Inorridisco, e con me molti amici e conoscenti della mia generazione, di fronte alla violenta disinformazione – non so quanto voluta, pianificata, o derivante da semplice ignoranza – che i media stanno scatenando sulle droghe. E’ sparita ogni differenziazione tra droghe leggere e droghe pesanti (l’alcool, che causa più morti dell’eroina, viene ovviamente ignorato), e dilaga l’equazione Fini, con la sua legge di tipo fascista (mancano le pene corporali per chi sgarra, ma forse è solo questione di tempo), che ha radici lontane, viene dagli anni Ottanta, quando in Italia fu varata una assurda legge proibizionista dal governo Craxi (quanti esponenti dell’ex PSI, festaioli e rampanti, ho visto fumare erba!). Ora c’è questa nuova legge, vergognosa, indegna di un paese che si vanta civile, che ha come unico effetto quello di arricchire le comunità private che devono prendere "in cura" il giovane sorpreso a fumare spinelli. Ma forse era proprio questo l’obiettivo: si dice infatti che l’ispiratore della legge sia stato il figlio di Muccioli, uno dei crociati del proibizionismo più estremo, nella cui comunità, è bene ricordarlo, fu trovato un ragazzo morto per le percosse ricevute in circostanze mai chiarite.
Questa legge, e l’annessa propaganda di regime, è certamente gratificante per il senso comune della "gente" che non riesce – o non vuole – capire razionalmente che le leggi proibizioniste non hanno alcuna efficacia contro le droghe (pesanti) ma, al contrario, fanno prosperare lo spaccio clandestino, la mafia, e contribuiscono alla diffusione di droga "sporca", tagliata, che provoca overdose e malattie. Il proibizionismo porta Il Male, perché ammanta di fascino perverso le sostanze proibite, stimola il consumo, impedisce la nascita di una consapevolezza, di una coscienza della differenza, della moderazione dell’uso, e rende purtroppo inevitabile il passaggio dallo spinello alla "pera" o alle pasticche, poiché tutte le droghe sono uguali. Il proibizionismo – generato dall’ignoranza e dalla confusione - danneggia i giovani, inquina la loro crescita mentale, il loro progresso; ma ai crociati, agli statisti, ai bigotti, non interessano i progressi dei giovani, e i pericoli che li minacciano. Ciò che interessa loro è lanciare grida isteriche e allarmiste per nutrire le paure e le morbosità popolari, così possono prosperare e ingrassare.
Forse non ci hanno mai perdonato di avere usato "il fumo" come strumento di socialità e di libertà, ai nostri tempi, negli anni ’70. E si stanno ancora vendicando perché, è noto, la vendetta è un piatto che va consumato freddo.
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