Leggendo Educazione siberiana di Nicolai Lilin, libro interessante anche se con alcune criticità, riflettevo sui “criminali onesti”, cioè i criminali siberiani deportati da Stalin in Transnistria che, negli anni Ottanta, vivevano secondo rigidi codici d’onore vecchio stampo, che facevano di loro, appunto, dei ladri e dei rapinatori “onesti”. Che bella trovata letteraria, pensavo mentre leggevo, i criminali onesti. Una trovata geniale.
Poi mi sono imbattuto in questo: “Sono Prado, sono il padre di Prado, oso dire che sono Lesseps: volevo dare ai miei parigini che amo una nuova nozione, quella d’un criminale onesto. Sono Cambridge, altro criminale onesto…”
Nietzsche, lettera a Burckhardt, 1889.
Coincidenza? Lilin ha letto Nietzsche? Trovo la seconda opzione improbabile, anche se in teoria tutto è possibile. Un mio amico è andato a trovarlo, nel suo attico milanese, riceve la gente con la pistola in cintura, ho visto le foto, è giovane, duro, moderno; forse l’ha letto, ma non lo vedo a consultare addirittura le lettere del filosofo.
Quindi propendo per una coincidenza, un’idea comune. Un fenomeno molto diffuso e bellissimo, che ci fa sentire appartenenti alla specie.
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