venerdì, settembre 01, 2006

Ma che paese è questo?
Sull'ultimo numero de L'Espresso vi è un réportage a firma Fabrizio Gatti che non esito a definire terrificante. Il giornalista (sfatando, con questo pezzo, un po' di fama dei reporters italiani inclini alla pigrizia, poco propensi a buttarsi in inchieste sul campo rischiose e dagli esiti dubbi), fingendosi un lavoratore clandestino sudafricano (bianco) è andato in Puglia, a indagare sul mercato clandestino della raccolta dei pomodori. Avevamo letto varie inchieste su questo fenomeno di lavoro sommerso, e sulle condizioni di vera e propria schiavitù cui sono sottoposti gli immigrati, ma nessuno, mai, si era spinto tanto in profondità nel raccontare l'orrore e il regno degli Inferi sulla Terra. Narra Fabrizio Gatti dei padroni, che parlano con spiccato accento pugliese, e gestiscono campi di raccolta "sicuri, perché controllati dalla Mafia", che chiedono, ai novizi, di fornire loro una ragazza "da violentare" (di questo si occupano i famigerati "caporali", perlopiù maghrebini), oppure niente lavoro; di sequestri di persona, con pestaggi talvolta mortali; di paghe da fame per dodici, quattordici ore di lavoro; di obbligo di acquisto di cibi scadenti a prezzi di strozzinaggio, da cucinare nelle catapecchie in cui dormono, senza luce né acqua; di acqua non potabile, estratta da pozzi inquinati, che sono costretti a bere e a pagare; di continue angherie, umiliazioni, violenze, catture di fuggitivi; e i pochi che hanno tentato di rivolgersi alle cosiddette forze dell'ordine, cioè la questura di Foggia (siamo a due passi dal Gargano, zona ultraturistica), hanno ottenuto come unico risultato l'arresto e il rimpatrio per la Bossi-Fini, mentre i padroni, e i caporali, sono sempre liberi di agire indisturbati e impuniti. Ora, non so se vi sia qualche forzatura, diciamo alcune "spinte" giornalistiche, anche perché il servizio ha, in alcuni punti, come dei buchi, delle reticenze, dà come l'impressione di non avere approfondito abbastanza alcuni aspetti (per esempio le condizioni personali del giornalista, che sembra un po' fuori dalla storia), ma è enormemente verosimile, con dati, dettagli estremamente credibili. Mi sono chiesto come sia possibile che in un paese che non è il Brasile, con le favelas, o la frontiera degli USA col Messico, dove abbiamo letto altre storie raccapriccianti di sfruttamenti, o le periferie delle metropoli indiane o africane, ma un paese cosiddetto occidentale, possano esistere situazioni di tale orrore, e una tale inefficienza delle forzi di polizia. Poi vedo i governanti, in questo momento del centrosinistra, Prodi che sale su un aereo, D'Alema che parla della pace in Libano, e di nuovo mi chiedo se è tutto vero, o non siamo immersi in una sorta di incubo, di società scoppiata segmentata per spazi indipendenti, a sé stanti, con la schiavitù, i lager degni dei nazisti, i reality televisivi, i telegiornali, tutto, e tutto questo non sia reale, ma una catastrofe molecolare di organismi impazziti.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Scusate, ma scrivo da un Internet Point e ho postato 8 (otto) volte questo pezzo senza riuscire a lasciare uno spazio tra il titolo e il testo. Il server si rifiuta di accettare questo semplice comando. Ci vuole una pazienza da Giobbe.

Anonimo ha detto...

Ciao Baldrus, volevo darti il bentornato di là, ma te lo do di qua. Leggendo questo sono ancora più inkazzato e indignato di te. La civiltà (ma che è?) è morta e sepolta, e tutto e marcito, rovinato, proprio come hai già scritto altre volte.