venerdì, aprile 08, 2005

Questo papa è stato un conservatore o un progressista?

La vigilia di Pasqua sono usciti sul Corriere della sera due importanti interventi sul pontificato di Giovanni Paolo II. Uno, del teologo svizzero Hans Kung, conteneva undici dure critiche all’operato del papa; l’altro, del vaticanista ortodosso Vittorio Messori, era invece una difesa a oltranza (cliccare qui e qui per leggere gli articoli). Queste sono – sarebbero - le tematiche da affrontare, in una discussione creativa; invece i mass media hanno scelto una retorica acefala e roboante che ha infastidito, nauseato molti cattolici e laici. Proprio per proseguire la discussione, lontano dall’urlo mediatico che ci ha annichilito, pubblichiamo l’intervento di un giornalista cattolico esperto di cose di Chiesa. La sua riflessione, la sua testimonianza è un contributo che dimostra, ancora una volta, che la verità è molto più complessa delle analisi a senso unico.

Di Agostino

L'accanimento mediatico con cui è stata seguita prima la malattia e poi la morte del Papa ha dato molto fastidio anche a me. Nella Chiesa, qualcuno ha accolto con favore l'attenzione riversata sul Papa, ma non sono pochi quelli che non hanno apprezzato affatto le tante parole dette a vanvera, l'ipocrisia, il linguaggio giornalistico che deve a tutti costi creare "l'evento". Quando Gesù è morto in croce, era solo: perfino gli apostoli lo avevano rinnegato. Qui tutti, improvvisamente, sono diventati amici intimi del Papa.
E’ stato detto che questo Papa ha saputo fare, di se stesso, una macchina di propaganda. Credo sia abbastanza vero. Resta da chiedersi se la propaganda sia, di per sé, una cosa negativa. Io credo che molto dipenda dagli scopi per cui viene fatta: se è per ottenere il potere, o per vendere un prodotto fasullo, è qualcosa di negativo. Se è per proporre qualcosa in cui si crede, per comunicare agli altri la propria fede, forse la questione è diversa. I mass media sono strumenti che si possono usare in tanti modi: per raccontare panzane, per vendere falsi miti come le veline o Costantino, per instupidire le persone. La scommessa di questo Papa è stata quella di non demonizzare i mass media, come molti nella Chiesa fanno, ma di pensare che potevano essere usati per dare messaggi di tipo diverso.
Chi vive fuori dalla Chiesa ne riceve un'immagine legata soprattutto alla morale sessuale, all'uso o meno della pillola, al sacerdozio vietato alle donne ecc.. Vi assicuro che questi sono temi di cui si parla molto poco all'interno della Chiesa. Se leggete i testi delle centinaia di discorsi che il Papa ha fatto ai giovani, difficilmente ci troverete richiami di questo tipo: ci troverete invece richiami agli alti ideali, alla speranza, alla gioia, a spendere la vita in qualcosa di grande, richiami alla carità. Temi come l'ingiusta distribuzione delle ricchezze a livello mondiale, l'iniquità di un sistema economico basato sullo sfruttamento dei poveri, sono diventati celebri adesso con il Social Forum: il Papa e i suoi giovani ne parlano da anni.
Anch'io mi sono chiesto cosa porti tanta gente a Roma. Personalmente ho parlato con diversi ragazzi partiti in questi giorni, e vi confesso che ho tentato di dissuaderli. La risposta che mi hanno dato più o meno è stata: il Papa è l'unico che in questi anni ci ha saputo dare parole di speranza, ci ha mostrato un futuro, ci ha incoraggiato a costruire un mondo migliore. Morto lui, chi altri potremo ascoltare? È una domanda che vi giro.
Wojtyla è stato conservatore o progressista? Non c'è dubbio che per le questioni interne della Chiesa e per le questioni dottrinali è stato un conservatore: d'altra parte era stato eletto per questo. Ci sono molti temi che in questi anni sono rimasti sopiti, sotterranei, e che probabilmente torneranno fuori: quelli, appunto, relativi alla morale sessuale, al governo della Chiesa su cui molti chiedono maggiore collegialità... Su molte altre cose però è stato un innovatore, ha spiazzato i suoi stessi sostenitori. È stato il primo Papa a entrare in una sinagoga, il primo in una moschea, il primo a visitare un paese ortodosso, il primo accolto da un regime comunista. Ha chiesto scusa per i peccati della chiesa, dalle crociate all'antisemitismo: è una cosa che gli è costata critiche feroci, tra le alte gerarchie della Chiesa. Riformare la Chiesa è difficile, ci sono molte resistenze. Ma è veramente importante? Cosa cercano, questi ragazzi che fanno quindici ore di coda? Delle indicazioni in materia di anticoncezionali e aborto, o l'incontro con una persona che è stata, con la sua vita, capace di infondere entusiasmo e di dare speranza?
Ultimo pensiero. La Chiesa è tante cose, è Ratzinger e la teologia della liberazione, è Messori e padre Zanotelli, è le scuole cattoliche che vendono i diplomi e i missionari che si fanno ammazzare in Sudan, è la crociata contro la procreazione assistita e le migliaia di volontari della Caritas partiti per lo Sri Lanka dopo lo tsunami. La Chiesa è il mio parroco ottantenne con cui mi scontro di continuo, e sono io con i miei peccati, le mie piccolezze, le mie contraddizioni, i miei dubbi.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

È in sè stessi, nel silenzio del proprio cuore (che già silenzioso non è) che occorre (ri)trovare la Fede, il respiro del mondo, allontanandosi dal chiasso dei media che hanno fatto dell'agonia di un Papa -ma innanzitutto di un uomo- un evento degno di un circo Barnum. Non voglio essere irrispettoso, ma i giorni della sua morte mi hanno rimandato un immagine del Papa che molto non si discostava da quella dei "divi" del pallone o della scena canora. Che orrore. E questa, nonostante il Papa non abbia mai parlato per me, è stata la mia tristezza. E lo dico da non credente che ha profondo rispetto per le Fedi che aiutano molti uomini in questo mondo a vivere e a sopravvivere -perchè molti non hanno altro. È l'era del chiasso questa, del titolo a piena pagina, dei superlativi, degli eventi del secolo, del non plus ultra (ma subito dopo ci si mette in caccia del prossimo -perchè il match più difficile è sempre il prossimo), del record. E come nello sport la caccia al record porta con sè il doping, così l'informazione (quella che viene definita tale ma che tale non è a chiunque abbia ancora occhi per vedere, orecchie per udire ed un cervello per pensare) è ormai la droga somministrata quotidianamente per spingere a credere a valori fantasmatici e virtuali. Personalmente credo che in questi giorni siano stati molto di più i non credenti ad onorare una figura come quella di Giovanni Paolo II (anche e proprio attraverso le critiche) che non la massa dei più o meno osservanti o dei bigotti che ancora vorrebbero gustare il sangue di un martire. Perchè, mi chiedo, così tanto accanimento in questo? Perchè questo gusto della sofferenza? Ho sempre pensato che col suo sacrificio Cristo volesse liberare il mondo proprio da questo. Morì solo, osserva giustamente Agostino. Domani leggeremo sui giornali le stime della folla: mille diecimila centonila due milioni di più di più...
"Sventurato il paese che ha bisogno di eroi" -scriveva Brecht. E sventurata la religione che ha bisogno di martiri e di santi.

solaris

Anonimo ha detto...

E' bello l'articolo di Agostino, mi è piaciuto soprattutto il finale. Concordo anche con le argomentazioni di soalris. Ad Agostino dico: dici che la Chiesa è Ratzinger e Zanotelli, Messori e la teologia della liberazione, tu e il tuo parroco ottantenne (bella questa immagine). Però chi comanda è Ratzingher, non dobbiamo dimenticarlo mai.
Ciao