domenica, luglio 20, 2014

THE END



Alcuni commentatori l’avevano previsto, e io tra questi: il Movimento Cinque Stelle deve fare molta attenzione alla propria politica e ai propri parlamentari perché la permanenza in un sistema ammalato fa contrarre il virus. Si può dire che abbiano tenuto duro, ma ora pare che questo tempo sia arrivato. I recenti incontri con Renzi, con l’obiettivo di creare un blocco politico che escluda Berlusconi, sono emblematici. La risposta del regime mi pare chiara: l’assoluzione in appello di Berlusconi, salutata col consueto trionfalismo dalle televisioni, Rai in testa, perché segna l’avvio di una nuova fase: le “riforme”, le alleanze di ferro tra il PD renziano e la destra. Che è quello che vuole il dittatorello populista, un accordo tra forze prive di morale, dove contano solo gli accordi sottobanco, mi dai questo, io quello, senza tante complicazioni e conflitti. E la destra in questo è maestra mondiale. Basta mettersi d’accordo. I risultati sono un aborto di Senato, composto dai presidenti di regione, che nel Paese Dei Ladri sono tra i peggiori, con l’immunità; e una legge elettorale che supera il Porcellum. E altre previsioni horror: l’abbattimento delle tasse agli industriali, con conseguente aumento a tutti gli altri, e l’ulteriore distruzione del welfare, sanità in testa, già abbondantemente rovinata dalle spending rewiew. Perché “gli eroi nazionali”, come li ha chiamati Renzi, sono sempre in TV a lamentarsi che il carico fiscale è “inaccettabile”, mentre in Germania, per esempio, è più alto, e gli operai hanno stipendi più alti dei nostri. Ma in Germania il Made in Germany è tutelato, è eccellente, mentre da noi il Made In Italy è stato distrutto dalle delocalizzazioni selvagge degli “eroi”. Ne ho parlato un anno fa qui.

La bellezza, per così dire, del M5S, era il suo essere un movimento di pura protesta, senza dubbio interno a un sistema borghese-liberale, ma efficace, forte, sincero. Hanno condotto battaglie importanti, contro le privatizzazioni, i privilegi della cricca, le malefatte dei delinquenti legali che siedono sui banchi del Potere a spese nostre. Ma le ultime elezioni hanno segnato uno stop. I risultati hanno causato una progressiva uscita di scena del leader personalistico, Beppe Grillo, e dato forza a chi da tempo sostiene che bisogna cercare alleanze, accordi, insomma entrare a gamba tesa nella politica di serie A. Il che significa diventare come gli altri, un partito che traccheggia, che si adegua, che chiede e cede, come tutti. Cioè la fine. La morte. Al di là dei risultati elettorali.

Forse questo epilogo è nella natura stessa di questi movimenti. Quando non si ha un progetto alle spalle, un progetto globale di cambiamento, di rivoluzione politica-sociale, la durata è a scadenza, come il latte. Non può essere altrimenti. La storia lo insegna. Tutti i movimenti di contestazione studentesca hanno avuto una durata limitata. Così i movimenti culturali, dai Provos ai Punk. Che non è da confondersi con la “sconfitta”. I movimenti rivoluzionari sono stati sconfitti dalla reazione, borghese o fascista. Anche questo è nella storia. Ma è diverso dalla scadenza naturale. La sconfitta è la perdita della guerra. La scadenza è l’esaurimento del proprio mandato, della propria energia, perché non vi è continuità, non vi è progetto, ma solo opposizione, solo protesta. E in un regime come il nostro, mezzo dittatoriale e populista, il “Renzusconi”, alla fine i poteri forti, che controllano i governanti di paglia, trionfano.

Insomma, se la tendenza non cambia, possiamo dire addio al M5S.
E’ triste dirlo, ma l’Italia è un paese morto. Non c’è futuro, perché non c’è movimento, dinamismo, speranza, ideale. I ricchi trionfano, si arricchiscono sempre più, mentre gli altri si impoveriscono. Eppure li votano. Votano per i propri carnefici.

Sì, il mio consiglio per chi ha dei figli è il seguente: cercate di farli emigrare, qui non c’è futuro per loro. Non c’è avvenire nel Pese Dei Ladri e Delle Mafie. Il loro futuro è già stato rubato dagli squali della cricca.

E’ triste, lo so. E’ disdicevole scrivere questa cose. Bisogna dire che c’è sempre la speranza, che bisogna lottare, credere nel progetto.
Va bene. Diciamolo. Affermiamolo con forza.
Ma è inutile.
Enormi fette di popolazione votano per i propri aguzzini, per sentirsi dire ciò di cui hanno bisogno: la crescita, l’Italia ce la farà, il nuovo, e altre balle spaziali con le quali i domestici di Renzusconi inondano gli accoglienti schermi di una televisione asservita.
Stiamo vivendo in una tragedia shakespeariana.
That’s the end.

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