giovedì, dicembre 15, 2005

Un traguardo lontano?

Una cara amica mi ha inviato questa mail: “sai, ci sono già tanti che ci parlano di loro, i politici, tanti che si lamentano e ci ricordano lo schifo che è diventato il nostro paese. Tu sei così bravo quando ti abbandoni alla scrittura fatta per il piacere di scrivere. Continua a donarci i tuoi diari, le tue storie, penso che ci sia più bisogno di questo nei Blog”. Anche Sergio Pasquandrea, in un commento a uno dei primi post del Blog appena aperto, scriveva (cito a memoria): “perché stupirsi tanto per le malefatte di Berlusconi? Lui sta dove c’è da mangiare, così è”. Hanno ragione. Mentre mi lancio nelle mie filippiche impregnate di rabbia fredda sento che hanno ragione. E’ inutile, se non dannoso, per me stesso, evocare tanta collera e tanta indignazione. E forse risulta pure noioso per i lettori. Il fatto è che non riesco a restare indifferente, o distaccato, dal fatto che una banda di delinquenti comuni, di truffatori, ha preso il potere in questo paese. E trovo altrettanto atroce la previsione che quando, come dicono i Soloni, la Sinistra vincerà, non cambierà nulla, oppure molto, molto poco. Forse muterà la forma, e si faranno meno leggi ad personam per ammorbidire i processi, ma la sostanza non cambierà. Anzi, esiste il fondato sospetto che per noi, la cosiddetta classe lavoratrice, la situazione peggiorerà. La Sinistra vorrà “rilanciare l’economia”, cioè dare impulso al sistema fondato sul consumo esasperato di beni inutili per sostenere la produzione, e le procedure sono sempre le stesse: sacrifici, “lacrime e sangue” per tirare fuori i soldi dalle nostre tasche per trasferirle in quelle sfondate dei “peggiori capitalisti d’Europa”. Tagli, tasse, per “lo sviluppo”. E grandi opere, Tav, autostrade, nuovi scempi ambientali (basta sentire parlare l’ex ministro dell’industria pesante e padre di Samuele Bersani, che è una superstar televisiva, per rabbrividire). Perché chi comanda veramente non è il governo, di destra o di sinistra, ma il Sistema, il Capitalismo straccione e rapace, e i governanti sono i loro zerbini. Talvolta il mostro manda al potere dei criminali, dei ladri, come quelli di adesso, poi non gli fanno più comodo, perché esagerano e si bruciano, e allora vanno su quelli “seri”, quelli tosti, poi si torna indietro e così via.
Bene, questa è la parte razionale.
Ma c’è un’altra parte di me, di cui sono consapevole solo in parte, che mi spinge a scagliarmi contro i demoni. E’ un rancore che mi porto dentro, un rancore antico, che viene da molto lontano, e mi scorre nel sangue come un veleno. Lo scarico su di loro, sui ladroni gaudenti e tracotanti, perché evocano la tracotanza di un potere ipocrita e aggressivo che forse era quello del Sistema di quando ero ragazzo, o della scuola, o della mia famiglia, o tutte queste cose insieme. Questo demone viene su dal profondo, e non sono mai riuscito a scacciarlo. Mi rigurgita nel cuore, nella mente e nelle viscere. Quando vedo i brutti ceffi che ridono in Tv mi aggredisce e mi fa salire la collera e istinti persino omicidi. E’ sbagliato, e ne sono consapevole. So che l’unica soluzione sarebbe una maggiore tranquillità, una forma di distacco. Perché, come dice Il Vecchio compagno di eremitaggio di Tiziano Terzani sull’Himalaya “questa civiltà non è degna di essere salvata, è impegnata solo a perseguire il piacere dei sensi ed è alla vigilia di una grande nevrosi”. Tuttavia, come insegna la Bhagavad Gita, essere saggi non significa non agire, ma agire con moderazione, inseguendo un maggiore e più sereno distacco dalle cose e dagli affari degli uomini. Quindi essere distaccati dal Sistema non significa ignorarlo, ma combatterlo. Come? Per prima cosa bisogna combattere il Sistema che è in noi. E’ il nostro esserne vittima, il sottostare alle sue leggi, consumare beni inutili, chiudersi in difesa di se stessi, diventare indifferenti, ostili e spaventati, perdere del tutto la fiducia, illudersi di inseguire una vita comoda chiusi nelle nostre case superaccessoriate con computers, home theatre eccetera. Illudersi quindi di prenderci il nostro tempo per noi stessi, mentre è il mostro che se lo mangia, è Maya, l’apparenza, che ci domina. Come dice il Swami nell’ashram indiano dove Tiziano Terzani frequenta un lungo apprendistato sui Veda, viene un momento che non ha più senso dedicare il nostro tempo solo a noi stessi, cioè a Maya, ma bisogna donarlo. Dedicarlo agli altri, per ascoltare, imparare e insegnare, aiutare, accogliere, senza chiudersi in continui giudizi perentori. Questi sono i primi passi per combattere il Sistema, partendo da noi, dal nostro animo. Non sono solo riflessioni filosofiche orientali o buddiste, era l’Uomo Nuovo di Gramsci, era il mito giovanile di liberazione degli anni Sessanta, era il sogno, l’utopia.
Sembra facile, sembra una banalità, ma è forse l’obiettivo della vita.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

si e' bellissimo quello che scrivi e vero.

...viene un momento che non ha più senso dedicare il nostro tempo solo a noi stessi, cioè a Maya, ma bisogna donarlo. Dedicarlo agli altri, per ascoltare, imparare e insegnare, aiutare, accogliere, senza chiudersi in continui giudizi perentori. Questi sono i primi passi per combattere il Sistema, partendo da noi, dal nostro animo. Non sono solo riflessioni filosofiche orientali o buddiste, era l’Uomo Nuovo di Gramsci, era il mito giovanile di liberazione degli anni Sessanta, era il sogno, l’utopia.
Sembra facile, sembra una banalità, ma è forse l’obiettivo della vita."

Si e' questo l'obiettivo della vita, donarsi donare il nostro tempo le nostre capacita' anche i nostri sogni per cambiare le cose sbagliate del sistema.
Solo che ...la nostra generazione ha ancora dentro, credo, la voglia di farlo, perche' ha la rabbia mai sopita per quello che e' stato, o non e' stato, per quello che abbiamo vissuto, per la scuola che abbiamo frequentato e le famiglie che ci hanno allevato...perche' abbiamo figli adolescenti o ancora piccoli per cui vogliamo serenita'...noi, questi siamo noi, 45, 50 enni...
ma i 40enni, i 30enni...ci stanno benissimo in questo sistema, ammirano la classe dirigente, la seguono e la voteranno ancora. I giovani sono figli di questo sistema e di questa tv allevati dalla tv spazzatura, dalle varie isole e fratelli e bocche larghe e sederi e seni...e allora non credo che partira' mai da loro l'idea di accogliere, imparare...ascoltare...loro i ragazzi ( ma con loro quelli di 30 anni e giu' di li') insegnano e parlano pensano di avere la verita', non concepiscono il dubbio, l'interlocuzione.
E allora vedi, vedi che anche io mi lascio prendere dalla rabbia generazionale, perche' forse e' piu' facile lasciarsi prendere da lei che dalla calma.
In fondo si dice lasciarsi prendere dalla rabbia quindi agire, e abbandonarsi alla calma, quindi...inerzia.
Per' forse quella tua amica voleva solo dire che quando leggiamo le tue pagine, i tuoi diari, finalmente ci distraiamo in senso classico...ci divertiamo, in senso classico, riusciamo a dimenticare quella rabbia e ci lasciamo prendere dal meraviglioso dell'arte.
O no?
pap

Anonimo ha detto...

Sì, belle parole, sante parole, però quando tu Baldrus butti la merdaccia sui porci schifosi (ho 31 aani io, e non ammiro questa gente) io mi diverto un casino. Quindi non smettere per piacere, magari per diventare un santone, che di quelli ce n'è davvero troppi a impestarci l'aria!

Anonimo ha detto...

Caro Baldrus, una cosa che ha contraddistinto la nostra generazione sono le utopie. Abbiamo sapute metterle da parte -il che lo considero positivo: io preferisco l'atopia, il non-luogo, dove non si rimane prigionieri, nemmeno dei sogni. C'è però un'altra cosa che ci contraddistingue: è la rabbia -una rabbia che non si deve mai spegnere, solo essere accompagnata interiormente da una quiete che ci permetta di riconoscere il velo di Maya che ci circonda. Occorre donare il tempo ad altri, dici. Vero. Anche a noi stessi però-come "altri" (Je est un autre, scriveva Rimbaud, il grande incazzato dalle semelles de vent). Anche noi dobbiamo imparare a vederci dal di fuori: questo è ciò che ci dà l'oppurtunità di condurre le nostre, anche se piccole, battaglie quotidiane. Fatte non di slogan, ma di sguardi diversi -e anche le nostre azioni allora saranno diverse e non più irretite dal e in quel che tu chiami Sistema (che detto così però dà l'impressione di essere una sovraentità quasi magica) e che io chiamerei semplicemente "il nostro mondo".

maline

Anonimo ha detto...

"Perché chi comanda veramente non è il governo, di destra o di sinistra, ma il Sistema, il Capitalismo straccione e rapace, e i governanti sono i loro zerbini. Talvolta il mostro manda al potere dei criminali, dei ladri, come quelli di adesso, poi non gli fanno più comodo, perché esagerano e si bruciano, e allora vanno su quelli “seri”, quelli tosti, poi si torna indietro e così via."

Allora io vorrei dire, in questa discussione che mi sembra molto, molto "tosta", caro Baldrus, se tutto è così automatico, destra e sinistra sono uguali, noi non contiamo più niente secondo te? Le elezioni sono niente? E' tutto inutile? Non dico che è sbagliato, però mi sembra che qualche spazio ancora esista, almeno per limitare i danni, no?

Anonimo ha detto...

Sì, è certamente una discussione “tosta”, ma ben venga.
Innanzi tutto vorrei tranquillizzare anon2: non ho alcuna intenzione di atteggiarmi a santone, ci mancherebbe. Non ne sarei capace. Sto solo cercando di combattere un sentimento anomalo, eccessivo, che si impadronisce di me quando li vedo, “i porci schifosi”, che si esibiscono in Tv: mi battono con violenza le tempie e provo l’impulso di strozzarli con le mie mani. Non sono contento di questo, e sto cercando di superarlo. Meglio pensare a noi, come dice maline, e pensiamoci “bene”, per migliorare. Sono assolutamente d’accordo, anche se spesso pensare a noi è meno semplice di quello che sembra: prenderci il nostro tempo, per esempio, non è bearci di play station, degli ultimi ritrovati della tecnologia digitale, sky sempre acceso, gadget e giochini vari (parlo anche per me, anche se non sono a livelli patologici). Questo è il tempo di Maya, del Sistema, di Matrix, che si ingozza con le nostre risorse. Che forse è come dici, maline, è “il nostro mondo” e non un organismo metafisico. Però io in questa parola, in questo concetto, vedo un sistema socio-economico che comprende sfruttamento, inquinamento, povertà e ricchezza, la cultura, la tv, la scuola, la guerra, la burocrazia, il nostro mondo, certo, ma un sistema che si è raffinato nei secoli, nei millenni, che si fonda sul furto e sull’attacco a tutte le forme di vita, e si è tinto di vari colori, si è dato varie ideologie, eppure vive in noi, perché, volenti o nolenti, ne siamo in parte vittime, e contribuiamo a tenerlo vivo e potente. Questa entità metafisica (poi io mi diverto a romanzare ovviamente, sono stato un accanito lettore di fumetti) si perpetua nel tempo e nello spazio prendendosi le menti fin dalla nascita, creando, con l’educazione familiare, con la scuola, le future vittime di domani, i futuri consumatori di beni inutili. Combatterlo è un sogno antico, ma combatterlo dall’esterno non ha dato grandi risultati. Tutte le battaglie sono state più o meno delle disfatte. E’ dentro che va combattuto, perché siamo tutti coinvolti, e ci sono varie armi di crescita mentale e spirituale. E qui vorrei dire qualcosa a pap: non ci siamo solo noi un po’ vecchiotti e i giovinastri schiavi del Grande Fratello. Certo, forse sono la maggioranza, però esiste un mondo esterno, che la TV non mostra mai, e neanche i giornali di sistema, di cosiddetta destra o sinistra, se non dipingendolo come un club di violenza, di estremismo e di oscurantismo: sono le masse perlopiù giovanili internazionali che si raccolgono nei cosiddetti Social Forum mondiali, masse variegate, disuguali, talvolta confuse, ma che sono spinte da potenti spinte pacifiste, forse ingenue, ma che rappresentano l’unica speranza di vita nel dilagare della melma nera infetta velenosa della morte capitalista. Non credo che il Mostro riuscirà a soffocare del tutto la vita. L’istinto di sopravvivenza è forte, e se tutto tracollerà, come sembra, tutto rinascerà, perché i Veda dicono che il mondo è già stato distrutto “sette volte” e sette volte è rinato. Siamo all’ottava? Ora io non ho più l’età, o il coraggio, o la forza, non so, per scendere con entusiasmo a manifestare coi Social Forum mondiali, però li considero il futuro e la speranza, senza patetiche illusioni, con realismo. Prendersi il proprio tempo a mio avviso significa riflettere su queste cose, spegnere quel cavolo di televisione, e pensare di mettere fuori le proprie energie e il proprio tempo. Imparare e insegnare. Comunicare. Accettare. Non sono parole d’ordine stereotipate, ma percorsi personali che ognuno deve trovare in se stesso. E a Spy vorrei dire che è dura, molto, molto dura sperare in un cambiamento con le elezioni. Che cambio di classe politiche ci può essere? Negli anni Settanta, diciamo fino alla famigerata marcia dei quarantamila capoccia della Fiat degli anni Ottanta, il sindacato e una parte della Sinistra riflettevano sullo sviluppo, sull’assurdità di un modello unicamente basato sul rapporto consumo-produzione. Ora è tutto sparito, cancellato. Non ci crede più nessuno, a parte le forze ideologiche-sociali di cui ho parlato prima, gli estremisti e gli oscurantisti, i “black block”. Oggi il ricambio sarebbe rappresentato dall’ex ministro dell’industria pesante Bersani? Purtroppo sì. Quello sventra il pianeta per “rilanciare l’economia”, tuona sulle grandi opere che s’hanno da fare, ed è interessato solo a difendere a spada tratta la “loro” Unipol, una “risorsa inestimabile per il capitalismo italiano” (parole sue).

Acc... è una fatica improba cari amici, non siamo più abituati a ragionare così tosto...

Anonimo ha detto...

caro baldrus voglio sapere la fonte della notizia che samuele bersani e' il figlio di pierluigi!!!!!!!!!!!
bisogna che leggi + novella 2000
..non mi puoi scioccare cosi!!!!
piero