Quando accendo la TV e sono costretto a vedere i soliti predicatori che pontificano sulla politica, i partiti, le alleanze, con le stesse parole di sempre, come se per loro il tempo fosse fermo e fuori dalle loro finestre non stesse accadendo nulla, e la sfiducia e il discredito che stanno travolgendo questa classe dirigente corrotta non esistessero, penso che sono dei suicidi, dei pazzi irresponsabili che mentre affondano cercano di trascinare con loro il resto del paese. C’è arroganza, falsità, ma anche una forma di follia nel loro argomentare recitato, immobile: noi facciamo, noi siamo, noi pensiamo, noi, noi, in un’esibizione inquietante di falso trionfalismo. Per questo sottoscrivo questo post che ho letto sul blog di Claudio Sabelli Fioretti, col titolo Non date l’arma a Grillo:
"Ma se fate così date un’arma a Grillo. Meglio: se non vogliamo dare delle armi a Grillo dobbiamo fare così. Improvvisamente il problema dei politici italiani è come fare a non dare armi a Grillo. Bisogna occuparsi dei privilegi della casta non perché sono una schifezza ma perché sono un’arma per Grillo. Un mafioso in Parlamento è un’arma per Grillo non uno scandalo per tutti. Gli sprechi di denaro pubblico sono un’arma per Grillo. Ed io credevo che fosse una tremenda sciocchezza. Tassare i poveri e favorire i ricchi pensavo che fosse una spietata ingiustizia sociale. No, è un’arma per Grillo. Consentire alla banche di fare il bello e il cattivo tempo, prendendo i soldi europei e strozzando i piccoli industriali italiani? Arma per Grillo. Lo Stato che non paga i debiti e pretende i crediti? Grillo ci va a nozze.
L’antipolitica è una parola cretina, inventata da politici imbelli, corrotti e incapaci. L’antipolitica è una splendida arma per Grillo."
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