Sabato mattina sono passato di fianco a un supermercato coop del bolognese, dove vivo. Dalla parte opposta arrivava un piccolo gruppo formato da due donne e un uomo, oppure due uomini, il mio senso di osservazione non era particolarmente attivo. Avanzavano decisi, orgogliosi, e allegri. Ridevano, ebbri di energia. E di ottimismo. Sì, mi hanno ispirato ottimismo, fiducia nella vita.
Io invece ero pieno di pensieri negativi, sul futuro, sulla salute, sulla politica. Qui c’è il tasto dolente, soffro quando sono costretto a subire le immagini dei politici televisivi, la loro demagogia, la loro falsità. Mi sembra che non ci sia futuro, né speranza.
Proprio mentre li stavo incrociando una delle due ragazze, alta, florida, piena di salute, ha detto, rivolta agli altri, sorridendo: “Lo sai che c’era Baglioni?” E gli altri: “Ah, davvero?” Erano tutti contenti, eccitati all’idea di un concerto di Baglioni.
Baglioni. Negli anni Settanta c’era questo tipo, lamentoso, con una imbarazzante messa in piega. Noi ragazzi lo consideravamo uno dei tanti italici melodici, una jattura per la musica. Ai suoi concerti ci andavano le ragazzine, e le bambine. Era “l’altro”, la musica di consumo. Era il nemico. Così eravamo noi, ragazzi che seguivamo il blues, il rock, e disprezzavamo quei copioni falsari dei cantautori nostrani.
Ora Baglioni è tornato, come un santo. Un maestro. Fanno così, spogliano certi personaggi del loro passato e costruiscono un’icona. Poi ci pensano i vari Fabio Fazio, Daria Bignardi, a incensarli. Una questione di marketing.
Ho camminato verso casa ingobbito dalle mie sfortune, reali e immaginarie, dai pensieri negativi. E intanto pensavo: Perché?
Forse pensavo: perché amano Baglioni?
No. Non era questo il mio pensiero.
In realtà pensavo: perché non sono come loro? Perché non ho il loro ottimismo? La loro leggerezza? La loro fiducia? Vanno al cinema, e ridono guardando quelle commedie americane pestifere. Fabio Fazio è “bravo”, e la Litizzetto “simpatica”; magari comprano addirittura un biglietto per Panariello, e ridono come matti. Renzi è “in gamba”, e Monti è stato “il salvatore della Patria”, che se non c’era lui facevamo “la fine della Grecia”. Tutto come da copione, una risposta perfetta, conforme alla demagogia televisiva. Perché non vado alle partite di calcio, e mi esalto coi Balotelli, o Totti (ehm, magari oggi ci sono dei nomi nuovi che non conosco)? E a un concerto di Baglioni, che “canta bene”?
Perché non sono felice?
Obiezione: stai recitando. Dietro ai tuoi cosiddetti perché e alla finta empatia c’è il disprezzo per “loro”, i nemici. Vecchio trucco, vecchia retorica.
No. I miei pensieri erano sinceri. Cosa è rimasto dal mio essere “contro”? Sconfitte. Frustrazioni. Una dopo l’altra. Di continuo. Mentre “loro” vanno sempre avanti, trionfano. E sono contenti, leggeri, ottimisti. Allora perché non entrare nelle loro schiere? Perché restare nella poco gratificante armata dei perdenti storici?
Non c’è un perché in realtà. Forse l’atteggiamento leggero e ottimista può esistere anche amando Jimi Hendrix e i suoi eredi, anche considerando Monti per quello che è stato, un macellaio sociale, e Renzi un attore televisivo, e Fabio Fazio un promoter, e Baglioni un noioso, eccetera.
Perché tutto è dentro di noi, non fuori.
Perché siamo noi i padroni del nostro animo.
Perché possiamo sconfiggere non solo Monti e Letta e Renzi e Fazio e Baglioni, ma la storia nera che ci portiamo dietro.
9 commenti:
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Non mi riconosco in nessuna delle due schiere: sei stato un po' troppo categorico in questa tua riflessione.
Dai, tirati su coi Wuminge la cura Robespierre
Un caro saluto, Lucien
Mai comprato un disco di Baglioni,mai amato particolarmente
ma negli anni ottanta in spiaggia con la chitarra...erano solo battisti e baglioni(meglio battisti)alcune canzoni quindi le ricordo e le ascolto se capita in radio con nostalgia e simpatia...non per quello..sono ottimista...dai mauro coraggio...al peggio non c'e' mai fine..piero
Grazie dei commenti e della solidarietà! La mia è soprattutto una riflessione psicologica. Per esempio, ecco qui un riferimento abbastanza simile: un'amica, con una storia esistenziale simile alla mia, diventata mamma di un maschio diceva: voglio che mio figlio diventi "normale", che vada alle partite, che si esalti coi calciatori, niente rock, niente sballi, niente tormenti, solo "normalità", perché così sarà più felice.
Ecco, è questo che io vedevo nel gruppetto di Baglioni...
Ciao Mauro,
ma dai...so che non sarai d'accordo con me, ma ogni tanto ci vuole un po' di ironia, un p' di leggerezza...baglioni per me e' una metafora, e' la mia adolescenza fatta di magliette fine e di spiagge, di gonne indiane e capelli lunghi...non ci vedo nulla di male a dire, mi sono divertita ascoltandolo, anche se io non andrei mai ad un suo concerto, ma mia figlia 23enne si. Baglioni per noi ragazzine di allora e' la nostra aria scanzonata, e' il primo amore, la liberta' dell'estate. Nulla di piu'. Ma ricordarsene di quel tempo e sorridere e magari anche commuoversi di tenerezza per cio' che eravamo e abbiamo vissuto,mi fabene. un grande abbraccio.
PaolaG.
Ciao Paola: lo so.
Non è colpa di nessuno.
Ma il punto è un altro: vi invidio, capisci?
grande mauro!
ben trovato
eli
Ben trovata Eli!
Caro Mauro, niente invidia, ma ogni tanto fa bene ...come dire cazzeggiare, non pensare al vero, andare via dai pensieri pesanti e godersela un po' anche se sara' necessario cantare la maglietta fina a quarciagola o sapore di sale in coro con chi ami ...dopo tanti pugni in faccia, io mi difendo cosi.
p.g.
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