La striscia televisiva
quotidiana Otto e mezzo, in onda su
La7, oggi era dedicata al caso di Romano di Lombardia, dove un imprenditore
disperato ha fatto irruzione nella sede dell’Agenzia delle Entrate prendendo un
ostaggio. Anche gli imprenditori rovinati dalla cosiddetta crisi entrano a far
parte del nuovo proletariato, e l’ondata impressionante dei suicidi è un “dato
allarmante” ha detto Lilli Gruber nell’introduzione. In studio c’erano due ospiti,
come al solito politici professionisti: i senatori Ignazio Marino del PD e
Maurizio Gasparri del PDL.
Dopo un rapido cappello sulla crisi, i debiti delle
imprese e i ritardi nei pagamenti degli enti pubblici alle stesse, il caso “preoccupante”
ecc, sono immediatamente passati a elencare i meriti dei loro rispettivi
governi e i demeriti degli altri. Ma noi
abbiamo fatto questo e quello diceva Gasparri, no, noi abbiamo depositato una legge e voi non l’avete neanche considerata, replicava Marino, macché, noi abbiamo eliminato l’ICI ma abbiamo
fatto le compensazioni, affermava Gasparri, non è vero, voi avete sempre negato la crisi, ha incalzato Marino, che poi è
passato al classico appoggio a Monti ma con formula “abbastanza” dubitativa,
come fa il PD, Gasparri con formula “molto” dubitativa come fa la destra, però
intanto stanno lì perché centinaia e centinaia di parlamentari strapagati,
economisti, predicatori, ministri ed ex ministri, presidenti, sottosegretari,
consulenti, esperti e tuttologi populisti non sanno che altro fare.
Intanto che i due procedevano
lancia in resta, con frequenti risatine da consumati attori che recitano una
parte collaudata io stentavo a credere alle mie orecchie: ma possibile che
tutto questo sia reale? Sembrava che non fosse accaduto nulla, che la
disperazione di molte persone non esista, che l’impoverimento in cui stiamo
precipitando non li riguardasse, che l’aumento della disuguaglianza sociale fosse
una favola, che l’iniquità dei privilegi non fosse degna di nota, che il tempo restasse
fermo, immobile ai tempi delle loro schermaglie demagogiche televisive. Mi sono
sembrati due macchine umane, due maschere tragicomiche. E’ antipolitica il mio
commento? No, è la descrizione di ciò che sta accadendo veramente. L’attuale classe
dirigente è incapace di qualunque reale cambiamento, non ha una minima idea
dell’etica, non ha la minima idea di cosa sia il mondo reale, è scollegata dal
resto dell’umanità, sembra il set di una compagnia teatrale rinchiusa nel castello fortificato del principe Prospero ne La maschera della Morte Rossa di Poe. A un certo
punto Marino, riferendosi per l’ennesima volta al Sultano di un passato che a
quanto pare non è tale, ha detto che finalmente dopo la sua caduta non siamo
più gli “italiani da barzelletta”. Non è così, senatore Marino: forse noi non lo siamo più, ma voi sì. Con tutto il rispetto per il suo ruolo di medico, siete gli italiani da
barzelletta.
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