Ieri, domenica 27 luglio, ho assistito a una scena che mi ha impressionato. Una scena che ha continuato a seguirmi nella memoria, oltre che a suscitare in me molte domande.
Camminavo sull’argine del fiume Senio, ad Alfonsine (RA), sull’erba appena tagliata, quando ho quasi calpestato un piccolo riccio. Era sdraiato su un fianco, appena di lato al sentiero. Morto. Le mosche si posavano sul muso, che sembrava schiacciato, annerito. Contemplavo quel corpo che aveva terminato il suo cammino su questa terra, una delle tante immagini della fine che incontriamo nel nostro, di cammino. Ho impiegato alcuni secondi per accorgermi che qualcosa non andava. C’era una difformità, come un errore. Un particolare sbagliato.
lunedì, luglio 28, 2014
domenica, luglio 20, 2014
THE END
Alcuni commentatori l’avevano previsto, e io tra questi: il
Movimento Cinque Stelle deve fare molta attenzione alla propria politica e ai
propri parlamentari perché la permanenza in un sistema ammalato fa contrarre il
virus. Si può dire che abbiano tenuto duro, ma ora pare che questo tempo sia
arrivato. I recenti incontri con Renzi, con l’obiettivo di creare un blocco
politico che escluda Berlusconi, sono emblematici. La risposta del regime mi
pare chiara: l’assoluzione in appello di Berlusconi, salutata col consueto
trionfalismo dalle televisioni, Rai in testa, perché segna l’avvio di
una nuova fase: le “riforme”, le alleanze di ferro tra il PD renziano e la
destra. Che è quello che vuole il dittatorello populista, un accordo tra forze
prive di morale, dove contano solo gli accordi sottobanco, mi dai
questo, io quello, senza tante complicazioni e conflitti. E la destra in questo
è maestra mondiale. Basta mettersi d’accordo. I risultati sono un aborto di
Senato, composto dai presidenti di regione, che nel Paese Dei Ladri sono tra i
peggiori, con l’immunità; e una legge elettorale che supera il Porcellum. E altre
previsioni horror: l’abbattimento delle tasse agli industriali, con conseguente
aumento a tutti gli altri, e l’ulteriore distruzione del welfare, sanità in
testa, già abbondantemente rovinata dalle spending rewiew. Perché “gli eroi
nazionali”, come li ha chiamati Renzi, sono sempre in TV a lamentarsi che il
carico fiscale è “inaccettabile”, mentre in Germania, per esempio, è più alto,
e gli operai hanno stipendi più alti dei nostri. Ma in Germania il Made in
Germany è tutelato, è eccellente, mentre da noi il Made In Italy è stato distrutto
dalle delocalizzazioni selvagge degli “eroi”. Ne ho parlato un anno fa qui.
lunedì, luglio 14, 2014
Il suo nome è Jimi Hendrix
Matteo Telara ha scritto questa interessante recensione sul sito La Poesia e Lo Spirito. Ha colto molti punti importanti del romanzo, forse i più importanti. Il libro non è ancora stampato, lo sarò entro luglio. Il 12 agosto lo presenteremo a Ravenna, dove verrà tra l'altro proiettato un documentario su Jimi Hendrix, quando si esibì al palasport di Bologna nel 1968, un concerto che andò quasi deserto perché pochissimi, in Italia, sapevano della sua esistenza.
Come ho già scritto, l'attuale situazione editoriale è grave. Molti editori indipendenti chiudono. Il "mercato" è completamente in mano alle major, che "pompano" con una quantità enorme di titoli usa e getta. Per questo alcuni editori stanno uscendo dal circuito della distribuzione, dove non hanno promozione alcuna né visibilità. Significa buttare nel nulla le copie, e le poche vendute (che non vengono quasi mai esibite sugli scaffali delle librerie megastore, le uniche ormai che restano aperte) vedono i ricavi quasi completamente "succhiati" dal distributore. Questi editori cercano, con grande fatica, dei circuiti alternativi, vendita diretta soprattutto. Per questo suggerisco, a chi fosse interessato a questo romanzo, che personalmente amo molto, di rivolgersi alle librerie on-line oppure scrivere direttamente all'editrice Arianna: info@edizioniarianna.it
Il mio nome è Jimi Hendrix
di Matteo Telara
Ha tutto quello che ci si aspetterebbe da un romanzo generazionale questo Il mio nome è Jimi Hendrix di Mauro Baldrati, pubblicato dall’editore indipendente Edizioni Arianna di Palermo: una gioventù inquieta e diversificata, ai cui sogni di riscatto si contrappone una disarmante pochezza di prospettive; genitori spesso distanti, che non capiscono o che non vogliono ricordare cosa significasse essere giovani; i primi amori, consumati nelle sale fumose di qualche discoteca o di qualche casa affittata; l’Italia alla vigilia dei ’70 e infine una colonna sonora vibrante e portentosa, che però, e questo è un particolare da non sottovalutare, proviene da un mondo oltreconfine (l’Inghilterra e gli Stati Uniti) che sembra aver già da tempo abbracciato quel senso di libertà e di liberazione che dalle nostre parti è invece imbrigliato nelle maglie sempre più opprimenti di un’ideologia invadente e onnicomprensiva.
(Continua a leggere su LPELS)
Come ho già scritto, l'attuale situazione editoriale è grave. Molti editori indipendenti chiudono. Il "mercato" è completamente in mano alle major, che "pompano" con una quantità enorme di titoli usa e getta. Per questo alcuni editori stanno uscendo dal circuito della distribuzione, dove non hanno promozione alcuna né visibilità. Significa buttare nel nulla le copie, e le poche vendute (che non vengono quasi mai esibite sugli scaffali delle librerie megastore, le uniche ormai che restano aperte) vedono i ricavi quasi completamente "succhiati" dal distributore. Questi editori cercano, con grande fatica, dei circuiti alternativi, vendita diretta soprattutto. Per questo suggerisco, a chi fosse interessato a questo romanzo, che personalmente amo molto, di rivolgersi alle librerie on-line oppure scrivere direttamente all'editrice Arianna: info@edizioniarianna.it
Il mio nome è Jimi Hendrix
di Matteo Telara
Ha tutto quello che ci si aspetterebbe da un romanzo generazionale questo Il mio nome è Jimi Hendrix di Mauro Baldrati, pubblicato dall’editore indipendente Edizioni Arianna di Palermo: una gioventù inquieta e diversificata, ai cui sogni di riscatto si contrappone una disarmante pochezza di prospettive; genitori spesso distanti, che non capiscono o che non vogliono ricordare cosa significasse essere giovani; i primi amori, consumati nelle sale fumose di qualche discoteca o di qualche casa affittata; l’Italia alla vigilia dei ’70 e infine una colonna sonora vibrante e portentosa, che però, e questo è un particolare da non sottovalutare, proviene da un mondo oltreconfine (l’Inghilterra e gli Stati Uniti) che sembra aver già da tempo abbracciato quel senso di libertà e di liberazione che dalle nostre parti è invece imbrigliato nelle maglie sempre più opprimenti di un’ideologia invadente e onnicomprensiva.
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