Mia figlia è tornata dalla gita scolastica a Monaco di Baviera, con visita al lager di Mauthausen, ammalata. Bronchite, mal di gola, febbre. Normale, da quando ha fatto la scelta sconsiderata di fumare sigarette si ammala spesso di bronchi. Ma può avere influito anche ciò che ha visto e sentito. Non riusciva a credere a certi episodi. Neanch’io. Ascoltandola, guardando le foto del lager mi sono venuti dei dubbi sull’opportunità che la nostra specie continui a esistere su questo pianeta.
Da due giorni era costretta in casa, e il sabato sera stava entrando in depressione. Le amiche e gli amici in giro e lei sul divano. Poiché mia moglie aveva un impegno si è stabilito che avrei passato la serata con lei. E di guardare un film insieme, visto che la televisione sembra essere una infermiera ideale. Così sono stato incaricato di andare da Blockbuster per noleggiarne uno. La cosa mi andava più che a genio, una bella passeggiata di 5 + 5 chilometri tutti in pista pedonale, perfetta per un camminatore professionista come me.
Arrivato al negozio, di fianco alla rotonda di Via Andrea Costa, ho avuto la sorpresa di trovarlo in fase di smobilitazione. Ma come, anche qui? Un paio di anni fa ha chiuso quello di Casalecchio, molto comodo per noi. Forse i dvd stanno diventando obsoleti, per via di Sky e di Internet. Come i dischi in vinile. Come i floppy. Comunque c’erano persone che entravano e uscivano, così sono entrato anch’io.
Molti scaffali erano vuoti, o semivuoti, e ovunque erano appesi cartelli “sconto 50%”. Tutto veniva venduto a metà prezzo. Non era mia intenzione acquistare un dvd, anche perché quali sono i film da guardare 2 volte? Nessuno è più in grado di girarli. Oppure non siamo più in grado noi spettatori, chissà. Per cui avrei dovuto spendere circa 9-10 euro a dvd, contro i 2-3 del noleggio. Ma mia figlia aveva la priorità, anche perché non abbiamo mai fatto la tessera di quei negozi automatici dove si scelgono i film da un elenco e si ritirano come al bancomat. Ho iniziato quindi a frugare nella montagna enorme di titoli, una cosa davvero impressionante, pellicole mai viste nelle sale, di tutti i generi con attori mai sentiti nominare, promesse di avventure strabilianti, di divertimenti o di paure bibliche. Ovviamente ero attratto dai settori horror, thriller, fantascienza, action, ma per mia figlia era più opportuna una storiella rilassante di stampo comico o sentimentale.
Dopo molti tentativi e un crescente senso di scoramento l’occhio mi è caduto su una ragazza bionda con un vestito rosso e il titolo Country Strong. La ragazza era Gwyneth Paltrow, un’attrice che mi piaceva molto, con quegli occhioni e il viso sorridente, così disponibile, seduttivo. L’avevo vista in Shakespeare in love nella parte di una dama londinese che per potere recitare nelle commedie del maestro era costretta a vestirsi da uomo. Una donna molto affascinante. Così, come credo accada spesso, l’attrazione verso l’attrice ha determinato la scelta. Prezzo pieno: 12,99. Poi ho pensato anche a me, e dopo varie tentazioni horror e thriller, che ho represso duramente perché scegliendo alla cieca, sulla base del titolo e delle copertine, mi sono già capitate delle porcherie inguardabili, ho ceduto alla seduzione del fumetto con Captain America, che leggevo spesso da ragazzo nelle collane Marvel. Prezzo pieno: 14.90. Spesa totale: 13.95. Soldi spesi male, non avevo dubbi, ma insomma, andava fatto.
A casa ci siamo sistemati per bene sul divano, ricambio d’aria, cuscino per mia figlia, bottiglietta d’acqua, grissini di kamut. E’ bella questa preparazione, sembra preludere a un bel relax, a un’avventura, al mistero. Per rendere il tutto ancora più interessante ho detto che Gwyneth mi piace, come attrice e anche come donna. Mia moglie, che si stava preparando per uscire, ha confermato il suo apprezzamento per l’attrice. Però, ho aggiunto un po’ a disagio, l’ho intravista l’altra sera in uno di quei programmi televisivi dove i vip sono al ristorante inquadrati mentre commentano le portate. Erano lei e il cantante dei REM. Beh, lei non faceva altro che gridare ohhh, my god! Sai come fanno certi americani? Tutto wonderful! E lovely! Alquanto stucchevole. Invece quello dei REM, da bravo inglese, assaggiava e stava sulle sue... Ma come, ha detto mia moglie, la Paltrow è inglese, no? E’ americana, ho ribattuto, americanissima. No, è inglese, sono sicura. Siamo andati avanti per un po’, mentre la mia sicurezza si incrinava perché in effetti sembra così aristocratica, algida, e quindi british.
Poi mia moglie è uscita, il dvd è partito, io ho massaggiato un po’ i piedi di mia figlia e lei, come previsto, dopo neanche un quarto d’ora dormiva. Che dire, mentre ammiravo i primi piani di Gwyneth, che abbondavano come vuole la moda hollywoodiana, mi restava il dubbio. Non sarà inglese?
Fatto sta che ho messo in pausa e sono andato al pc. Su Wikipedia ho trovato la conferma: nata a Los Angeles, americanissima. Ha quasi 40 anni, due figli col cantante dei Coldplay. Il film è del 2010, quindi aveva 38 anni. Sarà l’età che avanza, però da qualche tempo mi sembra che le donne di 40 anni siano di una bellezza incomparabile. Le ventenni non sono neanche da mettere.
A questo punto ammetto la mia voglia, certamente voyeuristica, di saperne di più su Gwyneth. Deve essere alla base dello star-system, la curiosità morbosa che spinge le persone a leggere le riviste di gossip. Oppure... non è escluso che fosse proprio la mia antica natura di lettore di queste riviste a tornare a galla. Mi conviene spiegare, vero? Dovete sapere che da bambino, e poi da ragazzino passavo spesso dal laboratorio di parrucchiera di mia madre, sempre invaso da queste riviste. Ricordo Novella 2000, Eva Express, e altre similari. Le sfogliavo, guardavo tutte quelle foto scattate col flash dei vip sorpresi (a dire il vero forse non erano poi così sorpresi) nei locali alla moda mentre ballavano, si spogliavano. Pensavo: ma questi chi sono? Ma che ci fanno sempre negli stessi locali? Devo avere subito un certo fascino verso quei titoli-shock, quelle istantanee con le attrici scollate, con la minigonna, quei bellimbusti rubacuori sempre in baldoria. Che vita.
Ho saltato i riferimenti cinematografici (non esageriamo, che m’importava della carriera di Gwyneth Paltrow?), cercavo dettagli su di lei, sulla donna. E’ quello il senso del gossip. Così ho cambiato sito, perché Wikipedia era avaro di particolari, e sono andato su my movie. Qui ho appreso che ha avuto “numerosi flirt”. Beh, chi l’avrebbe mai detto. Con quel sorriso ingenuo. Il primo conosciuto è stato con Brad Pitt. Comprensibile. Chi poteva resistere a Brad Pitt? Bisogna essere oggettivi. Tutti, uomini e donne, siamo rimasti colpiti dalla sua prima apparizione in Thelma e Louise. Un super-strafigo, va detto. Poi con Ben Affleck. Anche qui nulla da dire. Un altro bel tipo, con quel sorriso intrigante. Uno che mette a suo agio la donna. Uno che la fa sentire una regina. Un marpione di serie A. Poi con Bryan Adams, pensa un po’. Che dire? Musicalmente è zero, anzi, meno di zero, però va riconosciuto che è uno a posto: vegetariano militante, impegnatissimo nelle cause ambientali, Greenpeace, le balene, concerti in beneficenza, un’associazione che porta il suo nome, non è vile opportunismo. E poi è un biondastro wasp, proprio come lei. Certo che uno più commerciale di lui non si poteva trovare. Possibile che i vip si accoppino sempre coi vip? E’ una questione di specie, di razza?
Altri flirt con nomi mai sentiti, poi la botta: Alberto di Monaco.
No, Alberto di Monaco no. Non è possibile. L’ho rivista al ristorante che gridava ohhh my god! come una gallina. La sua immagine ha iniziato a sbriciolarsi.
Alberto di Monaco no, per pietà.
Ma non era ancora finita. Il Principe Felipe di Spagna. Il Principe Nicholas di Grecia.
Ho spento il computer. Credo di avere provato una delusione simile a quella che afflisse Giacomo Leopardi per la contessa Malvezzi. Ma non userò le sue dure parole per ri-nominarla. Però, che tristezza, e che rabbia. Mi sorgeva la stessa domanda di quel gerarca in Amarcord: Picchì Gwyneth? Dei “flirt” coi rappresentanti di una classe puramente parassitaria: si può avere un flirt con un parassita? Potrei io avere una storia d’amore con una coccodrillessa? O con una cernia? O con una talpa? E’ anche una questione di equilibrio naturale. Potrei avere un flirt con una zecca? Mi chiedevo: cosa c’è dietro quegli occhioni che sembrano parlare al cuore dello spettatore? Un muro dipinto di nero?
Picchì Gwyneth?
Sono tornato sul divano. Mia figlia dormiva, il dvd era in pausa. L’ho riavviato. Ho terminato la visione di un film assolutamente mediocre. Rispettabile, a suo modo, perché non è facile realizzare un’opera così equilibrata, di una mediocrità perfetta. Gwyneth era una star del country in crisi che interagiva col marito-manager, un bel ragazzo idealista americano, una reginetta di bellezza arrivista, ma tutti ugualmente irrisolti, abbozzati, con gesti, scelte, dialoghi buttati lì. La musica era ugualmente, meticolosamente mediocre, tipo quella di Bryan Adams per intenderci. Un'opera perfetta. La perfezione della mediocrità.
Guardavo il bel viso di Gwyneth e l’associavo con Alberto di Monaco, picchì Gwyneth?
Comunque una cosa ho imparato da lei, delusione leopardiana a parte, caduta dell’immagine a parte: la forza vincente del sorriso. Un viso sorridente è senza frontiere.
Picchì porta la luce.
5 commenti:
esilarante! :-))
Grazie, :-]
ciao...
con quel sorriso puo' dire cio' che vuole!
ed e' vero, un viso sorridente e' subito bello, o piu' bello e mette di buon umore.
Quando entro in classe lo faccio sempre, per abitudine e per natura, ma anche perche' la mia mamma me lo ha insegnato. Se a volte un pensiero mi admbra, c'e' subito che mi rimette a posto con un ...prof, non sara' mica arrabbiata?
Ciao e, naturalmente ... :))
p.
Vero, cara p. Diciamo che il segreto è far corrispondere il sorriso del viso con quello interiore. Cosa che non sempre è possibile. Ma ci proviamo. E' anche una questione di allenamento, allenarsi alla predisposizione sorridente verso la vita, anche nelle sue durezze e ostilità.
Dai non ti abbattere, se ti può consolare ha sposato Chris Martin, mica il parassita!
Comunque io, anche per evitare delusioni, tendo a non idealizzare attori, divi e artisti che mi piacciono, mi concentro sulle opere e sulle interpretazioni nel caso degli attori.
e va' detto che il rischio di idealizzare gli attori e
magari confonderli con i ruoli che
interpretano (specie se li interpretano bene) è alto. Gwyneth è una brava attrice, è questo che conta
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