Perché?
L’altro giorno su La Repubblica Michele Serra notava che i telegiornali italiani grondano sangue e crimine più di qualsiasi racconto noir o film splatter. Proviamo ad abbassare l’audio, scriveva, e guardiamo scorrere le immagini di vari telegiornali europei: quando vediamo i morti ammazzati, le pozze di sangue, i primi piani di persone colpite da una tragedia, non abbiamo dubbi: è uno dei nostri. Ha ragione ovviamente: i telegiornali italiani dovrebbero essere vietati ai bambini, perché è malsano che un bambino debba continuamente sentire notizie di padri che buttano i figli dalla finestra, di madri che li soffocano, di figli che massacrano i genitori; e gli stupri, le rapine (meglio se col morto), gli incidenti stradali (preferibilmente con strage), il terrorismo; proprio oggi la conduttrice del TG1 ha detto che una neonata era stata abbandonata in campagna in procinto di essere “sbranata” dai cani randagi. Tutto viene enfatizzato, portato su toni isterici di allarme, di emergenza estrema.
Ora mi chiedo: perché? E’ il nostro popolo che adora la rappresentazione della violenza? Io credo che in parte sia vero: talvolta sento commentare queste notizie nei bar, e poi i telegiornali, credo, corrispondono a un gusto popolare, perché sono finiti per sempre i tempi in cui la “cultura” doveva orientare il popolo verso il progresso. Adesso il popolo va accontentato nei suoi istinti più bassi. Allora perché siamo fatti così? Noi, il popolo che è considerato tra i più pacifici del mondo?
Deve esserci qualche altro motivo ovviamente: enfatizzare, puntare all’isteria ha certamente lo scopo di “scuotere” la soglia di attenzione che si abbassa, è un’arma contro la distrazione. Ma ancora una volta torniamo a una certa cultura popolare degenerata, a una pigrizia mentale che non si scuote se non di fronte a una vicenda crudele.
Alla domanda “perché”? io, lo ammetto, non so dare risposta.
P.S. E’ arrivata l’estate, più splatter che mai. Col caldo sembrano aumentare, chissà perché, gli impegni e i grattacapi. Quindi l’aggiornamento di questo sito potrà subire qualche rallentamento. Anzi, diciamola tutta: lo sta già subendo.
L’altro giorno su La Repubblica Michele Serra notava che i telegiornali italiani grondano sangue e crimine più di qualsiasi racconto noir o film splatter. Proviamo ad abbassare l’audio, scriveva, e guardiamo scorrere le immagini di vari telegiornali europei: quando vediamo i morti ammazzati, le pozze di sangue, i primi piani di persone colpite da una tragedia, non abbiamo dubbi: è uno dei nostri. Ha ragione ovviamente: i telegiornali italiani dovrebbero essere vietati ai bambini, perché è malsano che un bambino debba continuamente sentire notizie di padri che buttano i figli dalla finestra, di madri che li soffocano, di figli che massacrano i genitori; e gli stupri, le rapine (meglio se col morto), gli incidenti stradali (preferibilmente con strage), il terrorismo; proprio oggi la conduttrice del TG1 ha detto che una neonata era stata abbandonata in campagna in procinto di essere “sbranata” dai cani randagi. Tutto viene enfatizzato, portato su toni isterici di allarme, di emergenza estrema.
Ora mi chiedo: perché? E’ il nostro popolo che adora la rappresentazione della violenza? Io credo che in parte sia vero: talvolta sento commentare queste notizie nei bar, e poi i telegiornali, credo, corrispondono a un gusto popolare, perché sono finiti per sempre i tempi in cui la “cultura” doveva orientare il popolo verso il progresso. Adesso il popolo va accontentato nei suoi istinti più bassi. Allora perché siamo fatti così? Noi, il popolo che è considerato tra i più pacifici del mondo?
Deve esserci qualche altro motivo ovviamente: enfatizzare, puntare all’isteria ha certamente lo scopo di “scuotere” la soglia di attenzione che si abbassa, è un’arma contro la distrazione. Ma ancora una volta torniamo a una certa cultura popolare degenerata, a una pigrizia mentale che non si scuote se non di fronte a una vicenda crudele.
Alla domanda “perché”? io, lo ammetto, non so dare risposta.
P.S. E’ arrivata l’estate, più splatter che mai. Col caldo sembrano aumentare, chissà perché, gli impegni e i grattacapi. Quindi l’aggiornamento di questo sito potrà subire qualche rallentamento. Anzi, diciamola tutta: lo sta già subendo.
2 commenti:
L'Italia è da sempre un paese con una doppia morale. E tanto per non fraintendersi, una delle principali cause è proprio da ricercarsi nella massiccia intrusione (e mi spiace di non poter usare il più neutro: "presenza") della chiesa nella vita sociale, civile e politica del paese. (Non sono additati ad esempi in racconti e dipinti, Santi e Martiri torturati, crocifissi, tagliuzzati, bruciati in un'orgia di pubblico sadomaso che non ha eguali?)Nell'incapacità di distaccare la sfera interiore, morale, dalla sfera laica, civile (che altro è stato il fallimento dell'ultimo Referendum?). Purtroppo continua a prevalere quell' "italiani, brava gente"; quel "sordismo" (alberto) che fa dell'italiano medio l'eterna macchietta buona per ogni barzelletta... In Italia, è vero, tutto viene enfatizzato: e per un paese che detiene in Europa il record di ore con la TV accesa, suona singolare il fatto che da noi questa funzioni ancora come se si trattasse di una radio. Mai un commento sulle notizie, mai distacco, mai oggettività; mai sopratutto credere che si possano capire le cose più tragiche senza che il sangue coli dallo schermo peggio che in Taxi Driver; senza mai farsi venire il dubbio che il cervello risiede tra le orecchie e non sopra l'ombelico... È il paese che "vvuó ffà ll'americano-mericano-mericano" e che affonda sempre più nell'incapacità di trovare un'identità. Le voci nei servizi (si tratti di telegiornali o di cronache sportive) descrivono quello che già viene fatto vedere e che chiunque vede: l'Italia è il paese della ridondanza, dell'eccesso, dell'esasperazione, dei toni urlati -della spaccatura. Da secoli cattolici e protestanti vivono in Germania tranquillamente l'uno accanto all'altro (e tentano, Sua Santità malgrado, di celebrare anche certe festività assieme -altro che il dialogo sbandierato in
TV con altre religioni, sempre e solo a livello di vertice...); in Italia ci si azzanna ancora quasi per il solo fatto di tifare squadre di calcio diverse. È il paese della risata sì ma anche della lacrima sempre dietro l'angolo, del patetico e del falso "siam tutti fratelli": da questo punto di vista "onore" alla Lega Lombarda (sic), che in modo unico e coerente, anche se cialtronesco, non nasconde la sua facciata razzista e nazista... L'Italia resta un paese mediterraneo, poco europeo -sopratutto in chiave culturale: il suo grande avvenire è alle spalle.
maline
P.S.: Non demordere Baldrus. Fa solo caldo. Rallenta se vuoi ma non fermare questo piccolo spazio di libertà.
Grazie, maline, per il tuo bell'intervento e per l'incoraggiamento. Sì, è come dici: il grande avvenire dell'Italia è alle spalle, come il passato del resto: un passato di grandi bellezze, di creatività, di genialità, di cui resta molto poco.
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