Sto procedendo nella mia lettura lenta di Leielui di
Andrea De Carlo. Questa non è una recensione, non ancora – se mai la scriverò – ma
una semplice nota. La storia, riassunta con l’accetta, parla di uno scrittore
in crisi e di una ragazza italoamericana con mille dubbi esistenziali che, dopo
un larghissimo giro periferico, finiranno per incontrarsi. Sono arrivato a pag.
374 e per ora non è successo ancora un cazzo (nel senso proprio letterale). Ci
sarebbero delle attrazioni, delle fughe, dei giri concentrici, cose del genere,
ma la faccenda va per le lunghe. Fatto sta che lui la sta portando in Francia
per un week end breve (lei ha accettato non sa bene perché, è incasinata col
fidanzato avvocato che vuole comprare una casa per andare a viverci, ma è
attratta dal fascino oscuro dello scrittore), si fermano in autogrill e “lui a
un certo punto le indica un tipo sulla tarda trentina vestito con braghe corte
larghe, maglietta con scritta insensata, testa tonda rasata lucida, sandali di
gomma.”
E’ estate e fa un caldo bestiale (con pagine sul caldo che sembra una
cosa post apocalittica). Lo guardano, e lui le dice: “Non è desolante questa
storia degli uomini vestiti da bambini?” Lei fa qualche domandina, assumendo il
ruolo della spalla per dare sfogo alla filippica di lui, che pontifica sempre
su un sacco di questioni. E parte in quarta: “Non hanno più nessuna voglia di
crescere, né di migliorarsi. Al contrario, rivendicano il diritto a restare
immaturi per sempre. E naturalmente non stiamo parlando dell’aspetto libero, contemplativo,
incontaminato dell’essere bambini. Stiamo parlando dell’egocentrismo divorante,
della fragilità emotiva, della maleducazione, dell’ignoranza, della pigrizia,
della mancanza di coraggio, dell’incertezza, dell’incoerenza,
dell’inconsistenza, dell’incapacità di assumersi responsabilità, del bisogno
inestinguibile.” Non è che si ferma qui. Tira avanti per pagine, fa sempre
così, quindi rincara la dose: “Puoi sempre spacciare i tuoi comportamenti
deteriori come trasgressione delle regole. Considerarti quasi un artista, no?
Senza tenere conto che la maleducazione e l’ignoranza e la volgarità sono la
regola, per chiunque, dai capi di governo ai presidenti di tribunali,
all’ultimo dei poliziotti e dei presentatori televisivi.” Ovviamente non è
ancora soddisfatto, tira dritto senza prendere fiato. Così, mentre sta intortando
la ragazza (che poi non lo dice né lo pensa, perché essendo un artista oscuro
non intorta come i comuni mortali di sesso maschile), le fa dei discorsi come
questo: “adesso vi ritrovate questi maschi che parlano come bambini e si
vestono come bambini e sono ossessionati da se stessi come bambini e vogliono
sempre nuovi giocattoli come bambini, si ficcano le dita nel naso e si grattano
i testicoli e mangiano e bevono e ruttano e scorreggiano come bambini, ma in
compenso consumano risorse come adulti e vogliono fare sesso come adulti e
hanno la barba che gli cresce come adulti e la zucca pelata come adulti e
pesano come adulti e sono prepotenti come adulti e sono pericolosi come adulti
e devastano l’ambiente come adulti.” Va ancora avanti, ma mi fermo io perché
devo ricopiare tutta questa roba avendo il libro su carta. Ho provato anche a
pronunciare il discorso tutto d’un fiato, ma non è facile, si diventa rossi,
gli occhi strabuzzano per lo sforzo respiratorio.
Ma il problema non è la verosimiglianza del dialogo, non è la
critica letteraria. Il fatto è che io d’estate porto i calzoni corti, un paio
di bermudacci militari coi tasconi, che adoro. A Bologna il caldo è qualcosa di
solido, di feroce, non potrei andare in giro coi calzoni lunghi. Amo la libertà
delle gambe libere, arieggiate. Ma dopo aver letto questo, ditemi, come farò?
Come potrò indossarli facendo finta di niente? Come gestirò i miei
“comportamenti deteriori”? Come me la caverò con “l’egocentrismo divorante, la
fragilità emotiva, la maleducazione, l’ignoranza, la pigrizia, la mancanza di
coraggio, l’incertezza, l’incoerenza, l’inconsistenza, l’incapacità di
assumersi responsabilità, il bisogno inestinguibile”?
A-i-u-t-o!
3 commenti:
oh signur!
esilarante.
grande mauro!
elisabetta bordieri
Eh, cara Elisabetta, so' problemi.
Grazie :-)
Pantaloni lunghi larghi e garzati?
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