giovedì, maggio 03, 2012

Il tempo immobile


La striscia televisiva quotidiana Otto e mezzo, in onda su La7, oggi era dedicata al caso di Romano di Lombardia, dove un imprenditore disperato ha fatto irruzione nella sede dell’Agenzia delle Entrate prendendo un ostaggio. Anche gli imprenditori rovinati dalla cosiddetta crisi entrano a far parte del nuovo proletariato, e l’ondata impressionante dei suicidi è un “dato allarmante” ha detto Lilli Gruber nell’introduzione. In studio c’erano due ospiti, come al solito politici professionisti: i senatori Ignazio Marino del PD e Maurizio Gasparri del PDL.
Dopo un rapido cappello sulla crisi, i debiti delle imprese e i ritardi nei pagamenti degli enti pubblici alle stesse, il caso “preoccupante” ecc, sono immediatamente passati a elencare i meriti dei loro rispettivi governi e i demeriti degli altri. Ma noi abbiamo fatto questo e quello diceva Gasparri, no, noi abbiamo depositato una legge e voi non l’avete neanche considerata, replicava Marino, macché, noi abbiamo eliminato l’ICI ma abbiamo fatto le compensazioni, affermava Gasparri, non è vero, voi avete sempre negato la crisi, ha incalzato Marino, che poi è passato al classico appoggio a Monti ma con formula “abbastanza” dubitativa, come fa il PD, Gasparri con formula “molto” dubitativa come fa la destra, però intanto stanno lì perché centinaia e centinaia di parlamentari strapagati, economisti, predicatori, ministri ed ex ministri, presidenti, sottosegretari, consulenti, esperti e tuttologi populisti non sanno che altro fare.

Intanto che i due procedevano lancia in resta, con frequenti risatine da consumati attori che recitano una parte collaudata io stentavo a credere alle mie orecchie: ma possibile che tutto questo sia reale? Sembrava che non fosse accaduto nulla, che la disperazione di molte persone non esista, che l’impoverimento in cui stiamo precipitando non li riguardasse, che l’aumento della disuguaglianza sociale fosse una favola, che l’iniquità dei privilegi non fosse degna di nota, che il tempo restasse fermo, immobile ai tempi delle loro schermaglie demagogiche televisive. Mi sono sembrati due macchine umane, due maschere tragicomiche. E’ antipolitica il mio commento? No, è la descrizione di ciò che sta accadendo veramente. L’attuale classe dirigente è incapace di qualunque reale cambiamento, non ha una minima idea dell’etica, non ha la minima idea di cosa sia il mondo reale, è scollegata dal resto dell’umanità, sembra il set di una compagnia teatrale rinchiusa nel castello fortificato del principe Prospero ne La maschera della Morte Rossa di Poe. A un certo punto Marino, riferendosi per l’ennesima volta al Sultano di un passato che a quanto pare non è tale, ha detto che finalmente dopo la sua caduta non siamo più gli “italiani da barzelletta”. Non è così, senatore Marino: forse noi non lo siamo più, ma voi sì. Con tutto il rispetto per il suo ruolo di medico, siete gli italiani da barzelletta.

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