Vista la pesatura di Carnage, che rende difficoltosa una recensione vera e propria per carenza di materia prima, conviene ovviare con una sorta di argomento di riserva: l’estinzione della critica cinematografica in Italia. Un tempo il critico andava al cinema, scriveva dei pregi e dei difetti del film, talvolta stroncava, individuava sciatterie o colpi di genio, il mestiere, la retorica, ecc. Sbagliava, si arrabbiava, oppure aveva dei colpi di genio, scopriva segreti e menzogne. E nel bene e nel male aiutava lo spettatore a farsi un'opinione, positiva o negativa. Oggi le recensioni sembrano preconfezionate. Raccontano le trame per sommi capi, citano gli attori, le star, un colpo al cerchio e uno alla botte, e soprattutto rimangono in superficie. Per cui sembrano intercambiabili. Così avviene per Carnage, l’ultimo film di Roman Polansky accolto a Venezia come l’evento del secolo che non è stato premiato per acclamazione, come meritava.
Continua a leggere su Carmilla
Nessun commento:
Posta un commento