Spesso mi capita di entrare nei mondi lavorativi altrui, e altrettanto spesso di constatare quanto sono fortunato. Molte persone svolgono dei mestieri disagiati, alcuni difficilmente sopportabili per lo stress psicofisico, le condizioni ambientali ostili, i rapporti coi superiori all’insegna dello scarso rispetto, quando non di vero e proprio mobbing. Ho idea che siano più diffusi di quanto si creda. Il mobbing può creare disturbi della salute, oltre che mentali. Purtroppo nei tempi attuali, con le tutele sempre sotto minaccia, o quasi assenti, come per i dipendenti di piccole aziende, non ci sono molte armi di difesa. Il ricatto (o stai al gioco e te ne vai), la minaccia, la paura per i propri familiari, costringono persone a soffrire, spesso in silenzio, col capo chino (col mento basso, come diceva Kafka). Considero queste persone forti e generose, eroiche addirittura, perché accettano di sacrificare se stesse per il bene dei loro cari.
In quanto alle condizioni ambientali difficili, ne riscontro in continuazione. Per esempio le cassiere di supermercati con la postazione vicino alle porte che si aprono e si chiudono, in inverno sono esposte a un freddo polare. Noi clienti non ci facciamo caso, ma se ci fermassimo qualche istante e prestassimo attenzione, ci accorgeremmo che stare seduti a quelle casse costituisce un disagio enorme. Sarebbe necessario inserire delle porte d’aria calda, ma tutto è all’insegna del contenimento delle spese, e una trattativa sindacale, in tempi di crisi, e soprattutto nei supermercati piccoli, è impraticabile.
Stamattina ho fatto un sopralluogo in una autorimessa a pagamento, in pieno centro di Bologna. Dovevo verificare certe conformità edilizie/urbanistiche, prendere alcune misure e scattare foto, per cui ho passato in quei locali interrati – accessibili da una rampa – circa mezz’ora, e ho potuto osservare il lavoro dei tre addetti. E’ un locale vecchio, malandato, che tuttavia deve rendere abbastanza bene per l’intenso traffico di auto che entrano ed escono di continuo. E’ privo di impianto di areazione (ci sono delle condotte antidiluviane ma nessun impianto in funzione), e quasi tutte le “buffe”, cioè le finestrelle poste al livello del terreno, chiuse con vetrocemento. Il ricambio dell’aria è quasi inesistente, i gas di scarico si accumulano, anche perché i tre addetti devono spostare continuamente le auto per creare spazio per le nuove. Dopo mezz’ora avevo la gola che mi bruciava. Uscire all’aperto, in una piazzetta intasata di traffico, è stata una liberazione. Mi sono chiesto come sia possibile che l’ASL non obblighi il titolare a munire i locali di un impianto di areazione adeguato, pena la chiusura.
Poi ho fatto un altro sopralluogo in un grande negozio di abbigliamento maschile, di quelli dove una camicia costa 200 euro, un magliocino di cashmere 500 o 600 e così via. Locali ampi, con soffitti affrescati, pavimenti di legno antico, potenti lampadine perennemente accese, coi commessi così gentili e affettati da sembrare minacciosi, sempre vestiti come dei manager, tipo i fotomodelli delle pubblicità: cravatta su colletto della camicia rigido e stretto come una garrota, giacca anche con 40 gradi, scarpe lunghe e strette, scomodissime per il piede. Anche qui ho dovuto aspettare, perché il titolare era fuori sede. E mi sono guardato intorno. I commessi-manager non possono fare assolutamente nulla se non aspettare i clienti. Se questi non arrivano non possono sedersi, né guardare un giornale, o un libro, niente. Stanno in piedi, fanno due-tre passi, si appoggiano con un fianco a uno dei tavoli antichi, tornano dov’erano prima, si bilanciano sulle gambe, guardano spesso l’orologio, altri due-tre passi, , si affacciano sulla porta, tornano dentro, per otto-nove-dieci ore al giorno. E guai ad ammalarsi, si sente sul collo il fiato sul collo del padrone arrabbiato. Ho provato un senso di angoscia, ho ricordato all’improvviso le mie guardie alla porta centrale durante il servizio militare, ore e ore immobile, quando mi sentivo impazzire, o morire. Questi sono lavori che condizionano mentalmente, che spengono energie vitali, che raffreddano certe attività mentali.
Lavori tristi, umilianti. Lavori disumani.
Lavori moderni, allineati con le direttive europee, che vogliono il lavoratore ridotto a merce. Merce di scambio, intercambiabile.
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