Fossero almeno di destra. Avremmo di fronte un avversario – un nemico con un progetto – un progetto da combattere – il mondo diviso tra ricchi e poveri e i ricchi devono comandare come classe, essere i padroni e i poveri nutrirli e lavorare per loro – un programma con dei diritti e dei doveri nonostante tutto; invece il dramma, il vero, autentico dramma italiano, è che non sono nulla di definibile, non sono né di destra né di centro né di sinistra, non sono credenti né atei, non hanno nessuna idea né progetto, a parte l’unico, il solo per il quale lavorano: restare al potere per accumulare ricchezza e privilegi, e cavalcare tutte le onde, dire oggi una cosa e domani il suo contrario, baciare le mani a papi e dittatori per poi bombardarli il giorno dopo per poi negare i bombardamenti, tanto la maggioranza della popolazione non sa, non capisce perché i sondaggisti gli hanno detto che l’unico medium che le fornisce informazioni è la televisione, e loro, che grazie all’incredibile immobilismo dei governi di centrosinistra la controllano quasi completamente, non temono di cadere nel ridicolo o nel patetico (definizioni a loro del tutto ignote).
Così, poiché c’è un colossale giro di interessi economici e finanziari intorno al nucleare, hanno pensato di partire in quarta, con grande enfasi e sorrisi e dichiarazioni rassicuranti, com’è nel loro stile. Centrali di “terza generazione”, sicurissime, a prova di terremoto e di Al Qaeda, da affidare a un consorzio francese ancora prima di dare l’annuncio, incuranti del referendum dove prevalsero i no.
Poi è arrivata la catastrofe giapponese. Una maledetta grana. Una stramaledetta gatta da pelare. Ma fino a ieri hanno tenuto duro, perché speravano in un “contenimento del danno”: la ministra contro l’ambiente Stefania Prestigiacomo, accesa sostenitrice del nucleare, ha detto che le polemiche erano “macabre” e il loro programma andava avanti, lancia in resta. Ma sono arrivati i sondaggi, dannazione, e la consapevolezza, ormai non più inquinabile dai governi bugiardi e dai media-schiavi, che in Giappone si stava consumando una seconda apocalisse come a Cernobyl. Così, per esempio, abbiamo assistito a un “ripensamento” dello scienziato vegetariano atomico Umberto Veronesi, che ha detto: “occorre una riflessione profonda.” Lo scienziato vegetariano atomico deve avere pensato, fino a ieri, che poiché in medicina esiste un settore molto importante di tomografia nucleare (PET), era giusto estendere questa tecnologia al mondo intero. E’ seguito a ruota il ministro Romani, che ha detto: “Non obbligheremo nessun territorio ad ospitare una centrale nucleare, anche se la legge lo consentirebbe”. Il ministro sa che ormai nessuna regione accetterebbe una centrale sul suo territorio (a partire dalla Lombardia, governata dal supersucialesta atomic), quindi tanto valeva adeguarsi. Ma queste dichiarazione e riflessioni soft non erano nello stile della ministra contro l’ambiente. In un fuori onda televisivo, mentre parlava ignara di essere registrata col “portavoce” Bonaiuti e Tremonti, ha detto; “E’ finita, non possiamo mica rischiare le elezioni per il nucleare. Non facciamo cazzate. Bisogna uscirne ma in maniera soft. Ora non dobbiamo fare nulla, si decide tra un mese”.
Tra un mese. In maniera soft. E non facciamo cazzate. Infatti è arrivata “la moratoria”. Se ne parlerà tra un anno. Nessuna decisione ufficiale però, nessun procedimento tecnico o giuridico, ma “politico”. Vale a dire: aria fritta. Cavolo, qua perdiamo un pacco di soldi, però non possiamo continuare a insistere, cerchiamo di lasciare raffredare un po’ le acque, e speriamo che anche quel reattore della malora si raffreddi e ‘sti giapponesi la smettano con tutto questo casino. Intanto facciamo lavorare le televisioni, forse possiamo tirarci su, possiamo sfangarcela col referendum. E se proprio è finita passiamo oltre, no al nucleare, a gran voce, avanti col popolo, e cerchiamo qualche altra “bazza”, che in questo paese non manca di certo.
Fossero almeno di destra.
Fossero almeno qualcosa.
Fossero almeno qualcuno.
3 commenti:
ogni tanto, fra le righe, occhieggia lo stile pungente della Città. mi intrigherebbe una "rilettura" nella tua chiave noir di questi fatti di attualità.
condivido la visione critica, e il pessimismo. leggerti è una conferma ai miei pensieri, oltre che un piacere.
Grazie (chiunque tu sia). Il fatto è che per chi scrive noir ci sono problemi perché non si riesce più a "espandere" la fantasia, cioè a trasfigurare in chiave criminal la realtà, in quanto la stessa realtà sta superando ogni fantasia possibile.
Quello sopra sono io, il Baldrus :-)
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