlo un genere mainstream, e in effetti lo è, però è onesto, scrittura di evasione pura senza pretese artistiche sui grandi sistemi della vita e dell’amore ecc. Quindi non inganna, non seduce per poi tradire. E nel noir non è raro trovare una profondità nei personaggi e nelle storie talvolta di molto superiori ai mainstream con pretese artistiche.

L’ultima sua passione si chiama Jo Nesbø, scrittore norvegese cinquantaduenne, il titolo del libro è La stella del diavolo (Piemme 2010). E’ ambientato a Oslo, una storia di omicidi seriali. Nulla di nuovo si dirà, gli scaffali traboccano di serial killer. Una vera inflazione. Ma l’importante non è il contenuto, è lo stile col quale viene raccontato, la capacità dell’autore di coinvolgerci, di stupirci, di spaventarci, di farci affezionare ai suoi eroi. Se condotta bene ogni avventura è una nuova avventura.

lunedì, marzo 12, 2012

Picchì Gwyneth?

Mia figlia è tornata dalla gita scolastica a Monaco di Baviera, con visita al lager di Mauthausen, ammalata. Bronchite, mal di gola, febbre. Normale, da quando ha fatto la scelta sconsiderata di fumare sigarette si ammala spesso di bronchi. Ma può avere influito anche ciò che ha visto e sentito. Non riusciva a credere a certi episodi. Neanch’io. Ascoltandola, guardando le foto del lager mi sono venuti dei dubbi sull’opportunità che la nostra specie continui a esistere su questo pianeta.

Da due giorni era costretta in casa, e il sabato sera stava entrando in depressione. Le amiche e gli amici in giro e lei sul divano. Poiché mia moglie aveva un impegno si è stabilito che avrei passato la serata con lei. E di guardare un film insieme, visto che la televisione sembra essere una infermiera ideale. Così sono stato incaricato di andare da Blockbuster per noleggiarne uno. La cosa mi andava più che a genio, una bella passeggiata di 5 + 5 chilometri tutti in pista pedonale, perfetta per un camminatore professionista come me.

giovedì, marzo 08, 2012

La società civile, contro il Pensiero Unico

Sulla manifestazione di domani a Roma indetta dalla FIOM segnalo questo articolo di Valerio Evangelisti , che sottoscrivo fino all'untima parola.

Dopo il governo della volgarità populista, ecco quello dell’astuzia conservatrice. Cambia lo stile, è indubbio, ma non cambiano le finalità. Persone garbate e distinte ribadiscono che la crisi la devono pagare coloro che non l’hanno mai provocata: gli operai, i lavoratori dipendenti, gli studenti, il commercio al minuto, i precari, l’impresa artigiana, persino gli immigrati. Come contentino, blitz ridicoli – ma amplificati a livello mediatico – su centri di vacanze di lusso, da cui, dopo l’infinito iter del contenzioso tributario, si tireranno su quattro soldi.
Ciò per poter dire che si è colpita («dolorosamente») ogni classe. Con l’autorevole avallo del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il quale, impossibilitato a starsene zitto almeno un giorno, afferma che al risanamento del paese devono contribuire abbienti e non abbienti.


Continua a leggere su Carmilla

Firma qui l'appello La società civile con la FIOM

martedì, marzo 06, 2012

Il linguaggio della destra

Il linguaggio parlato dalla destra, italiana o globalizzata, è uno solo: violenza. E’ una lingua violenta, sia che insulti apertamente, o che alluda, o che utilizzi la calunnia, la menzogna, la demagogia, perché questa è la sua natura. Una natura violenta. Si innesta con la componente violenta che ognuno di noi reca in sé, secondo vari livelli individuali, e lancia i suoi codici, i suoi richiami. Energia malata, energia negativa, che vive grazie a un’enfasi sulla malattia e sulla negatività. In una società in crisi, vuota di ideali e piena di paura, questo processo in negativo aumenta, acquista potenza. Lo insegna la storia, con l’avvento delle dittature che si sono innestate all’interno di società indebolite dalla crisi economica e dall’incertezza per il futuro.

Il linguaggio della destra di tutto il mondo è violento. Così negli Stati Uniti, dove le destre sono particolarmente virulente, il noto conduttore radiofonico Rush Limbaugh ha insultato una studentessa di nome Sandra Fluke, che aveva invocato la copertura sanitaria per gli anticoncezionali, con l’epiteto di “puttana”, perché “vuole essere pagata per fare sesso.”

Ma il linguaggio della destra non è solo violento, è anche ipocrita. Infatti, dopo che diversi sponsor hanno ritirato le inserzioni dal The Rush Limbaugh Show, l’uomo si è profferto in una serie di scuse - rifiutate dalla studentessa in una intervista alla rete televisiva ABC, in quanto “non valgono nulla soprattutto se dettate dalla fuga degli sponsor”.

lunedì, marzo 05, 2012

Dalla piazza


Sabato e domenica il centro di Bologna era invaso da una folla oceanica per l’estremo saluto a Lucio Dalla (sabato) e per il funerale (domenica). Essendo un personaggio ad alta esposizione mediatica, oltre che un musicista, la sua scomparsa ha avuto uno spazio enorme sui media. E come sempre dilagano le apologie. Io sottoscrivo il post di Tiziano Scarpa su il primo amore. Anch’io ho amato Dalla ai tempi di Com’è profondo il mare, ma l’ho dimenticato poco dopo. Ora assistiamo alla consueta santificazione acritica, la roboante retorica, coi giornalisti che fanno a gara per cercare di capitalizzare un po’ del successo della star, il copione di sempre.

domenica, marzo 04, 2012

Ce la posso fare?

Sono in dirittura finale. Sto lottando per concludere, per non mollare la lettura. Arrivati a questo punto, a pag. 454, sarebbe fastidioso. Inoltre vorrei scoprire questo finale “hollywoodiano” di cui si è detto, anche se credo di immaginarlo. E poi, si può mollare a pag. 454 quando non è successo ancora un cazzo (nel senso proprio letterale), come quando ero a pag. 374?
Intanto Daniel Deserti è andato avanti con le sue prediche, con le conferenze che fa a Clare trattata da spalla, come in teatro, mentre noi seguiamo lei e lui in un interminabile giro in Francia, dove lui le dediche pagine e pagine di complimenti (sei fantastica, hai un viso orientale, hai degli occhi luminosi, sei speciale, sei radiosa, che si ricollegano alle pagine passate dove lei aveva questo modo di stare seduta, e questo modo di stare in piedi, e questo modo di toccare gli oggetti, e questo modo di prendere le posate ecc mentre lui visto con gli occhi lei ha questo modo di muoversi, così maschile, solido, adulto, pericoloso – sì, proprio pericoloso, scritto almeno due volte). Insomma, Andrea De Carlo non appartiene di sicuro al gruppo di scrittori che sanno scrivere ma anche tacere. Questa forma d’arte, così sottile e delicata, gli è ignota. Al contrario, si accanisce a scrivere tutto, a descrivere ogni dettaglio, ogni singolo gesto, quasi fosse un entomologo, e trasforma noi - noi lettori - in guardoni.

venerdì, marzo 02, 2012

Verso l'iperspazio del Caos


Giacomo Leopardi, durante i brevi soggiorni a Bologna del 1825-26, rimase colpito dalla città e dai suoi abitanti: da un lato negativamente e dolorosamente, per gli sbalzi del clima e il freddo umido (il “bestialissimo freddo”, micidiale per la sua debole costituzione); dall’altro positivamente e gioiosamente per il carattere “allegrissimo, ospitalissimo” dei suoi abitanti. A Bologna, scriveva in una delle lettere milanesi, “nel materiale e nel morale tutto è bello, e niente è magnifico”.
Nel materiale: Leopardi aveva ragione. Bologna medievale, con le sue strade strette, tortuose, fasciate da portici lunghissimi, con le piazzette e le chiese, i giardini interni delle case nobiliari belli ma non splendidi come quelli milanesi, o romani, è molto bella, con straordinarie miniature, tonalità affascinanti, ma non magnifica. Non può competere con Firenze, o Venezia.

mercoledì, febbraio 29, 2012

La governance è un feuilleton noir?

 [Non solo il Presidente del Consiglio non vi dirà certe cose, ma non ve le diranno i cosiddetti "organi di informazione" essendo noi italiani in mano a un Pensiero Unico che non ha precedenti se non nel ventennio dell'EIAR. Monti è il salvatore della patria, Monti ha la fiducia degli italiani (con un uso dei sondaggi alquanto inquietante che evoca un nostro passato recente), Monti ha stile, Monti è un vero leader europeo e così via. Chi la pensa diversamente non ha spazi, oppure è rinchiuso in nicchie, o ghetti. Quello che passa è la propaganda roboante, la persuasione di massa. Una giovane economista siciliana ci informa di quello che sta accadendo sulle nostre teste, a nostra insaputa, mentre siamo impegnati a godere dello stile europeo del nostro caro leader. Ho trovato queste informazioni sul blog di Valter Binaghi.]

di Lidia Undiemi


Immunità e privilegi, “scudi” patrimoniali, condoni fiscali e potenti protetti da eventuali interventi giudiziari, soci e finanziatori di un organismo intergovernativo che interferiscono nella scelta delle politiche economiche nazionali ed operazioni finanziarie coperte da segreto. Questa non è fantapolitica, questo è il futuro dell’Europa progettato dai leader dei paesi europei che stanno tentando, in fretta e furia, di portare a regime il trattato che istituisce il Meccanismo Europeo di Stabilità (ESM).

martedì, febbraio 28, 2012

Lonely Boy


Guardando questo video, che ogni tanto passa su Virgin Television, mi viene da ridere. Non perché sia ridicolo, ma perché è così minimalista, underground, low cost, paradossale con questo ragazzo per niente alla moda che balla nel corridoio di un ufficio chiuso, così indifferente ai dettami del mercato, ai modelli rutilanti delle varie star con megaproduzioni alle spalle, che avremmo potuto girarlo noi di Frigidaire, ai nostri tempi. Così ho raccolto qualche informazione sul gruppo, The Black Keys. Si sono formati a Akron, Ohio,e questo mi piace assai, essendo la città dove nacquero i Devo (1972), uno dei gruppi più interessanti della new wave; ho appreso che tra i loro gruppi di riferimento c'è Jimi Hendrix, e questo me li rende particolarmente attraenti. Insomma, un gruppo da tenere d'occhio. Qui il duo, formato da David Auerbach e Patrick Carney, ospite di David Letterman.

lunedì, febbraio 27, 2012

Love Out sul web


Segnalo un articolo di Pierfrancesco Pacoda su Nazione Indiana: "C’è una doppia, possibile interpretazione del titolo della raccolta che Mauro Baldrati ha curato per Transeuropa, Love out. Potrebbe essere, la frase, un riferimento alla ‘banalità’ del bene, alla sua assordante normalità, quasi che potessimo ragionare di sentimenti adattando a essi la forza ‘fredda’ delle emoticons. Potrebbe però essere, Love out, un invito a fare outing, a rompere l’isolamento della passione, a riappropriarsi, togliendone il predominio alle boutique del centro, della sconcertante carica in movimento del cuore." Continua a leggere su NI

E la rubrica di Marilù Oliva sulla letteratura terapeutica su Thriller Magazine.

E una intervista su Books Blog.

domenica, febbraio 26, 2012

Coriandolina va in pineta

[Pubblico la fiaba contenuta nell'antologia C'era (quasi) una volta, Senzapatria 2011. Quando Marino Magliani, il curatore, mi chiese una fiaba ambientata in una città (si trattava di una raccolta di racconti che spaziava a 360° nel territorio nazionale), pensai subito alla storia che raccontavo a mia figlia Beatrice, che ogni volta si modificava. Così la trascrissi. Questa è una versione-tipo, direi quella riuscita meglio, ambientata a Cervia di Ravenna.  Proprio come Céline col piccolo Mouck, la favola che raccontava alla figlia Colette, tanto per mescolare il sacro col profano...]


Beatrice salutò la mamma, che le aveva appena dato il bacio della buonanotte, e chiuse gli occhi. Ma non aveva sonno. Erano iniziate le vacanze, non vedeva l’ora di andare al mare, in spiaggia, dove c’erano tanti giochi nuovi, gli scivoli, il castello…
D’un tratto sentì picchiettare alla finestra. Riconosceva quel ticchettìo. Alberino era tornato a trovarla.
Balzò giù dal letto e correndo a piedi scalzi sul pavimento di legno andò alla finestra.
Alberino le sorrideva. Vide la bocca di muschio che si allungava sulla faccia di corteccia, coi capelli di foglie verdi che scendevano a cascata come l’edera. Le lunghe dita di giunco stavano ancora tamburellando sul vetro. Beatrice aprì la finestra e Alberino si affacciò.
“Ciao Coriandolina, posso entrare?” disse con la sua voce, che sembrava il vento quando fa stormire le foglie.

venerdì, febbraio 24, 2012

La marcia globale per Gerusalemme

Domani, sabato 25, partirà la delegazione italiana del Convoglio Wafaa, che si riunirà al Cairo con le altre provenienti da vari paesi europei. Il gruppo, composto da un centinaio di persone, entrerà nella striscia di Gaza domenica. Tutto ciò in preparazione della grande marcia per Gerusalemme, in sostegno al popolo palestinese, che si terrà il prossimo 30 marzo. Qui l’appello, firmato da: Alex Zanotelli, sacerdote cattolico e missionario, Margherita Hack, Astrofisica, Danilo Zolo, filosofo del diritto, Giorgio Parisi, fisico nucleare, Massimo De Santi, Comitato Int. Educazione per la Pace, Angelo Baracca, fisico nucleare, Giulietto Chiesa, presidente di Alternativa, Moreno Pasquinelli, Campo Antimperialista, Manlio Dinucci, giornalista, Massimo Zucchetti, Università di Torino, Jacopo Venier, giornalista, Leonardo Mazzei, Movimento Popolare di Liberazione, Domenico Losurdo, Università di urbino, Aldo Bernardini, Università di Teramo, Costanzo Preve, filosofo, Hamza Piccardo, editore, fondatore U.C.O.I.I. (Comunità Islamiche in Italia), Giovanni Bacciardi, Partito dei Comunisti Italiani, Ugo Giannangeli, Giurista, Marino Badiale, Università di Torino, Maurizio Fratta, Rivoluzione Democratica.

giovedì, febbraio 23, 2012

Con te in due città

di Paola Ronco

(pubblico il racconto di Paola Ronco contenuto nell'antologia Love Out. Sono molto affezionato a questo testo breve, per la sua delicatezza, ma anche per la sua profondità. L'autrice è nata a Torino nel 1976 e vive a Genova.  Nel 2009 ha pubblicato il romanzo Corpi Estranei, per Perdisa Pop. Il suo primo romanzo, ancora inedito, è stato finalista al Premio Calvino 2006. Ha partecipato con un racconto alla raccolta Tutti giù all'inferno (Giulio Perrone Editore, 2006, a cura di Monica Mazzitelli). Altri suoi racconti sono stati pubblicati sulla rivista Carta e su alcuni web-magazine. )

Sei lì che dormi e russi in quella tua maniera sommessa e scomposta, i lembi del piumino incastrati sotto il fianco, a creare un bozzolo inespugnabile; ti muovi appena quando mi senti alzarmi, una specie di sbuffo lasciato a metà.
Pure io, penso, rimarrei volentieri in quella specie di dormiveglia da domenica mattina, se non fosse che per l'appunto è una domenica mattina di quelle che tocca alzarsi, correre in stazione, tornare a casa, incamminarsi al turno serale in ospedale.
Lo sai, di certo in qualche parte di te è rimasta questa informazione, e infatti il tuo russare mi pare che scenda di tono, si faccia più irregolare, quasi rassegnato a un prossimo risveglio; lo sai, e non me ne faresti una colpa, eppure mi dispiaccio e decido di prendere tempo sotto la doccia.
Il fatto è che io so quanto tu preferisca dormire al mattino, per restare la notte in compagnia di certi tuoi testi filologici, che spulci per qualche soldo nell'unica università che ti ha finora trovato posto.

martedì, febbraio 21, 2012

Una questione di buchi

Vivere con una psicologa è un’esperienza interessante, impegnativa, stimolante. Gli psicologi sono dei pragmatici, vanno dritto al sodo. Si tratta solo di chiarirsi sul significato di “sodo”.
Da giorni avevamo lo scarico della doccia semiotturato. E peggiorava. Sono i capelli, ovviamente, nostra figlia se li lava quasi ogni mattina, e un raccoglitore che ho applicato sul buco ha un’efficacia limitata. L’ho sturato tre o quattro volte con un acido potente e costoso, non i classici “idraulici liquidi” pubblicizzati dalla televisione perché, oltre ad avere un effetto modesto, a lungo andare creano una calcificazione permanente che rovina il tubo. Questo lo disse proprio l’idraulico che mi prescrisse, come un medico del pronto soccorso, l’acido. Però ad ogni intervento i tempi di ri-otturazione si accorciavano, segno che probabilmente l’acido creava una canaletta nel bolo di capelli, sapone solidificato, polvere e detriti vari, che si richiudeva con un intervallo sempre minore. Proprio non mi andava di versare per l’ennesima volta mezzo litro di acido micidiale nelle tubature e nelle fognature.

lunedì, febbraio 20, 2012

C'era una volta la critica cinematografica

Ho già scritto sul carnage (massacro) della critica cinematografica italiana, qui. Cioè l’omologazione, la superficialità di molte cosiddette recensioni, per cui non è possibile farsi un’idea del film, essendo gli articoli poco più che schede di tipo divulgativo, sorta di veline che sembrano uscite dagli uffici stampa delle case di produzione. E’ tutto molto triste. Un tempo i critici si mettevano in gioco, rischiavano. Oggi non siamo neanche sicuri che abbiano visto il film. E poi quel timore di osare, di essere sinceri. Uno va al cinema, spinto anche dagli “strilli” in cartellone (estratti di recensioni con aggettivi mirabolanti), e si chiede: ma che ha visto quel giornalista? Ma dov’era?
Mi è capitato anche con La talpa, il film tratto da un romanzo di John Le Carrè, Il thriller più sofisticato dell’anno, Una spy story magistrale ecc. C’è da non credere ai propri occhi.

venerdì, febbraio 17, 2012

Tempi duri per i bermuda


Sto procedendo nella mia lettura lenta di Leielui di Andrea De Carlo. Questa non è una recensione, non ancora – se mai la scriverò – ma una semplice nota. La storia, riassunta con l’accetta, parla di uno scrittore in crisi e di una ragazza italoamericana con mille dubbi esistenziali che, dopo un larghissimo giro periferico, finiranno per incontrarsi. Sono arrivato a pag. 374 e per ora non è successo ancora un cazzo (nel senso proprio letterale). Ci sarebbero delle attrazioni, delle fughe, dei giri concentrici, cose del genere, ma la faccenda va per le lunghe. Fatto sta che lui la sta portando in Francia per un week end breve (lei ha accettato non sa bene perché, è incasinata col fidanzato avvocato che vuole comprare una casa per andare a viverci, ma è attratta dal fascino oscuro dello scrittore), si fermano in autogrill e “lui a un certo punto le indica un tipo sulla tarda trentina vestito con braghe corte larghe, maglietta con scritta insensata, testa tonda rasata lucida, sandali di gomma.”

domenica, febbraio 12, 2012

Ghe pensi mi 2.0


Interessante, sintomatica, emblematica l'intervista (si fa per dire, come se il promoter Fazio intervistasse) al ministro per la Cooperazione internazionale e l’integrazione Riccardi a Che tempo che fa. Abbiamo ascoltato questa esposizione di buoni sentimenti, buona volontà, spirito e carità cristiana, il colloquio con Fidel Castro, la comunità di Sant'Egidio, il soccorso ai senzatetto della Stazione Termini ecc. Impossibile non essere d'accordo, disumano non sottoscrivere, poi con quella faccia da buono...

sabato, febbraio 04, 2012

Ghe pensi mi

Mezzaluna, provincia di Riccianegra, 1 febbraio 2012. Il sindaco Fioravanti riceve nel suo ufficio l’assessore ai lavori pubblici Rambelli.
“Allora, Rambo, come sono le previsioni?” chiede, senza alzare gli occhi dallo schermo del computer. L’assessore, che è suo amico d’infanzia, si siede a gambe larghe su una delle due poltroncine, dopo averla girata al contrario.
“Pessime” dice. “La neve aumenterà da stanotte e avremo un paio di settimane di quelle da morsa del gelo.”
Il sindaco sbuffa. Ci mancava solo la morsa, con tutti i telegiornali a martellare sui disagi, a diffondere l’allarme e a indugiare sulla disorganizzazione dei comuni ecc ecc.
“Hai preparato il bando per gli spalatori avventizi?”
Rambelli-Rambo risponde dopo circa tre secondi, stupito da quella domanda. “Non si può fare, e lo sai. Il ragioniere dice che il bilancio non lo permette”.
Il sindaco sbotta. “E ti pareva! Ma perché quel rompiscatole del dottor Campelli non viene qui, si siede a questo tavolo e si mette lui a fare il sindaco? Poi se ne accorge che aria tira!”

venerdì, febbraio 03, 2012

Love Out per San Valentino

L'editore ha previsto un lancio dell'antologia a 10 euro in occasione di San Valentino. Direi che è un'iniziativa di stampo warholiano, il supermarket nell'opera artistica. L'amore è oggetto da sempre di marketing, si può dire che rappresenti il più grande businness di tutti i tempi. Anche da qui deriva il titolo, l'out del superconsumismo, un viaggio nell'amore per restituirgli il suo status di sentimento che può cambiare il mondo e genera la vita. E con San Valentino riportiamo il marketing sentimentale nell'opera, lo riscriviamo, lo rifondiamo nella nostra factory del nuovo millennio. E poi dieci euro invece di quindici, quasi come un e-book, o suvvia.

giovedì, febbraio 02, 2012

Le mummie

Sono dei baroni universitari inamovibili, catafalchi mummificati, una casta da sempre protettrice di parenti, amici, amanti, nepotisti, padroni e padroncini che hanno ridotto l’università italiana un mercato di favori, di corsie preferenziali, di disprezzo del merito (parola di cui si riempiono la bocca), riveriti, serviti, strapagati. Sono i Baroni, gli Intoccabili. Ora il loro capo, chiamato al governo del paese dai banchieri per curare i loro interessi spremendo per bene i ceti popolari e i pensionati, si permette di andare per l’ennesima volta in televisione, con un’assiduità che supera persino quella del sultano carnevalesco che l’ha preceduto, a dire con stile mondano, salottiero, che il lavoro fisso è “monotono”, che bisogna cambiare per essere “smart”. Lo dice ai “giovani”, crede di parlare ai rampolli della sua élite, invece sta umiliando chi un lavoro non lo trova neanche se prega la madonna di San Luca per tutta la vita, chi un giorno non saprà come mantenere la famiglia, ammesso che riesca a crearsene una.

Gli Intoccabili impongono normative, regole, sacrifici, spillano soldi, sempre agli altri, sostenuti da un Pensiero Unico Mediatico che non ha precedenti se non nell’EIAR del ventennio, addirittura più imponente di quello del sultano .

venerdì, gennaio 13, 2012

Emozioni

Ho provato una forte emozione leggendo questa lettera – inedita fino a poco tempo fa – scritta da Jack Kerouac a Marlon Brando nel 1957 per convincerlo a produrre e interpretare la versione cinematografica di “Sulla strada”. Quel libro cambiò la mia vita di ragazzo. Mi identificai con la sua velocità, coi suoi personaggi tristi e furiosi, col positivismo folle di Dean, col narratore Sal. Anch’io, come Dean, andavo in giro a mille all’ora gridando sììì!, sentendo che in me esisteva solo il presente, e non m’importava del futuro. Anch’io, come Jack, scrivevo freneticamente su un unico lungo foglio di carta (ma non sapevo che Jack aveva in realtà revisionato e riscritto più volte il libro per renderlo pubblicabile).

La lettera è molto bella, Jack dimostra una grande consapevolezza della sua arte e dell’arte in generale, il cinema, il teatro. Sappiamo, o crediamo di sapere, che Marlon Brando non gli rispose. Abbiamo perso un film con Brando nella parte di Dean e lo stesso Jack in quella di Sal.

Devo la scoperta di questa lettera alla rivista Satisfiction, che l’ha tradotta.

giovedì, gennaio 12, 2012

Canzoni d'amore in mezzo alle gambe

Come ho scritto nella mia scheda biografica dell’antologia Love Out la vita (la mia), è divisa in fasce: ora mi trovo in un segmento di lettura del mainstream. Così ho attaccato l’ultimo libro di Andrea De Carlo, LEIELUI. Per il momento è presto per parlarne, De Carlo è stato importante nella mia formazione stilistica con Due di due, Tecniche di seduzione, poi mi è sembrato un clone di se stesso finché ho beccato un paio di libri di qualità bassissima, così l’ho dimenticato; ora ho deciso di tornarci su. Per me è anche un’ottima palestra per superare i pregiudizi, cioè leggere qualcosa o qualcuno senza farsi ottenebrare da prevenzioni. Fatto sta che ho trovato questo passo, dove la LEI ricorda il suo vecchio rapporto con un tipo “altamente instabile”:

lunedì, gennaio 09, 2012

Autopsia di un poeta

Non sappiamo cosa abbia veramente spinto Jean Paul Sartre a scrivere di Baudelaire: “questo solitario ha una paura spaventosa della solitudine, non esce mai senza un amico, aspira a una casa, a una vita familiare, ostenta disprezzo e fin odio per i gravi personaggi incaricati della sua tutela, eppure non ha mai cercato di liberarsene né mancato una sola occasione di subire i loro ammonimenti paterni. E’ dunque tanto diverso dall’esistenza che ha condotto? E se l’avesse meritata la sua vita?”

Non conosciamo il vero motivo che ha convinto Sartre a prendere colui che è considerato il cantore del Male come esempio di un destino cercato, e non subìto, perché, pur tra mille trucchi e mille menzogne, realizzato con le proprie mani, con determinazione. L’opera che gli ha dedicato nel 1947, Baudelaire, ripubblicata nel 2006, è infatti un’analisi spietata, al limite della crudeltà, del personaggio Baudelaire, del suo essere asservito ipocritamente a tutto ciò che sembra disprezzare, il Potere, i Giudici, l’Autorità; quel suo essere “sempre al guinzaglio, sempre in catene, un eterno minorenne, un adolescente invecchiato, un bambino imbronciato, che pesta i piedi e si vanta delle proprie mancanze (...) un uomo curvo, curvo su se stesso, come Narciso”.

mercoledì, gennaio 04, 2012

Love Out in febbraio


IMPERDIBILE
Ma l’amore esiste, come sentimento innato, dalla notte dei tempi? L’amore nasce con l’uomo, e l’accompagnerà fino al compimento del suo destino? Queste domande, che viaggiano attraverso i secoli e hanno prodotto grandi romanzi e grandi poemi, hanno ricevuto molte risposte: amore come idealizzazione dell’amato, amore eroico che combatte contro le avversità, amore assoluto che genera la scintilla della vita, oppure amore che rispecchia i segni dei tempi e le contraddizioni della sua epoca, sistema di codici che cambiano col mutare della storia.